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Anche le sigarette col bancomat, dietrofront sull’esonero per i tabaccai

L'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli abroga l'esenzione: "Sul mercato esistono variegate offerte del servizio Pos, tra le quali tariffe flat indipendenti dal numero di transazioni effettuate".

I tabaccai dovranno accettare i pagamenti elettronici anche per l’acquisto di sigarette, valori bollati e postali. Così è deciso. Da oggi, martedì 27 giugno, è in vigore la determinazione direttoriale che reintroduce l’obbligo dell’utilizzo del Pos per qualunque prodotto acquistato in tabaccheria. “Occorre rivalutare la questione in relazione alle condizioni ad oggi offerte dagli intermediari bancari e finanziari per l’erogazione del servizio – scrive il direttore Alesse –  considerato che risultano sul mercato variegate offerte del servizio Pos, tra le quali tariffe flat, indipendenti dal numero di transazioni effettuate, e tariffe che prevedono il rimborso delle commissioni per i micro-pagamenti inferiori a 10 euro. Ritenuto, pertanto, che tali soluzioni contrattuali permettano di superare la criticità a suo tempo rappresentata dagli operatori e, in effetti, facciano anche venir meno la specificità – rispetto ad altri operatori e/o rispetto ad altri prodotti – posta alla base per l’adozione del citato provvedimento direttoriale” si ritiene opportuno abrogare la precedente determinazione datata 22 ottobre 2022.
Il presidente della federazione dei tabaccai Mario Antonelli si dice “amareggiato” ma non “stupito” dal dietrofront. “La revoca di una determina di cui i tabaccai hanno beneficiato ma che ha sempre destato qualche perplessità sebbene in linea con quanto richiesto dalla Federazione, amareggia ma non stupisce. Ad ogni buon conto, temendo questo momento la Federazione ha continuato a lavorare per far sì che nel rispondere alla crescente richiesta di pagamenti elettronici da parte dei clienti l’incidenza sui ricavi delle relative commissioni fosse sempre più contenuta. Le offerte commerciali di Poste Italiane unitamente ai crediti di imposta e al fatto che le commissioni bancarie sono costi di esercizio, riteniamo che si siano fatti grandi passi avanti, in considerazione dei volumi transati e dell’ammontare delle commissioni. Ovviamente Fit continuerà la sua azione in ogni sede per mitigare ulteriormente i costi della moneta elettronica a tutela della categoria“.

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