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“È lo status di fumatore che si associa maggiormente all’uso della sigaretta elettronica”. In parole più semplici, chi utilizza l’ecig è un fumatore o un ex fumatore e lo fa per smettere di fumare o per ridurre il consumo di sigarette. Questo è quanto emerge da uno studio australiano, coordinato da Gary Chan del Centre for Youth Substance Abuse Research dell’Università del Queensland, che verrà prossimamente pubblicato sulla rivista scientifica Addictive Behaviours.
In Australia il dibattito sul vaping rimane incandescente. La vendita di liquidi con nicotina è ancora vietata, ma l’attivismo dei fautori della riduzione del danno, sia sul fronte medico che su quello politico e dei consumatori, è incessante. Lo studio di Chan e del suo team di ricerca aveva, dunque, come obiettivo quello di fare una stima della prevalenza dell’uso della sigaretta elettronica nel Paese e delle sue motivazioni che spingono gli utilizzatori. Per farlo, Chan ha analizzato i dati del National Drug Strategy Household Survey (il più ampio sondaggio annuale nazionale) relativi all’anno 2016.
La prevalenza dei vaper nel periodo preso in esame era comprensibilmente bassa, considerato il divieto. A usare la sigaretta elettronica erano 227 mila australiani, pari all’1,2 per cento della popolazione, mentre quelli che la utilizzavano quotidianamente erano 97 mila (0,5 per cento). Erano soprattutto maschi e di età giovane (però sempre sopra i 18 anni). Ma il dato importante che è emerso è la correlazione fra lo status di fumatore e l’uso dell’ecig.
In particolare, spiega lo studio, i modelli di utilizzo erano diversi a seconda che la persona intendesse smettere di fumare, ridurre il fumo o se avesse smesso di recente. In particolare, chi utilizzava l’ecig quotidianamente aveva intenzione di smettere o lo aveva fatto da poco. Insomma, quello di Gary Chan e dei suoi ricercatori è l’ennesimo studio che dimostra che sono soprattutto i fumatori a rivolgersi alla sigaretta elettronica, alla ricerca di uno strumento che li liberi dal tabagismo.