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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 6 al 12 agosto

In evidenza l'economista italiano Moscone: ha studiato l'incidenza della sigaretta elettronica sui conti pubblici inglesi e se metà dei fumatori passasse al vaping ci sarebbe un risparmio di oltre mezzo miliardo di sterline.

Gran Bretagna/ItaliaStudio: la sanità pubblica risparmierebbe mezzo miliardo di sterline all’anno spingendo sull’e-cig
Se la metà dei fumatori inglesi passasse alla sigaretta elettronica, la sanità pubblica risparmierebbe mezzo miliardo di sterline all’anno, circa 580 milioni di euro. A mettere il naso nelle politiche pubbliche inglesi è questa volta un italiano, Francesco Moscone, forte del suo doppio ruolo di economista all’università Ca’ Foscari di Venezia e alla Brunel University di Londra. Moscone ha firmato uno studio dal titolo “Does switching from tobacco to reduced-risk products free up hospital resources?” che focalizza l’attenzione sul Paese pioniere nelle politiche di riduzione del danno, nel quale tuttavia, ancora oggi, il fumo è responsabile di circa 74.600 decessi all’anno e di oltre 506 mila ricoveri nel biennio 2019-2020. I costi corrispondenti per il servizio sanitario inglese sono stimati in 2,5 miliardi di sterline all’anno. Risparmiare in salute e denaro (pubblico) è possibile, sostiene lo studioso italiano, accelerando le strategie di riduzione del danno anche diffondendo l’uso della sigaretta elettronica tra i fumatori. Un fumatore tradizionale adulto che abbandoni le sigarette tradizionali sperimenterà una riduzione del 70 per cento delle malattie legate al fumo. “In uno scenario di conversione del 50 per cento con metà dei fumatori che passa alle alternative a minor rischio — spiega Moscone — il servizio sanitario nazionale risparmierebbe mediamente circa 518 milioni di sterline in un anno”. Ma anche tassi di conversione più modesti apporterebbero sollievi consistenti ai bilanci della spesa sanitaria.

Con la sigaretta elettronica la sanità pubblica risparmierebbe mezzo miliardo

 

UsaFda: aromi, un divieto implicito che passa attraverso i meccanismi burocratici delle autorizzazioni
Un divieto degli aromi non espresso esplicitamente per legge, ma introdotto in maniera subdola attraverso i meccanismi burocratici ai autorizzazione della Fda. È l’allarme lanciato da Neil McKeganey e Andrea Patton in un articolo pubblicato su Tobacco Reporter, nel quale i due autori vanno immediatamente al punto. “Se c’è una frase che deve tenere svegli la notte i dirigenti delle aziende di sigarette elettroniche e liquidi, questa deve essere sicuramente divieto di aromi”, scrivono i due autori, che poi proseguono: “Nelle loro dichiarazioni pubbliche, i funzionari della Food and Drug Administration degli Stati Uniti hanno sempre negato di perseguire il divieto degli aromi per liquidi elettronici, incoraggiando invece i produttori di sigarette elettroniche a “mostrarci i dati” in cui gli aromi delle sigarette elettroniche vengono confrontati con l’aroma del tabacco in termini di loro efficacia nell’aiutare i fumatori adulti a smettere”. La realtà del processo di domanda di tabacco prima della commercializzazione, tuttavia, racconta una storia piuttosto diversa, ribattono McKeganey e Patton: “Degli oltre 6,7 milioni di domande presentate, oltre il 99 percento delle quali la FDA si è pronunciata, a nessun aroma diverso dal tabacco è stata concessa un’autorizzazione all’immissione in commercio”. La conclusione viene da sé: “Sulla base di questi numeri, ammessi o meno, negli Stati Uniti esiste un divieto di aromatizzare le sigarette elettroniche in tutto tranne che nel nome”.

 

MalesiaL’assenza di politiche sulla riduzione del danno non aiuta a risolvere neppure il contrabbando di sigarette tradizionali
La lotta la tabagismo e al contrabbando di sigarette tradizionali in Malesia sta coinvolgendo anche il vaping. Tra le misure allo studio del governo c’è infatti anche la proposta di una nuova legge che impedirebbe ai nati dal 2007 in poi di acquistare tabacco o vaporizzatori. Nel frattempo il New Straits Times ha riportato gli ultimi dati sul contrabbando di sigarette a combustione, secondo i quali la quota del mercato illecito è leggermente diminuita nell’ultimo anno. I numeri restano però molto alti. Secondo il rapporto che riporta dati fino a maggio 2023, i prodotti illegali hanno rappresentato il 55,3% del mercato nazionale delle sigarette, in calo dell’1,3% rispetto a un anno fa. La Confederazione dei produttori di tabacco malesi (CMTM) attribuisce il calo alle recenti misure anti-illeciti, tra cui il rigoroso controllo sulla spedizione dei prodotti del tabacco e i maggiori sforzi di contrasto. Nonostante i progressi, la prevalenza delle sigarette illecite rimane estremamente elevata rispetto agli standard internazionali. Sul mercato nero le sigarette possono essere acquistate a meno della metà del prezzo in vigore dai rivenditori legali. Un problema aggiuntivo, che riguarda però il complesso delle politiche sanitarie malesi, è la mancanza di strategie sulla riduzione del danno e – come visto nella legge allo studio sui nati dopo il 2007 – l’equiparazione fra fumo e vaping.

 

Gran BretagnaSondaggio Fondazione Ash: la percezione errata tra i fumatori sui rischi del vaping persiste e pregiudica politiche di riduzione del danno
Gran parte dei fumatori continua ad avere percezioni errate sullo svapo, e ritiene che sia altrettanto dannoso o più dannoso del fumo, pregiudicando così il successo di politiche mirate alla riduzione del danno. Lo confermano i dati dell’ultimo sondaggio Action on Smoking and Health (ASH), fondazione attiva dal 1971 nel mondo anglosassone e fondata dal Royal college of physicians britannico. I risultati mostrano che tra gli 1,8 milioni di fumatori che devono ancora provare a svapare, il 43% ritiene che le sigarette elettroniche siano dannose quanto o più del fumo. Nel 2019 questa quota era del 27%. Il sondaggio rivela inoltre che tra i 2,9 milioni di fumatori che hanno provato a svapare ma hanno smesso, il 44% ritiene che lo svapo sia dannoso o più del fumo. Sempre nel 2019 la quota era  del 25%. A causa dell’elevata percentuale di percezione errata, ASH ritiene che il suo programma swap to stop sia “minacciato dalle crescenti preoccupazioni tra i fumatori che lo svapo sia altrettanto o più rischioso del fumo“. “Il governo ha sostenuto una strategia di svapo come percorso per ridurre i tassi di fumo, ma questo approccio sarà minato se i fumatori non provano i vaporizzatori a causa di timori per la sicurezza o smettono di svapare troppo presto e tornano a fumare”, ha affermato Hazel Cheeseman, vice amministratore delegato di ASH. Il suo appello è quindi indirizzato alla politica: “Il governo deve agire rapidamente per migliorare la comprensione da parte del pubblico che lo svapo rappresenta una frazione del rischio del fumo”.

 

PortogalloConsumo di tabacco aumentato del 2,2% negli ultimi cinque anni
È allarme tabacco in Portogallo. Secondo quanto riportato dai siti di informazione The Portugal News e Portugal Resident, il consumo di tabacco nel Paese iberico è aumentato di oltre due punti percentuali negli ultimi cinque anni, passando dal 48,8% del 2017 al 51% del 2022. I dati provengono dalla quinta indagine nazionale sul consumo di sostanze psicoattive nella popolazione generale, promossa dal Servizio di intervento nelle dipendenze e nelle dipendenze, e si riferiscono appunto all’anno 2022. I dati mostrano che il tabacco è la seconda sostanza psicoattiva più consumata, dopo l’alcol. Circa il 50% della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni ha dichiarato di aver consumato tabacco a un certo punto della propria vita. Ci sarebbero tutti gli elementi per affrontare tale nuova emergenza con strategie innovative e puntando alla riduzione del danno.

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