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Roccatti (Anafe): “Grave considerare la sigaretta elettronica marginale nella lotta al fumo”

Il presidente dei produttori italiani: "Bene il report UK sul vaping. L’Oms non può ignorare il rischio ridotto dello svapo"

Così come riportato ieri sulle nostre colonne, l’intergruppo parlamentare britannico sulla sigaretta elettronica ha sganciato una vera e propria bomba contro l’Organizzazione mondiale di sanità. Nel documento a conclusione dei lavori istituzionali scrive: “Se il prossimo Cop9 sosterrà per le sigarette elettroniche e per i prodotti a rischio ridotto una posizione contraria alla politica del Regno Unito, il Regno Unito dovrà prendere in considerazione le sue opzioni per quanto riguarda i finanziamenti futuri”.
Le reazioni non si sono fatte attendere. Ad intervenire per prima è l’associazione italiana dei produttori Anafe-Confindustria. “Il Regno Unito, grazie ad un approccio scientificamente laico e progressista – commenta il presidente Umberto Roccatti – si dimostra ancora una volta all’avanguardia nei confronti delle politiche antifumo, sottolineando come il vaping sia un’ottima opportunità per ridurre significativamente il numero di fumatori, nonché le spese sanitarie correlate al fumo. Insieme al Parlamento inglese, condividiamo l’obiettivo di garantire uno strumento a rischio ridotto – del 95% meno dannoso rispetto al tabacco tradizionale – al miliardo di persone in tutto il mondo che non vogliono o non riescono a smettere di fumare, quasi 10 milioni solo in Italia. Condividiamo in particolare le raccomandazioni del rapporto inviato dai britannici all’Oms che includono l’affermazione del principio di riduzione del rischio e l’abbandono di posizioni proibizioniste, la limitazione di qualsiasi decisione relativa al divieto di svapo e di altre alternative a rischio ridotto del fumo, il coinvolgimento di esperti e consumatori durante l’evento internazionale delle parti (Cop) e l’istituzione di un gruppo di lavoro per esaminare la scienza e le prove per i prodotti nuovi ed emergenti. Dopo tutte le evidenze scientifiche, non solo è grave considerare la sigaretta elettronica marginale nella lotta al fumo e continuare ad esporre milioni di fumatori al rischio di cancro, ma ancor più assurdo che siano paragonate al fumo tradizionale, che causa quasi un terzo dei casi di cancro in Europa. L’iniziativa inglese assume particolare rilevanza in questo momento storico in cui ci stiamo avvicinando a importanti appuntamenti internazionali nel corso dei quali le istituzioni di tutto il mondo saranno chiamate ad affrontare il tema. Ricordo infatti che a novembre ci sarà la Cop9 (Conferenza delle parti), il più importante evento istituzionale di confronto sul settore, in merito al quale non solo auspico – conclude Roccatti – che la posizione inglese possa essere presa finalmente in considerazione ma soprattutto che anche altri Paesi dove la cultura della riduzione del rischio è già realtà possano condividere gli effetti positivi dell’utilizzo delle sigarette elettroniche nelle campagne antifumo, contribuendo così ad un cambio di passo da parte dell’Oms”.

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