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Think-tank americano: “La sigaretta elettronica può costare a Trump la rielezione”

Lo sostiene Paul Blair, direttore delle iniziative strategiche dell'Americans for Tax Reform. "Ci sono circa 2,55 milioni di elettori sparsi sui 12 stati chiave della competizione".

L’introduzione del divieto di vendita di liquidi aromatizzati potrebbe costare a Donald Trump la rielezione alla Casa Bianca il prossimo anno. Lo sostiene Paul Blair, direttore delle iniziative strategiche al think-tank Americans for Tax Reform in un lungo intervento pubblicato sul Washington Examiner e rielaborato in parte sul suo blog.
Blair si richiama a un sondaggio condotto dal suo istituto nel 2016, quando Barack Obama aveva annunciato una road-map che avrebbe di fatto condotto al bando delle sigarette elettroniche. Quel sondaggio rivelava che quattro svapatori adulti su 5 dichiaravano di esprimere le proprie intenzioni di voto a seconda della posizione assunta dal candidato in materia di tassazione e regolamentazione della sigaretta elettronica. Già allora, il presidente del think tank, Grover Norquist, sosteneva che il peso della comunità dei vapers (a quei tempi costituita da 10 milioni di utilizzatori in costante e rapida crescita) rappresentava quello che si definisce un single-issue voting group, cioè una comunità appassionata che decide a chi dare il voto in base ad un’unica questione: in questo caso le politiche sullo svapo.
Oggi quella comunità è ulteriormente cresciuta e le sue posizioni politiche si sono ulteriormente radicalizzate di fronte alle campagne sensazionalistiche che hanno messo sotto scacco il settore del vaping negli Usa. Blair ha ripreso i dati di quel sondaggio, proiettandoli sui dodici Stati chiave (i cosiddetti swing states o battleground states), collegi nei quali nessuno dei candidati dei due partiti principali ha un sostegno talmente predominante da assicurare il successo: sono questi gli Stati in cui si gioca ogni elezione americana. Una caratteristica accentuatasi nelle corse sul filo di lana che hanno caratterizzato molte delle più recenti competizioni.
Gli Stati presi in considerazione dalla rielaborazione di Blair sono Florida, Pennsylvania, Ohio, Michigan, North Carolina, Wisconsin, Georgia, Minnesota, New Hampshire, Maine, Arizona e Nevada. “Se l’affluenza alle urne si mantiene stabile nel 2020 rispetto al 2016, ci sono circa 2,55 milioni di elettori sparsi sui 12 stati chiave della competizione“, scrive, aggiungendo che questi numeri vanno considerati addirittura sottostimati, dal momento che negli ultimi anni il numero di vapers adulti è aumentato. È un numero sufficiente a ribaltare i risultati elettorali in tutti gli Stati chiave.
Ignorare che questi adulti usano o hanno usato le sigarette elettroniche per smettere di fumare sigarette tradizionali, cosa di cui sono orgogliosi e in cui credono fortemente, sarebbe uno dei maggiori errori di calcolo politici della campagna presidenziale del 2020“, sentenzia Blair. A queste persone, che giustamente considerano i liquidi aromatizzati come gli strumenti che hanno permesso loro di affrancarsi dalla schiavitù del tabacco e di salvare le proprie vite, vanno poi aggiunti i familiari, gli amici e i vicini di casa che hanno ascoltato le loro storie.
Se Trump vuole deprimere l’affluenza degli elettori o allontanare gli elettori dal suo messaggio in Stati in cui il margine di vittoria potrebbe essere di poche migliaia di voti, vietare le sigarette elettroniche alla nicotina e i liquidi aromatizzati sarebbe un ottimo modo per farlo” conclude Blair.

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