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Pubblicità legale e alleggerimento Tpd: la svolta britannica sulla sigaretta elettronica

La relazione della Commissione parlamentare scienza e tecnologia potrebbe dar vita ad un nuovo paradigma politico-scientifico sulla riduzione del danno.

Meno regole, maggiore diffusione e sostegno soprattutto da parte del Sistema sanitario nazionale che dovrebbe fornire gratuitamente le sigarette elettroniche. Soltanto in questo modo le sigarette elettroniche potranno soppiantare il tabacco e ridurre drasticamente il numero di malattie e decessi fumo-correlati. Sono in estrema sintesi le conclusioni a cui sono arrivati i parlamentari britannici della Commissione scienza e tecnologia chiamati ad esprimersi al termine di una lunga serie di audizioni sul futuro del vaping in vista della Brexit. Ricordiamo che nei mesi scorsi, la commissione aveva reputato opportuno chiamare in audizione il professor Riccardo Polosa al fine di conoscere le evidenze scientifiche relative la riduzione del danno. I lavori conclusivi della Commissione britannica sono un importante passo in avanti nell’ambito della discussione politica e scientifica che ruota attorno i prodotti del vaping. E, come sempre è successo negli ultimi anni, è il Regno Unito a fare da apripista alle teorie più innovative e progressiste.
Secondo la relazione finale della Commissione, “lo svapo è molto meno dannoso delle normali sigarette e le sigarette elettroniche dovrebbero essere rese disponibili su prescrizione per aiutare più persone a smettere di fumare”. E, come se non bastasse, ha anche aggiunto: “Non ci sono prove che le sigarette elettroniche siano un accesso al fumo per i giovani”. Una posizione che contrasta con quanto più volte ripetuto dalle istituzioni sanitarie italiane, facendosi da megafono delle posizioni dell’Oms. Il Regno Unito, invece, per rendersi conto di quanto le sigarette elettroniche potrebbero incidere sulla vita dei propri cittadini, ha voluto approfondire in modo autonomo la questione in seno ad una apposita Commissione parlamentare. Gli esiti, per chi osserva da lontano, sono inaspettati ed invidiabili. Ad esempio, tra le conclusioni, la Commissione ha affermato che è “inaccettabile che un terzo dei Centri per la salute mentale inglesi abbia vietato le sigarette elettroniche all’interno dei loro locali”, quando “il rischio per la salute derivante dai vapori di sigaretta elettronica è assolutamente trascurabile”.
I parlamentari hanno chiesto, in particolare:
maggiore libertà per l’industria di pubblicizzare le sigarette elettroniche;
attenuazione delle normative e delle tasse sulle sigarette elettroniche per riflettere i relativi benefici per la salute;
una revisione annuale degli effetti sulla salute delle sigarette elettroniche e dei prodotti non bruciati;
dibattiti pubblici di approfondimento sulla riduzione del danno e sulla sigaretta elettronica;
possibilità di prescrivere la sigaretta elettronica come ausilio medicale;
un ripensamento sui limiti di concentrazione nicotinica e capacità flaconi di ricarica;
legalizzazione dello snus, prodotto del tabacco per uso orale, illegale nell’Unione europea ad eccezione della Svezia.
Secondo gli ultimi dati, le persone che nel Regno Unito utilizzano le sigarette elettroniche sono 2,9 milioni. Tra questi circa mezzo milione le sta usando per smettere di fumare. Ogni anno decine di migliaia di britannici riescono a smettere di fumare grazie alla sigaretta elettronica.

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