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Ai negozianti di sigarette elettroniche 50 sterline per ogni cliente ex fumatore

Accade in Essex, in Inghilterra, dove gli store di sigarette elettroniche hanno decretato il successo di un progetto in collaborazione con la sanità pubblica locale.

Quando il pubblico e il privato riescono a lavorare in maniera sinergica, in vista di un unico obiettivo, spesso si riescono a raggiungere risultati importanti. Accade anche nel campo della lotta al fumo, anche se purtroppo non in Italia. Proprio in questi giorni, Public Health England – l’omologo del nostro Istituto superiore di sanità – ha tirato le somme di un progetto pilota condotto in Essex, contea a nord-ovest di Londra che nell’ultima rilevazione – 2016-2017 – contava circa 160 mila fumatori. Qui l’Essex Lifestyles Service, un servizio pubblico che si occupa di fornire informazioni e aiuto per adottare stili di vita salutari, ha deciso di combattere il tabagismo, alleandosi con i negozi specializzati di sigarette elettroniche.
Insomma, se i fumatori non vanno dalle istituzioni sanitarie, devono essere queste ultime ad andare dai fumatori. Raggiungendoli anche in posti in cui il fumatore può sentirsi più a suo agio, non giudicato e non trattato da paziente. Come i negozi di sigarette elettroniche. L’Essex Lifestyles Service ha selezionato 17 negozi che rispondevano a precisi criteri sparsi su tutto il territorio della contea e con particolare attenzione alle zone più disagiate e ha instaurato con loro una partnership tutt’altro che formale.
Ai negozianti che hanno aderito al progetto e al loro staff è stato offerto un periodo di formazione nell’assistenza al fumatore, più la possibilità di avere ulteriore sostegno su richiesta. A loro volta, i negozi erano tenuti a organizzare per i clienti sei sessioni di controllo, verificando l’astinenza da fumo con il test del monossido di carbonio. Dopo 28 giorni senza aver fumato, in base a quanto previsto dal Dipartimento della salute, il cliente poteva ufficialmente essere considerato un “quitter”, cioè un ex fumatore. Per ogni “quitter” verificato l’Essex Lifestyles Service versava al negoziante 50 sterline. Gli esercizi commerciali che partecipavano al progetto, naturalmente, hanno condiviso tutti i loro dati con le autorità sanitarie.
L’esperimento, che è durato 9 mesi, è stato giudicato un successo da Public Health England: “Ad oggi oltre 900 persone hanno smesso di fumare utilizzando una sigaretta elettronica. Inoltre il progetto ha permesso di instaurare una sinergia fra il settore pubblico e quello privato”. Lo sforzo ha coinvolto anche i medici di base che, se lo ritenevano utile, segnalavano ai pazienti i negozi di sigarette elettroniche. Sempre secondo PHE, in questo modo le casse pubbliche hanno avuto un risparmio di oltre 100mila sterline ed è per questo che il programma andrà avanti ed è stato rifinanziato grazie all’intervento dell’Essex County Council (grosso modo l’equivalente della nostra Regione).
Il prossimo passo sarà quello di collaborare con gli istituti delle case popolari, studiando con i negozi offerte sui liquidi e sugli hardware per i residenti per sostituire il fumo nelle unità abitative. Anche qui i negozi specializzati avranno un ruolo determinante e infatti le autorità sanitarie intendono ampliare il numero di quelli che aderiscono all’iniziativa. Un bellissimo esempio di sforzo corale nella lotta contro il fumo.

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