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"Sigaretta elettronica nelle carceri per tutelare la salute anche dei non fumatori"

Conferenza stampa di Massimo Lensi (Progetto Firenze) che si appella al provveditore e all'assessorato alla sanità regionale.

L’introduzione della sigaretta elettronica nelle carceri è tra le priorità politiche dell’associazione Progetto Firenze. A cominciare dall’istituto penitenziario di Sollicciano. Massimo Lensi, promotore dell’iniziativa, lo ha detto nel corso della conferenza stampa di presentazione delle attività associative. “Consentire l’utilizzo della sigaretta elettronica nelle carceri è una nostra battaglia che segue gli altri piccoli grandi successi che siamo riusciti ad ottenere per tutelare le condizioni di vita dei detenuti: la consegna di trecento ventilatori e la riapertura dei passeggi per avere l’ora d’aria durante l’estate. Ultimamente, insieme a Vincenzo Donvito, stiamo facendo una battaglia piccola ma significativa per avere all’interno del carcere la possibilità per i detenuti di usufruire della sigaretta elettronica. Gli studi sanitari di Sollicciano ci dicono che una delle principali cause di malattie nel carcere sono le malattie dell’apparato respiratorio; la sigaretta elettronica – è ormai dimostrato – aiuta a uscire dal tabagismo e ad impedire che col fumo passivo si faccia male anche a coloro che non fumano. È una battaglia – conclude Massimo Lensi – che stiamo impostando e ci appelliamo al provveditore e all’assessorato alla sanità della Regione Toscana perché si faccia partire quanto prima un progetto pilota anche sulle sigarette elettroniche in carcere. Una cosa semplice che costa anche poco“.
Circa due anni fa, il direttore del dipartimento nazionale dell’amministrazione penitenziaria Santi Consolo e il Ministero della Salute diedero il via libera all’introduzione della sigaretta elettronica nelle carceri. Ma intoppi tecnici e burocratici arenarono il progetto poiché non si trovano sigarette elettroniche che non necessitano di fili per essere caricate.

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