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Divieto online sigarette elettroniche, i tabaccai: “Nostro grande successo”

La Federazione rivendica il provvedimento che "consolida la rete delle tabaccherie presidio di legalità a tutela dell’Erario, dei cittadini e dei minori".

Con l’approvazione della legge di delega fiscale in terza lettura alla Camera dei deputati non c’è più speranza per la vendita sul web di liquidi e sigarette elettroniche usa e getta con nicotina. Le nuove disposizioni diventeranno operative soltanto fra qualche settimana quando saranno emanati i decreti attuativi della delega; sino a quel momento tutto rimarrà inalterato con le regole attualmente vigenti.
A pochi minuti dall’approvazione, da queste colonne avevamo espresso perplessità sulla norma, indicando la categoria dei tabaccai come ipotetici “mandanti”. “A chi gioverebbe tutto questo?” ci domandavamo, provando a fare un ragionamento per esclusione. “Tolti per evidenti motivi i rivenditori su strada di sigarette elettroniche, tolti i siti web che dovranno dotarsi di un nuovo gestionale, tolti i consumatori che, ovviamente, preferiscono la consegna a domicilio” tra gli indiziati rimane soltanto “la rete delle tabaccherie, che negli ultimi anni ha capito come la sigaretta elettronica abbia conquistato una fetta importante del mercato e, soprattutto, garantisce un margine di guadagno non vincolato dai prezzi imposti, diversamente dal tabacco tradizionale“.
E infatti, a pochi giorni dalla votazione parlamentare, la rivendicazione della Federazione italiana dei tabaccai (Fit) non lascia adito a interpretazioni, tanto che alla questione dedica anche la copertina de La Voce del Tabaccaio, l’house organ dell’associazione: “Il divieto di vendita on line  di sigarette elettroniche usa e getta contenenti nicotina – recita il comunicato stampa a commento del provvedimento – è un nostro grande successo che consolida la rete delle tabaccherie presidio di legalità a tutela dell’Erario, dei cittadini e dei minori”.

Mario Antonelli, presidente della Fit-Federazione Italiana Tabaccai

Ogni gruppo d’interesse tende a trincerarsi dietro i diritti acquisiti pur di non perdere un pezzo della propria libertà. In questo caso, però, la situazione è ben diversa. Si è trattato di un’azione tesa a togliere qualcosa (i liquidi) a qualcuno (i depositi fiscali) per autoassegnarsi un vantaggio commerciale. Eliminando così dal mercato un diretto concorrente scomodo per conquistare un profitto che altrimenti mai avrebbero potuto scrivere a bilancio. Ma i tabaccai hanno fatto solo il loro interesse di bottega e, forti della protezione monopolistica, sono riusciti a concretizzarlo. Il problema, però, è un altro e riguarda il parlamento. Abbiamo avuto un plastico esempio della debolezza di una classe politica che ha dimostrato tutta la propria incapacità di governare e regolare un fenomeno. Introdurre un divieto è la scelta più semplice e banale, è sufficiente dire che non si può fare senza aggiungere null’altro. Ben più complicato è capire, conoscere, approfondire, cercare strategie, trovare soluzioni. Ci vuole lungimiranza, dote probabilmente sconosciuta ai più in quel di Montecitorio.

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