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Sigarette elettroniche, tutti in piazza perché nessuno si salva da solo

Mercoledì 29 novembre, piazza Montecitorio. Quattro motivi per dire Sì. Un motivo per dire No. La filiera del vaping in questi giorni sta fornendo un esempio di grande unità e partecipazione.

La manifestazione di mercoledì 29 novembre in piazza Montecitorio a Roma è un’azione per rivendicare i diritti di tutta la filiera del vaping, di cui anche Sigmagazine fa parte. Siamo convinti che il comparto debba reagire in maniera compatta e che non ci debbano essere interessi prioritari da tutelare a discapito di altri. Come abbiamo già scritto, se perde anche uno solo degli attori della filiera, perderemo tutti. Se non nell’immediato, sicuramente nel medio termine. Mai come in questo caso, nessuno si salva da solo.
Mercoledì saremo in piazza per chiedere che sia adottata una tassazione equa sui liquidi contenenti nicotina e solo su quelli. Questo vuol dire che l’imposizione fiscale deve essere sostenibile per i produttori e anche per i consumatori, deve consentire ad un prodotto che riduce il danno del fumo di continuare ad essere acquistabile da tutte le fasce della popolazione e non rendere economicamente più vantaggioso continuare o – peggio ancora – tornare a fumare. Quest’ultimo è un pericolo reale: se i liquidi, a causa di un’imposta elevata, avranno un prezzo alto per il consumatore, chi potrà permettersi gli atomizzatori rigenerabili o di polmone, che consumano molto liquido, ma hanno consentito a molti di abbassare o azzerare la nicotina? Assisteremo ad un ritorno al passato della tecnologia con sistemi meno soddisfacenti e ad un appiattimento dei device? E quanti riusciranno a non farsi tentare dal ritorno alla sigaretta tradizionale?
Saremo in piazza anche con i negozianti per chiedere che non si compia l’aberrazione di mettere sotto monopolio la rete vendita e la distribuzione dei liquidi per inalazione. Il monopolio esiste per il tabacco e il gioco d’azzardo. Il vaping è un prodotto di riduzione del danno, è la cura non la malattia e deve restare un prodotto di libera vendita. Assoggettarlo allo Stato, significa togliere ai negozianti la libertà di scegliere i propri prodotti e le proprie strategie di mercato. Al momento la legge prevede che anche la distribuzione e l’approvvigionamento andranno sotto monopolio. Non si sa come sarà esercitato, se i negozi dovranno fare riferimento ad un unico distributore – come per le sigarette – e dunque si potrà acquistare solo quello che esso propone, oppure se saranno trattati come i bar e le edicole che vendono sigarette: sono vincolate ad acquistarle dal tabaccaio più vicino. Nessuna delle ipotesi ci sembra in ogni caso rassicurante. Anche i negozianti per svolgere la propria attività dovranno ottenere una licenza dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Qualcuno sostiene che questo farà aumentare il valore della loro attività, ma è poco più di una speranza, visto che nessuno sa quali saranno i vincoli posti ai negozianti, quale mercato sarà loro lasciato e se potranno davvero aprire nuovi negozi. Una cosa, però, ci permettiamo di dare per certa: affidare la pecora al lupo non è mai una strategia assennata.
Saremo in piazza anche per il futuro dei negozianti online, che con la legge uscita dal Senato sarebbero cancellati dal mondo del vaping. Proibire tout-court il commercio sul web è semplicemente antistorico e folle e non darebbe nessuna possibilità di sopravvivenza a tanti imprenditori che hanno puntato tutto sul mezzo del futuro. Andrebbe, inoltre, a penalizzare tutti quei consumatori che abitano in piccoli centri e magari non hanno negozi fisici specializzati nelle vicinanze. Un conto è scrivere regole specifiche per gli shop online, un altro è scrivere nero su bianco che devono morire.
Negli ultimi giorni il nostro settore è stato descritto in maniera offensiva, come un far west di evasori senza regole, che hanno prosperato sulle spalle dei cittadini onesti. Saremo in piazza anche per rifiutare con forza questa immagine, per dimostrare che siamo operatori che pagano tasse, Iva e che producono lavoro e fanno girare l’economia. Il settore del vaping non è una terra di nessuno: i liquidi per inalazione sono già regolati dalla legge che recepisce la Direttiva europea, sono notificati in tutte le loro componenti al Ministero della Salute e possono venire acquistati dai negozianti solo attraverso un deposito fiscale. Se ci sono state delle infrazioni e delle storture, il dovere dello Stato è controllare e colpire chi trasgredisce, non mettere in pericolo un intero settore produttivo, che è cresciuto e si è affermato senza aiuti e sovvenzioni, grazie alla sola iniziativa privata. E lo ha fatto, ricordiamolo sempre, proponendo un prodotto che riduce i rischi del fumo del 95 per cento.
Intorno alla sigaretta elettronica è nato un mondo, fatto di produttori, di negozianti, di consumatori, di riviste specializzate e di fiere di settore. È nato un mondo di passioni, di condivisione, di entusiasmo, di speranze. Mercoledì andiamo in piazza per difendere tutto questo. Tutto. Grazie ad Emanuele Brambilla che ha creato una grafica per illustrarlo.

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