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Studio, la conferma: uso della sigaretta elettronica non associato alla Bpco

Lo dice un lavoro americano su e-cig e broncopneumopatia cronica ostruttiva, che mette anche in guardia sulle metodologie di ricerca.

Un nuovo studio prospettico longitudinale, appena pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine, afferma che l’uso della sigaretta elettronica non aumenta il rischio di sviluppare la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), malattia legata al fumo, come già rilevato da diversi lavori scientifici fra cui alcuni coordinati dal professore Riccardo Polosa. Non solo, lo studio in questione mette anche in guardia i ricercatori dall’usare metodologie che possano dare risultati falsati. La ricerca si intitola “Cigarettes, ENDS Use, and Chronic Obstructive Pulmonary Disease Incidence: A Prospective Longitudinal Study” ed è stata realizzata da un team di studiosi di diversi dipartimenti della University of Michigan, della Georgetown University di Washington e del BC Cancer Research Institute di Vancouver, in Canada, coordinati da Steven F. Cook della facoltà di Epidemiologia dell’ateneo del Michigan.
Scopo dei ricercatori era capire se vi fosse una relazione fra l’uso dei sistemi elettronici per la somministrazione di nicotina e la Bpco e altre malattie polmonari. Per farlo hanno utilizzato i dati delle fasi da 1 a 5 dell’indagine statunitense Path (Population assessment of tobacco and health) relativi agli adulti con più di 40 anni. I dati, spiega lo studio, sono stai raccolti fra il 2013 e il 2019, mentre l’analisi è stata condotta fra il 2021 e il 2022. I modelli multivariabili ottenuti sono poi stati aggiustati per dati demografici di base (età, sesso, razza/etnia, istruzione), caratteristiche di salute (asma, obesità, esposizione al fumo passivo) e storia del fumo (cioè se i partecipanti erano o erano stati fumatori, per quanti anni e di quale entità).
I risultati, come detto, scaginoano la sigaretta elettronica e mettono in guardia sulla metodologia da utilizzare in questo tipo di ricerca. Nel follow-up di cinque anni sono stati 925 gli intervistati a riferire l’incidenza della Bpco. Prima dell’aggiustamento per le covariate elencate sopra, infatti, l’uso della sigaretta elettronica sembrava addirittura aumentare il rischio della malattia. Ma se invece si prendevano in considerazione lo status attuale o passato di fumatore, spariva l’associazione fra l’uso di vaporizzatori e la Bpco.
L’uso di dei sistemi elettronici di somministrazione di nicotina – si legge infatti nelle conclusioni dello studio – non ha aumentato significativamente il rischio di malattia polmonare ostruttiva cronica auto-riportata per un periodo di 5 anni, una volta inclusi lo status di fumatore attuale o gli anni di fumo che, al contrario, sono rimasti associati a un netto aumento del rischio di incidenza di malattie polmonari croniche ostruttive. Questi risultati evidenziano l’importanza di utilizzare dati longitudinali prospettici e di controllare adeguatamente la storia del fumo di sigaretta per valutare gli effetti indipendenti sulla salute dei sistemi elettronici di somministrazione di nicotina”.

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