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Sigarette elettroniche, Anpvu chiede incontro a Grillo, Tria e Salvini

Con una lettera raccomandata, il presidente dell'associazione consumatori Carmine Canino chiede confronto tecnico con i neo ministri.

L’associazione dei consumatori in prima linea per salvaguardare e tutelare il vaping. Non come aspetto ludico ma come reale possibilità di essere importante strumento per la lotta al fumo. A pochi giorni dall’insediamento del governo, il presidente Carmine Canino ha inoltrato una lettera ai due ministri coinvolti, Grillo per la salute e Tria per l’economia. Oltre a Salvini che, pur non avendo deleghe in materia di vaping, è ormai stato innalzato a paladino del comparto. A tutti e tre è stato chiesto di rendersi promotori e attuatori di un confronto tecnico con gli operatori, stakeholders, esperti scientifici e opinion leader del settore al fine di redigere regole chiare e condivise.
La lettera comincia con una preoccupazione per i “dati recentemente diffusi in occasione della “giornata mondiale senza tabacco” dal nostro Istituto Superiore di Sanità, secondo cui nel nostro Paese i fumatori sono aumentati – anche tra i più giovani – e tornati ai livelli del passato decennio, mentre gli utilizzatori dei vaporizzatori personali sono diminuiti“. Anche per questo il nostro Paese dovrebbe ripensare al ruolo del vaping “promuovendo politiche di supporto” e ripensando “al ruolo da attribuirsi al “vaping” ed alla sigaretta elettronica, la cui regolamentazione “punitiva”, tradisce ad oggi una totale ed ingiustificata equiparazione alla sigaretta analogica“. Canino puntualizza che la priorità è intervenire sull'”esorbitante imposta di consumo determinata in modo illogico ed irrazionale secondo, per l’appunto, un criterio di equivalenza”.
Preme sottolineare – continua Canino – la assoluta negatività dell’attuale imposta, a danno della salute della generalità dei consumatori che intendano smettere di fumare, sotto il duplice profilo dicreare una imponente “barriera” all’ingresso e quindi disincentivarli dall’utilizzo dei dispositivi da inalazione, nonché di incentivare l’acquisto tramite canali nazionali ed esteri non autorizzati, con evidenti ricadute in termini di certezza in ordine alla salubrità dei prodotti acquistati. Allo stato difettano nel nostro Paese studi Istituzionali in merito, a fronte del fatto che altri Stati hanno adottato politiche di favore per il “vaping”, muovendo dalla mole di contributi scientifici che ne hanno certificato la valenza a diminuire quasi totalmente la dannosità derivante dal fumo analogico, oltre che dalle migliaia di testimonianze di persone che grazie alla sigaretta elettronica hanno smesso o diminuito il consumo di sigarette tradizionali, aumentando enormemente la qualità della propria vita“.
La generalizzazione del divieto di vendita a distanza dei “liquidi da inalazione”, introdotta con la recente Legge di Bilancio che ha modificato l’art. 21 del d.lgs. 6/2016, sempre secondo Canino “non ha fatto altro che acuire l’effetto concorrenzialmente distorsivo derivante dalla proliferazione di un mondo che opera al di fuori delle regole, nell’ambito di un “mercato globale” che viaggia sul “web”, in cui pare obiettivamente impossibile arginare fenomeni elusivi; il tutto a danno non solo dei consumatori, ma anche dei “nostri” rivenditori “fisici” e “on-line”. Un riferimento è dovuto anche ai produttori, “eccellenze nel mercato mondiale dei liquidi e dei dispositivi, che parimenti patiscono il pessimo clima ingenerato dall’attuale assetto, con gravi pregiudizi e svantaggi rispetto ai concorrenti esteri. In sintesi non possiamo che stigmatizzare l’attuale regolamentazione ritenendola non sufficientemente rispettosa del diritto alla salute dei consumatori, nonché dei diritti degli operatori ad agire in un mercato concorrenzialmente leale e corretto, attraverso regole certe e giuste che possano valere per tutti. Per l’insieme di tali ragioni riteniamo auspicabile un incontro, alla presenza nostra e di tutte le rappresentanze di settore, opinion leader ed esperti scientifici, affinché si possa poter procedere, anche per tramite della costituzione di un tavolo tecnico, ad una rivalutazione dell’attuale impianto normativo e conseguente introduzione di un regime maggiormente rispettoso dei diritti di consumatori, rivenditori e produttori che operano nel nostro Paese“.

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