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Manovra, rincaro sigarette elettroniche: “Scelleratezza giuridica, fiscale e sociale”.

I deputati impegnati in quinta commissione nell'approvazione degli emendamenti alla legge di bilancio hanno ricevuto nella tarda mattinata di oggi un accorato appello da parte dei produttori di liquidi e sigarette elettroniche. Pubblichiamo il testo della lettera.

I deputati impegnati in quinta commissione nell’approvazione degli emendamenti alla legge di bilancio hanno ricevuto nella tarda mattinata di oggi un accorato appello da parte dei produttori di liquidi e sigarette elettroniche. Se verrà approvato l’aumento della pressione fiscale saranno messi a rischio migliaia di posti di lavoro. Fatto reso ancora più grave dalla contingenza storica: crisi economica ed emergenza sanitaria. Questo il testo della lettera firmata da Umberto Roccatti e Gianluca Giorgetti (presidente e vicepresidente Anafe-Confindustria) ricevuta da tutti componenti della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati.

Egregio Onorevole,

Le scriviamo urgentemente con grave preoccupazione come ANAFE – Confindustria, Associazione Nazionale del Fumo Elettronico, perché abbiamo appreso che in queste ore verrà approvato un pacchetto di emendamenti Relatori nel quale è contenuta una norma che – oltre ad aumentare la tassazione sui prodotti a tabacco riscaldato (oggetto di recente polemica politica e mediatica) prevederà degli insostenibili aumenti fiscali anche per i “liquidi da inalazione senza combustione”, cioè i liquidi per le sigarette elettroniche da svapo.
Tuttavia, dobbiamo evidenziare con preoccupazione che questi nostri prodotti non hanno nulla a che vedere con il tabacco riscaldato, né sono minimamente parte del caso mediatico di questi giorni che vede contrapposte in una guerra commerciale alcune multinazionali del tabacco. Infatti, i liquidi da inalazione senza combustione sono prodotti quasi esclusivamente da aziende italiane e costituiscono un mercato in cui la presenza delle multinazionali è assolutamente irrisoria.
Colpisce in particolare l’assoluta irragionevolezza dell’aumento di tassazione per il vaping, che arriverebbe per alcune tipologie di liquidi ad un aumento del 300%.
La norma prevede infatti un aumento, per il 2021, delle tasse sui liquidi senza nicotina dal 5% al 10% (+ 100% del peso fiscale) e per i liquidi con nicotina dal 10% al 15% (+50% del peso fiscale).
L’aumento sarà inoltre progressivo di 5 punti percentuali sia nel 2022, sia nel 2023.
Per i liquidi con nicotina la tassazione passerà dunque dal 10% al 25% in tre anni, con un aumento del + 150%; per i liquidi senza nicotina – cosa ancora più assurda – la tassazione passerà dal 5% al 20%, ovvero + 300% in tre anni.
Si tratta evidentemente di una scelleratezza giuridica, fiscale ma soprattutto sociale.
Non solo infatti un aumento del carico fiscale di queste percentuali non sarebbe sostenibile da alcun mercato, non solo il vaping italiano si vedrebbe soggiogato da un peso fiscale insostenibile per colpa della guerra tra le potenti multinazionali del tabacco, ma soprattutto questi aumenti di tassazione sarebbero gli unici aumenti di tasse previsti quest’anno, l’anno del coronavirus.
Sulle sigarette tradizionali, prodotti indiscutibilmente più dannosi della vaporizzazione dei liquidi in particolare quelli senza nicotina, il Governo per la prima volta non ha previsto neanche 1 solo centesimo di aumento. Con la conseguenza che già da gennaio 2021 i prodotti del vaping saranno fiscalmente meno appetibili delle sigarette tradizionali e ci sarà uno spostamento dei fumatori verso i prodotti più dannosi.
Nella guerra tra multinazionali del tabacco a farne le spese saranno quindi maggiormente le aziende italiane che producono liquidi da svapo, le migliaia di negozi di rivendita, decine di migliaia di lavoratori ma soprattutto gli oltre 1 milione di svapatori italiani.
Non si può peraltro dimenticare che nei prossimi mesi il Parlamento europeo sarà chiamato a votare due nuove Direttive (la Tobacco Product Directive e la Tobacco Excise Directive) che avranno evidentemente degli impatti anche per il nostro quadro regolatorio nazionale. Non si vede dunque quale sia la ratio di apportare delle nuove modifiche normative – fiscali in un determinato settore alla vigilia di due nuove direttive europee, che molto probabilmente scardineranno l’intero sistema così come oggi lo conosciamo e che hanno, come obiettivi primari, da un lato la tutela dei consumatori e, dall’altro, l’armonizzazione dell’interno mercato europeo.
Siamo consapevoli che il mercato delle sigarette elettroniche necessità di un quadro regolatorio maggiormente strutturato, siamo noi stessi che come Associazione avanziamo queste richieste. Da anni, ed è per questo che saremmo anche favorevoli alla restante parte dell’emendamento in questione, in particolare laddove si prevede l’istituzione dei c.d. “contrassegni di legittimazione” ovvero i sigilli fiscali del monopolio che hanno la funzione di evitare la contraffazione dei prodotti e la loro illegale circolazione e vendita.
Per questo motivo chiediamo che venga semplicemente soppresso il primo periodo della norma, laddove si prevede l’aumento della tassazione per i prossimi tre anni per i prodotti liquidi da inalazione senza Combustione, cioè i prodotti da svapo.
Non entriamo invece nel merito dell’altro emendamento contenuto nel pacchetto relatori, relativo alla tassazione del tabacco riscaldato, mercato che non compete alla nostra Associazione.

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