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È boom di sigarette elettroniche in Italia. Lo certificano i dati contenenuti nell’edizione 2019 del Libro Blu curato dall’Agenzia Dogane e Monopoli, il volume che contiene i dati economici delle materia di sua competenza. Il consumo di e-cig in Italia è cresciuto del 1.740% in tre anni. Nello stesso periodo di tempo il consumo di tabacco tradizionale è invece in leggerissimo calo. Un segnale che indica come le politiche antitabagiche italiane non stanno funzionando mentre, al contrario, i fumatori si affidano alla sigaretta elettronica per consumarne di meno. Il tabacco tradizionale è più usato tra i giovani mentre il dispositivo elettronico nella fascia dell’età di mezzo. Il maggior consumo corrisponde anche ad un maggior introito nelle casse dello Stato: imposte e Iva sono cresciute rispettivamente del 1.924 e del 1.740 per cento.
Con l’88 per cento delle quantità vendute (in chilogrammi) e il 92 per cento degli introiti da accise garantiti all’Erario nell’anno 2018, le sigarette tradizionali dominano ancora il mercato dei tabacchi. Gli altri prodotti del tabacco – trinciati per sigarette, tabacchi da inalazione senza combustione, sigari, trinciati e fiuti – si dividono la restante quota: il 12 per cento delle quantità vendute e l’8 per cento degli introiti da accise. Tuttavia, i dati del triennio 2016-2018 indicano un trend negativo per le sigarette e positivo per tutti gli altri prodotti, sia in termini di quantità vendute che di riscossione di accise e Iva. Dal 2016 la quantità in chilogrammi di sigarette vendute è diminuita del 6 per cento, mentre gli introiti da accise e Iva si sono ridotti rispettivamente del 3 e del 4 per cento. Tra gli altri prodotti, le quantità in chilogrammi di sigaretti venduti è più che raddoppiata negli ultimi tre anni (+114 per cento); in aumento anche i trinciati. Il gettito complessivo per l’Erario derivante dai prodotti del tabacco ammonta a quasi 14 miliardi.