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Operatori: “Il governo francese uccide la sigaretta elettronica”

L'associazione Fivape e i consumatori di World Vapers' Alliance aspramente critici per le misure anti-vaping del piano contro il fumo.

Arrivano le prime reazioni dal settore del vaping al piano nazionale francese contro il fumo  2023-2027, presentato ieri dal ministro della salute Aurélien Rousseau. Come riportato su queste colonne, insieme all’aumento del costo del pacchetto di sigarette e all’estensione del divieto di fumo a spiagge, parchi e boschi, il Piano prevede misure restrittive anche per le sigarette elettroniche. Il ministro non ha fatto nessuna apertura alla riduzione del danno, anzi. Ha ribadito l’imminente divieto per le sigarette elettroniche monouso e annunciato l’adozione del pacchetto neutro per i prodotti del vaping e una stretta sugli aromi. Il tutto condito con una retorica davvero ostile ai prodotti alternativi, descritti come strumenti che “non sono dei sostituti e spesso portano al tabagismo”.
La prima a reagire è stata Fivape, la federazione interprofessionale del settore, che riunisce gli operatori della filiera francese dai fabbricanti ai negozianti specializzati. “Con il nuovo piano di lotta al tabacco – afferma l’associazione – il governo uccide il vaping” e parla di un errore di portata storica. Gli operatori denunciano che il documento si occupa della sigaretta elettronica solo per presentarla come una minaccia, mentre avrebbe dovuto essere integrata in modo proattivo nelle strategie nazionali di controllo del tabacco. “Il disprezzo nei confronti del vaping – continua Fivape – è deplorevole, perchè le e-cig sono i prodotti preferiti dai francesi per smettere di fumare smettere e sono i sostituti a base di nicotina più efficaci”. Il nuovo piano avrebbe potuto conciliare le preferenze di fumatori con gli orientamenti strategici sanitari nazionali. Così non è stato.

Il primo ministro Élisabeth Borne

Gli operatori esprimono poi una serie di preoccupazioni concrete. Prima di tutto per l’annuncio del pacchetto neutro per i prodotti del vaping, che “concettualmente e visivamente assimila il veleno al suo rimedio, rendendo quest’ultimo invisibile”. Fivape critica il provvedimento ideato per impedire agli adolescenti di acquistare dei prodotti che non possono comprare per legge dal 2016. Discorso simile per gli aromi diversi dal tabacco nei liquidi. “Vietarli – afferma l’associazione – renderebbe la sigaretta elettronica un prodotto del tabacco come qualsiasi altro, per limitandone l’efficacia e mantenendo i fumatori nella dipendenza dal tabacco il più a lungo possibile”. Gli operatori denunciano infine che il piano ha dei grandi perdenti, i fumatori, e un solo vincitore, l’industria del tabacco, e evidenziano un plateale paradosso. “Mentre il Primo ministro svapa in Aula – concludono – mostrando al mondo intero lo strumento che la tiene lontana dal tabacco, l’esecutivo annuncia misure profondamente anti-vaping in nome della lotta al tabacco. Questo atteggiamento schizofrenico nei confronti del vaping deve finire”.

Michael Landl

Esprimono preoccupazione anche i consumatori della rete internazionale World Vapers’. Alliance. Il direttore Michael Landl lamenta la totale mancanza di misure di riduzione del danno da fumo nel piano presentato da Rousseau, sottolineando come e-cig e altri strumenti alternatici siano stati determinanti per ridurre i tassi di fumo. “Vietare i vaporizzatori monouso e limitare gli aromi – afferma Landl – rappresentano passi indietro nella lotta contro il fumo. Tali divieti servono solo a riportare i consumatori al fumo o spingerli verso il mercato nero. Abbiamo visto più volte che i divieti non funzionano. La Francia dovrebbe guardare a Paesi come la Svezia, dove un approccio equilibrato alla riduzione del danno ha portato a significativi vantaggi in termini di salute pubblica. Il governo francese deve riconoscere l’importanza di offrire una varietà di alternative meno dannose ai fumatori”.

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