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Proprio mentre l’Organizzazione mondiale di sanità incentra gran parte della Giornata mondiale senza tabacco sul pericolo della sigaretta elettronica per i minori, l’Ufficio regionale europeo della stessa organizzazione pubblica un breve rapporto in cui si possono riscontrare alcune aperture verso gli strumenti di riduzione del danno da tabacco. Il documento si intitola “Electronic nicotine & non nicotine delivery systems” e l’autore principale è lo spagnolo Armando Peruga, consulente dell’Oms. Chiaramente il lavoro è tutt’altro che una celebrazione del vaping. Riporta tutte le incertezze che ancora esistono sull’uso a lungo termine dello strumento (se non altro per la sua comparsa relativamente recente) e sulla preoccupazione per la sua possibile diffusione fra i minori e i non fumatori. Ma afferma anche, come evidenza definitiva, che “sostituire completamente le sigarette a tabacco combusto con gli Ends o gli Ennds (rispettivamente sistemi elettronici con e senza nicotina) riduce l’esposizione dell’utilizzatore a numerose sostanze tossiche e cancerogene presenti nel fumo di tabacco”.
Allo stesso modo, il rapporto indica che, secondo una revisione condotta nel 2018 dall’americana National Academies of Science, Engineering, Medicine (Nasem) non vi sono prove sufficienti per affermare che le sigarette elettroniche siano efficaci per smettere di fumare, ma dice anche che in questa revisione non era compreso l’importante studio del 2019 di Peter Hajek, che dimostrava che l’e-cig raddoppi le possibilità della cessazione. “Evidenze moderate – si legge nel documento – dimostrano che alcuni fumatori possono riuscire a smettere di fumare utilizzando frequentemente o intensivamente alcuni tipi di Ends, mentre altri non percepiscono differenza o addirittura sentono che impedisce la cessazione”.
Anche per quanto riguarda i minori, l’Ufficio europeo fa alcuni distinguo. Spiega che vi è una “moderata evidenza che i minori che non hanno mai fumato e sperimentano la sigaretta elettronica hanno il doppio delle possibilità di iniziare a fumare”, ma aggiunge che “i dati finora disponibili non provano che vi sia un nesso di causalità”, cioè che il vaping sia la causa del fumo. Eppure proprio l’Oms ha dato per certo questo nesso di causalità in una delle grafiche messe a disposizione per il No tobacco day del prossimo 31 maggio. “Mentre alcuni autori – spiega il rapporto – credono che l’uso degli Ends e il fumo abbiano una iniziazione indipendente l’uno dall’altro come risultato di una comune propensione latente ai comportamenti rischiosi, altri pensano che la similarità fra gli uso degli Ends e il fumo faciliti la traiettoria da un prodotto all’altro nell’ambito di un quadro di apprendimento sociale”. Anche sugli aromi, spesso sotto accusa per la questione minori, il documento ammette “che sembrano avere un ruolo per incoraggiare il passaggio dai prodotti a tabacco combusto verso gli Ends”.
Obiettivo che appare comunque desiderabile, come afferma l’Ufficio europeo nelle conclusioni. Infatti, dopo aver ricordato che le sigarette elettroniche non sono innocue, che non se ne sono studiati a sufficienza gli effetti a lungo termine, che non sono indicati per i minori, le donne incinta e i non fumatori, il documento afferma che “i fumatori adulti non incinta che passano completamente dalle sigarette a tabacco combusto a Ends o agli Ennds non adulterati e regolamentati possono ridurre i rischi per la loro salute”. “Questo potenziale – conclude il rapporto – è stato riconosciuto dall’Oms (nel Report del Cop7 del 2016, ndr), dal Nasem e dai Centers for Disease Control (in un documento del 2019, ndr)”. Insomma, quella dell’Ufficio europeo non è certo una benedizione della sigaretta elettronica, ma è un importante spiraglio aperto alla riduzione del danno.