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Sigarette elettroniche, la Lega presenta emendamento no tax e web libero

Abrogazione dell'articolo 62-quater del decreto legislativo 504/95. In parole povere, il mercato del vaping torna ad essere libero. Nessuna imposta di consumo, fuoriuscita da Aams, liberalizzazione della rete vendita anche per i grossisti che potranno chiudere il deposto fiscale.

Abrogazione dell’articolo 62-quater del decreto legislativo 504/95. In parole povere, il mercato del vaping torna ad essere libero. Nessuna imposta di consumo, fuoriuscita da Aams, liberalizzazione della rete vendita anche per i grossisti che potranno chiudere il deposto fiscale. È quanto previsto dall’emendamento presentato dalla Lega in Commissione Finanze che, dopo approvazione, sarà inserito nel cosiddetto Decreto Dignità e diventerà norma di legge a tutti gli effetti.
Il testo è stato sottoposto al vaglio della regioneria dello Stato ed ha avuto il timbro azzurro, quello che certifica la congruità dell’operazione finanziaria. L’erario, infatti, recupererà il mancato introito derivante dalla soppressione dell’imposta di consumo dal maggior incasso di Iva.
I liquidi con e senza nicotina torneranno anche sul web. Abrogando il 62-quater sarà nuovamente consentita la vendita online. Unica eccezione gli acquisti tranfrontalieri che torneranno ad essere vietati così come previsto dalla Tpd che rimane l’unica norma sovranazionale che dovrà essere rispettata.
Uno scenario più che roseo si prospetta dunque agli occhi delle migliaia di operatori del vaping ma soprattutto dei milioni di consumatori che potranno tornare ad utilizzare lo strumento di riduzione del danno. La scelta politica della Lega ha dimostrato che nessun gruppo di pressione, quando si vuole, può mettere i bastoni tra le ruote al legislatore. Incentivare e liberalizzare il mercato della sigaretta elettronica significa contribuire ad agevolare il passaggio dal tabacco tradizionale al vapore, con conseguente risparmio anche in termini di spesa sanitaria.
L’emendamento prevede, inoltre, che a partire da settembre le associazioni di categoria più rappresentative, di concerto con l’Istat, il Ministero dello Sviluppo economico e le Camere di Commercio, avranno tempo tre mesi dall’entrata in vigore delle nuove norme per redigere il codice Ateco di settore, con i vari sottocodici.
La seconda parte dell’emendamento riguarda invece soltanto le aziende che hanno maturato un debito pregresso a causa del mancato versamento della tassa. Si prevede uno sconto sino al 98 per cento con possibilità di pagamento dilazionato sino a 120 mesi.
L’emendamento ora dovrà essere votato in commissione, quindi il 24 luglio alla Camera. Il testo così emendato passerà poi al Senato, dove con tutta probabilità affronterà il voto di fiducia. Occorre ancora aspettare, perchè in politica occorre sempre avere una certa cautela. Ma le premesse questa volta ci sono, sono tante e sono ottime.

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