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Il contrabbando di sigarette elettroniche costa alle aziende 410 milioni di euro

Presentato il rapporto Ipsos-Logista Italia: la perdita, stando a quanto riportato nello studio, sarebbe da imputarsi quasi esclusivamente alla possibilità di vendita online.

Più di mezzo miliardo di euro. A tanto ammonterebbe la perdita di fatturato a causa delle vendite illecite di tabacco, liquidi da inalazione e sigarette elettroniche. È l’incredibile dato emerso nel corso della presentazione della ricerca “Prodotti da fumo e da inalazione: studio sul fenomeno dell’illegalità” condotta da Logista Italia (distributore di tabacchi e accessori per tabaccherie) e Ipsos (società di ricerca di mercato, sondaggi d’opinione e consulenza strategica). Presentati in Senato, nella Sala degli Atti Parlamentari della Biblioteca Giovanni Spadolini, i dati sono stati commentati da un tavolo cui hanno preso parte il colonnello Gaetano Cutarelli (comandante del Nucleo speciale beni e servizi della Guardia di Finanza), Francesca Torricelli, (dirigente Ufficio disciplina tabacchi dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli), Mario Antonelli (presidente Federazione italiana tabaccai) e Flavio Romeli (coordinatore nazionale di Assotabaccai).
L’indagine fa emergere che l’acquisto di prodotti da fumo e da inalazione tramite canali non ufficiali genera complessivamente una perdita, in termini di fatturato, di circa 540 milioni di euro, considerando il solo impatto diretto (produzione, distribuzione e vendita) sul settore. La perdita, stando a quanto riportato nello studio, sarebbe da imputarsi quasi esclusivamente alla possibilità di vendita online di sigarette elettroniche e liquidi da inalazione, che genera un mancato fatturato stimato di circa 410 milioni di euro. D’altronde, quella contro il web, è una storica battaglia sia di Logista che delle associazioni dei tabaccai, considerati gli ispiratori dell’emendamento inserito nella delega fiscale che impegna il governo a bandire l’e-commerce su tutti i prodotti con contrassegno fiscale e gestiti dall’Agenzia delle dogane e monopoli.

Federico Rella (Logista Italia)

Non a caso, nel secondo tavolo di confronto, insieme al vicepresidente di Logista, Federico Rella, erano seduti anche i senatori Gelmetti e Orsomarso e il deputato Mangialavori, tutti componenti della commissione Bilancio delle rispettive aule.
Secondo quanto riportato dalla ricerca, “il mancato fatturato complessivo si traduce in una perdita di 5.100 posti di lavoro e 620 milioni di euro di mancate entrate erariali, attribuibili alle e-cig per 160 milioni di euro e ai prodotti con combustione, dove Iva e accisa hanno un peso rilevante sul prezzo pagato dal consumatore, per 460 milioni di euro“. In particolare, per le e-cig (sia usa e getta che pod e liquidi) “il valore totale che transita online da canali non ufficiali (siti internet illegali e social network) raggiunge il 65% del valore del mercato online totale (legale e illegale)”. Quanto agli effetti sulla criminalità, sia la maggior parte degli italiani, sia dei fumatori/vaper – secondo quanto raccolto da Ipsos – considera l’acquisto da canali non ufficiali un vero e proprio reato che andrebbe punito penalmente. “Sebbene il contrabbando e la contraffazione nel nostro Paese non abbiano raggiunto i picchi di altri Paesi europei – commenta Antonelli (Fit) – si tratta di un fenomeno criminale che impoverisce l’erario e tutta la filiera. Noi tabaccai, quale parte lesa, siamo a disposizione per offrire ogni possibile contributo esperienziale alle istituzioni ed alle autorità di vigilanza e controllo per individuare insieme tutte quelle possibili strategie e quegli interventi che possono risultare efficaci in questa lotta senza quartiere”. Fa seguito il collega Romeli (Assotabaccai): “Dal report emerge che gli user dei canali illegali hanno una scarsa conoscenza della provenienza dei prodotti da fumo e da inalazione acquistati e non si preoccupano del fatto che, non essendo sottoposti a controllo, possono essere pericolosi e nocivi per la salute più di quanto sia già noto”. Chiude Federico Rella, vicepresidente Logista Italia: “L’indagine evidenzia come l’illecito stia drammaticamente sottraendo risorse strategiche per il Paese: 620 milioni di euro di mancate entrate erariali e una perdita di oltre 5 mila posti di lavoro. Un dato molto preoccupante è il proliferare dei canali illegali online. Confidiamo che questo studio possa essere di supporto alla politica per intervenire a livello normativo e ricondurre un’importante quota di mercato entro i confini della distribuzione autorizzata. La stessa attenzione andrebbe posta anche al settore della cannabis light, ancora privo di una chiara regolamentazione e di imposizioni assimilabili agli altri prodotti da fumo”.
Nonostante la sigaretta elettronica sia stata portata sul banco degli imputati con il cappio già al collo, alla presentazione dello studio al Senato non è stato chiamato nessun rappresentante della filiera. sicuramente ci sarebbero stati spunti di discussione interessanti che avrebbero potuto anche arricchire il dibattito. Ma tant’è.

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