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Il primo ministro francese Borne svapa di nuovo in Parlamento

Dopo l'annuncio di limitazioni sulle sigarette elettroniche, il gesto rende plateale l'atteggiamento ambiguo del governo.

È bastato solo un giorno perché l’atteggiamento ambivalente del governo francese nei confronti della sigaretta elettronica si mostrasse in tutta la sua platealità. Il 28 novembre il ministro della salute Aurélien Rousseau ha presentato in conferenza stampa il nuovo Piano nazionale per la lotta al fumo, annunciando, fra l’altro, l’imminente divieto per le e-cigarette monouso, facendo presagire ulteriori limitazioni su confezioni e aromi per sigarette elettroniche e utilizzando in generale toni marcatamente ostili verso lo strumento di riduzione del danno. Meno di 24 ore dopo, il primo ministro Élisabeth Borne è stata di nuovo colta a svapare durante una seduta dell’Assemblea nazionale, un ramo del parlamento francese.
Di nuovo perché non è la prima volta che Borne viene beccata in “flagranza di svapo”. Lo scorso giugno il deputato dell’opposizione Antoine Léaumont pubblicò su Twitter una foto del primo ministro con la sua sigaretta elettronica, lamentando che avesse svapato per tutta la seduta del Parlamento. Per la verità Borne non ha mai fatto mistero di essere una svapatrice e anzi, come scrive il sito Ouest France, “non si separa mai dalla sua sigaretta elettronica e viene infatti regolarmente criticata per svapare, sia al Palais Bourbon, al Senato o durante gli incontri pubblici”. Ma farlo proprio il giorno dopo l’annuncio del piano antifumo ha fornito un assist all’opposizione, che ha parlato di disprezzo totale verso le istituzioni e verso le leggi, che vietano il vaping nelle aule di entrambi i rami del Parlamento. “Qui scriviamo la legge, ma non ne siamo al di sopra”, ha rimarcato la deputata Caroline Fiat.
Questa volta è dovuto intervenire lo stesso Ministro della salute che, incalzato dalla stampa, ha consigliato al primo ministro di “non farlo più”, cioè di evitare di utilizzare la sigaretta elettronica nell’emiciclo, soprattutto di fronte a oratori particolarmente aggressivi. Insomma, ancora una volta è apparso lampante quello che l’associazione degli operatori del vaping Fivape ha definito “un atteggiamento schizofrenico”. “Mentre il primo ministro svapa in aula – scriveva Fivape all’indomani dell’annuncio del piano – mostrando al mondo intero lo strumento che la tiene lontana dal tabacco, l’esecutivo annuncia misure profondamente anti-vaping in nome della lotta al tabacco”.
Peccato che nessuno – non Rousseau, non Borne e nemmeno il portavoce del governo e già ministro della salute e vaper Olivier Véran – si prenda la briga di spiegare perché uno strumento che funziona e ha funzionato per loro e per milioni di fumatori francesi ed europei, debba essere improvvisamente così osteggiato.

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