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Sigarette elettroniche solo dal medico, sanità australiana in tilt

Dal primo gennaio è vietata l'importazione dei prodotti del vaping; acquisto in farmacia con prescrizione a seguito di visite mediche.

Milioni di australiani potrebbero pagare fino a 150 dollari (circa 100 euro) per un singolo vaporizzatore personale poiché dal primo gennaio sono costretti a farselo prescrivere dal medico e acquistarlo in farmacia. I nuovi dati diffusi dal Dipartimento della Salute australiano prevedono che ogni anno circa 450 mila persone avranno bisogno di prescrizioni per poter accedere alla sigaretta elettronica e, di conseguenza, dovranno sottoporsi a un totale di quasi un milione di visite mediche. Che significa: spese in più per il fumatore che vorrebbe smettere, spese in più per il sistema sanitario nazionale, tempi di attesa più lunghi. La riforma del mercato del vaping prevede il divieto di importazione di tutti i prodotti e l’inserimento dei dispositivi nell’ambito delle terapie mediche sostitutive di somministrazione della nicotina. In sostanza, il comparto è totalmente in mano alle case farmaceutiche e alla sanità nazionale. Gli unici vaporizzatori legalmente ammessi in Australia sono infatti i prodotti farmaceutici prescritti da un medico e distribuiti da una farmacia.

Si stima che le nuove riforme costeranno alle persone fino a 52,1 milioni di dollari ogni anno in visite aggiuntive e fino a 67,5 milioni di dollari in prodotti per lo svapo, tra liquidi e accessori di ricambio. Si stima che in Australia ci siano 1,3 milioni di svapatori, di cui solo l’8%, ovvero 70mila persone, attualmente sono in possesso di una prescrizione medica.
Intanto, proprio in virtù dell’introduzione del protezionismo sanitario, le associazioni dei consumatori fanno sapere che è già aumentato il giro d’affari sommerso legato al mercato nero a cui si rivolge la gran parte degli svapatori che non hanno intenzione di affidarsi nelle mani delle istituzioni sanitarie.

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