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Australia, parlamentari lanciano petizione contro il divieto di importazione nicotina

Il malcontento per il divieto di importazione di liquidi con nicotina per sigarette elettroniche coinvolge anche i parlamentari di maggioranza.

Non sono solo i consumatori e i sostenitori della riduzione del danno da fumo australiani a organizzarsi per cercare di bloccare il divieto di importazione di liquidi con nicotina per sigarette elettroniche, che – previa conferma del Governatore generale – dovrebbe entrare in vigore il primo luglio prossimo. La decisione del Ministro della salute Greg Hunt ha lasciato di stucco anche molti parlamentari della sua stessa coalizione, che sono invece a favore della legalizzazione della sigaretta elettronica con nicotina, come strumento per aiutare i fumatori a liberarsi dal tabagismo. È il caso, per esempio, del deputato George Christensen, della Liberal-National Coaliton, che parla di decisione unilaterale del Ministro della salute.
È stato fatto tutto senza alcuna consultazione con i cittadini o con molti dei parlamentari della maggioranza, me compreso”, ha scritto Christensen sul suo profilo Facebook. “Sono completamente contrario a questa mossa – ha continuato – che potrebbe portare molte persone a tornare alle sigarette o ad acquistare alternative potenzialmente dannose dal mercato nero”.  Ma Christensen non si è fermato alle parole. Insieme al senatore Matthew Canavan, che ha definito l’iniziativa di Hunt come un “accanimento”, il parlamentare ha lanciato una petizione online per fermare “una misura tesa a migliorare la salute, che potrebbe finire per rendere i cittadini meno sani”.
Ricordando le evidenze scientifiche a favore della sigaretta elettronica come sostituto al fumo e le posizioni del governo britannico, il testo della petizione argomenta: “Un tempo l’Australia era leader nella riduzione del fumo. Ma con limitazioni così dure al vaping, l’Australia rischia di invertire la tendenza. L’Australia è uno dei pochi Paesi sviluppati in cui le sigarette elettroniche non sono legali. Invece di proibirle, riteniamo che il governo federale debba regolamentarle, garantendo che siano vendute in sicurezza, tenute lontano dai minori e tassate in Australia. In questo modo potremo guardare avanti a un futuro senza fumo”. La petizione dei due parlamentari, che in poche ora ha ampiamente superato le 30 mila firme, si aggiunge a quella lanciata dall’associazione Legalise Vaping, che al momento ha raccolto oltre 36 mila sottoscrizioni.
Dubbi sul divieto esprime anche il parlamentare della coalizione di maggioranza Trent Zimmerman, che nel 2018, da presidente di una commissione d’inchiesta sull’e-cig, accompagnò con una nota di dissenso le conclusioni contro la legalizzazione delle sigarette con nicotina dei suoi colleghi. “Per me è inspiegabile – ha dichiarato al quotidiano Guardian Australia – che il governo prenda un’iniziativa che potrebbe portare molte persone a tornare a fumare proprio durante una pandemia, quando tutte le evidenze dimostrano che il fumo è un fattore di rischio per la salute di chi prende il coronavirus”. Insomma, la decisione di Greg Hunt ha irritato molti colleghi della sua stessa maggioranza e Chrisensen e Cavanan promettono ai firmatari della loro petizione: “Come attivi parlamentari di governo, vi assicuriamo che i vostri messaggi saranno ascoltati”. Il tempo, però, stringe e manca solo una settimana all’entrata in vigore del divieto.

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