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L’Italia fa scuola, l’ecig entra anche nelle carceri irlandesi

L’Irlanda si appresta a seguire le orme dell'Italia e del Regno Unito. La sigaretta elettronica potrà essere utilizzata anche all'interno delle strutture detentive a tutela di detenuti, guardie carcerarie e personale amministrativo.

di Barbara Mennitti

Dopo gli inglesi, i gallesi e gli italiani, potrebbero essere gli irlandesi i prossimi detenuti a poter utilizzare la sigaretta elettronica nelle carceri. La questione è stata sollevata in tribunale da un avvocato difensore: al suo assistito era stato consigliato di smettere di fumare per motivi di salute, ma non era possibile inviargli una ecig in carcere per “problemi di approvvigionamento”. E se smettere di fumare senza aiuto è già difficile in condizioni normali, lo è ancora di più nella restrizione di un carcere. Ma sembra che anche per gli irlandesi si tratti solo di una questione di tempo. Un portavoce dell’Irish Prison Service (il corrispettivo del nostro Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), sentito dal quotidiano The Journal, ha infatti dichiarato che l’introduzione delle sigarette elettroniche negli istituti penitenziari dell’isola è parte di una nuova politica sul fumo di prossima approvazione.
L’Irlanda si appresta dunque a seguire le orme dell’Italia e del Regno Unito, dove dopo un progetto pilota condotto in Galles e in tre carceri inglesi, la vendita dell’ecig è stata ammessa più di un anno fa in tutti gli istituti penitenziari del Regno. Al tempo si parlò di un vero e proprio boom, visto che in soli quattro mesi i detenuti avevano acquistato ben 16mila 600 sigarette elettroniche e nel solo mese di dicembre 2015 erano stati venduti 40mila pacchetti di sigarette in meno.
Probabilmente il successo è destinato a ripetersi anche in Irlanda, dove i divieti di fumo sono ancora più stringenti di quelli che vigevano nel Regno Unito. Ai detenuti irlandesi è infatti proibito fumare, anche se l’autorità può accordare il permesso di farlo. Anche in quel caso, però, la possibilità rimane ristretta a determinate aree, come la cella del carcerato e gli ambienti all’aperto.
Dall’Irish Prison Service fanno sapere che al momento stanno “testando lo strumento dal punto di vista della sicurezza”. “Le sigarette elettroniche – spiega il portavoce – saranno disponibili su base molto ristretta nel negozio interno e non sarà possibile che i detenuti le ricevano da qualcuno all’esterno. Si tratterà di uno strumento approvato con capsule approvate”. Una misura che va a favore della salute di detenuti e di tutto il personale carcerario. Ma non solo. Nel 2014 il New York Times riportava che, nelle carceri di quegli Stati americani dove era vietato fumare ma era consentita l’ecig, si registrava una diminuzione degli atti violenti e delle risse. La sigaretta elettronica serviva a calmare gli animi.

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