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Il Consiglio economico e sociale francese sostiene la sigaretta elettronica

Nel recente parere sulle dipendenze, l'organo consultivo raccomanda di "posizionare l'ecig tra gli altri dispositivi per smettere di fumare", dando spazio alla riduzione del danno.

Nuove importanti prese di posizione in Francia a favore del vaping. Recentemente il Paese cugino ha dato chiari segnali di voler abbandonare il principio di massima precauzione proprio dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’Unione europea e di volersi piuttosto incamminare sul sentiero già tracciato dal Regno Unito. Prove ne è stata la recente campagna “un mese senza tabacco” dello scorso novembre, nella quale le autorità sanitarie non solo hanno inserito la sigaretta elettronica fra gli strumenti per smettere di fumare, ma si sono avvalse della collaborazione delle associazioni del mondo del vaping.
Oggi a intervenire sul tema è il Conseil économique, social et environnemental (Cese) che ha appena adottato il suo parere per il 2019 sulle dipendenze da alcool e tabacco. Si tratta di un organo costituzionale composto da rappresentanti delle parti sociali (datori di lavoro, sindacati e associazioni) che ha funzione consultiva nel processo legislativo. Richiedere il parere del Cese è obbligatorio per le leggi di carattere economico, sociali o ambientali. Il legislatore non è poi vincolato a rispettarlo, ma chiaramente si tratta di un’istituzione con un peso importante.
Il parere sulle dipendenze è firmato da Étienne Caniard e Maria-Josée Augé-Caumon per conto della Sezione affari sociali e della salute e consta di 57 pagine. Fra le urgenze del documento, per quanto riguarda la dipendenza dal tabacco, c’è quella di proporre strumenti che si adattino ai diversi bisogni dei fumatori e “diversificare le risposte, dando lo giusto spazio alla riduzione dei rischi”. Ma gli autori sono molto più specifici nella raccomandazione numero 15, che invita a “posizionare la sigaretta elettronica con o senza nicotina tra gli altri dispositivi per smettere di fumare: integrarla nel discorso di prevenzione delle dipendenze; formare i professionisti della salute nel supporto che comporta (come qualsiasi dispositivo di riduzione del rischio); escludere le industrie del tabacco”.
Una formulazione chiara, che non lascia spazio a interpretazioni e che sta a dimostrare come le istituzioni francesi si stiano preparando a sfruttare appieno le potenzialità del vaping come strumento per smettere di fumare e per ridurre il danno. La speranza è che l’onda lunga di queste posizioni si faccia sentire a livello europeo e anche dalla nostra parte delle Alpi.

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