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“Non c’è alcun motivo per avviare una indagine. Negli Stati Uniti d’America sono stati segnalati casi di lesioni polmonari acute in un primo momento sospettati di essere associate all’utilizzo di sigarette elettroniche, ma poi i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno riconosciuto che sono stati il tetraidrocannabinolo e l’acetato di vitamina E la causa probabile del focolaio”. Il sottosegretario per la prevenzione, la salute pubblica e le assistenze primarie inglese Jo Churchill non lascia spazio a dubbi: il Regno Unito continuerà a sostenere la sigaretta elettronica come principale strumento di riduzione del danno da fumo. E, contrariamente alla psicosi internazionale, ha chiarito che quanto occorso negli Stati Uniti non preoccupa minimamente il governo di Sua Maestà. “Le sigarette elettroniche – ha detto in sede parlamentare – sono molto meno dannose del fumo, sebbene non siano completamente prive di rischi. Cinque vittime sono state segnalate nel Regno Unito che potrebbero essere ricondotte all’uso di sigarette elettroniche. È importante sottolineare che però non ci sono prove che i decessi siano stati causati dalla sigaretta elettronica”. Ma se anche così fosse, ha aggiunto, “deve essere inserito nel contesto di oltre 3 milioni di utenti di sigarette elettroniche e oltre 78.000 persone uccise ogni anno dal fumo nella sola Inghilterra”.