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Sigarette elettroniche, il governo vuole lo stop alla vendita sul web

Un emendamento presentato dal viceministro all'economia Leo parifica le sigarette elettroniche e le nicotine pouches ai tabacchi tradizionali.

Gli shop online che vendono liquidi da inalazione hanno le ore contate? A giudicare da quanto sta succedendo alla Camera dei deputati parrebbe proprio di sì. Il Governo ha presentato un emendamento alla Legge delega di riforma fiscale attualmente in Commissione Finanze che estende il divieto di vendita a distanza non solo transfrontaliero ma anche sul territorio dello Stato. La firma è del viceministro all’economia Leo (Fratelli d’Italia), di conseguenza ha scarsissime, se non nulle, probabilità che la votazione sia sfavorevole. Il testo avrebbe dovuto essere votato oggi ma la concomitante richiesta di voto di fiducia in un altro provvedimento (Enti Pubblici), come da regolamento, ha bloccato tutte le votazioni per almeno ventiquattro ore.
Con l’approvazione della Legge delega in materia fiscale il parlamento di fatto assegna al governo il potere legislativo che si attuerà attraverso i decreti attuativi. Nel caso della vendita online presumibilmente occorrerà attendere un decreto del ministero dell’economia che, direttamente o indirettamente attraverso l’agenzia delle Dogane e Monopoli, dovrà attuare la disposizione.
La soluzione prevista è volta “con finalità di contrasto al mercato illecito e di tutela della salute dei consumatori e dei minori nonché di tutela delle entrate erariali, il divieto di vendita a distanza, anche transfrontaliera, ai consumatori che acquistano nel territorio dello Stato per:

1) i prodotti da inalazione senza combustione costituiti da sostanze liquide, contenenti o meno nicotina di cui all’articolo 62-quater del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504 (liquidi da inalazione e sigarette elettroniche usa e getta, ndr);

2) i prodotti contenenti nicotina e preparati allo scopo di consentire, senza combustione e senza inalazione, l’assorbimento di tale sostanza da parte dell’organismo, anche mediante involucri funzionali al loro consumo di cui all’articolo 62- quater.1 del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504. (sacchetti di nicotina, ndr)”.
Un secondo emendamento prevedeva poi l’ingresso della cannabis light sotto la gestione del monopolio di Stato, con le stesse regole dei tabacchi: deposito fiscale, divieto ai minori, vendita consentita solo in tabaccheria e rivendite autorizzate, accisa da quantificare al grammo. È stato però ritirato dal governo nella mattinata odierna con la promessa di presentare una struttura di regolamentazione a se stante e non inserita in altro ambito.

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