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Gli sforzi globali per porre fine al fumo segnano il passo e richiedono una drastica revisione delle politiche a tal scopo finalizzate, per evitare che un miliardo di persone muoia in questo secolo per le conseguenze legate all’uso di tabacco. È l’allarme lanciato da un nuovo rapporto, firmato da cinque importanti esperti, membri della International Commission to Reignite the Fight Against Smoking, la Commissione internazionale per rilanciare la lotta al fumo.
Il rapporto consiste in diciannove raccomandazioni, una delle quali balza subito agli occhi: allargare in maniera sostanziale l’accesso ai prodotti di riduzione del danno da tabacco, che dimostrano la loro efficacia specie con i fumatori più incalliti e che possono apportare enormi benefici nei Paesi meno ricchi, nei quali i redditi medi sono medio-bassi. Inoltre una raccomandazione per tutte le aziende produttrici di tabacco a sviluppare un piano per eliminare gradualmente i prodotti combustibili ad alto rischio.
Presieduta dall’ambasciatore in pensione James K. Glassman, ex sottosegretario di Stato degli Stati Uniti per la diplomazia pubblica e gli affari pubblici, la Commissione comprende rappresentanti di India, Indonesia, Sudafrica e Regno Unito. “Il fumo è la più grande sfida per la salute pubblica nel mondo di oggi – ha dichiarato il presidente Glassman – e abbiamo bisogno di audacia, immaginazione e riconoscimento che le preferenze dei consumatori e le nuove tecnologie sono le forze che guideranno il cambiamento necessario”.
L’innovazione al servizio della salute è l’approccio scelto dalla Commissione, tutta un’altra storia rispetto a quanto portato avanti da organizzazioni sanitarie mondiali come l’Oms e da molti governi. “Ora abbiamo a nostra disposizione lo strumento di cessazione più potente della storia – ha proseguito Glassman – la tecnologia che fornisce nicotina senza i pericoli per la salute causati dalla combustione del tabacco”. La Gran Bretagna viene elogiata come apripista delle nuove politiche antifumo, un coraggio che merita emulazione: “Public Health England ha scoperto che le sigarette elettroniche sono il 95% meno dannose delle sigarette combustibili. Non dobbiamo ignorarlo. Coniungando la migliore scienza e una politica pubblica intelligente, la piaga del fumo può essere eliminata”, ha concluso il presidente.
Uno degli obiettivi principali del rapporto è infatti il fallimento dei governi e delle organizzazioni internazionali nell’affrontare i bisogni dei Paesi in via di sviluppo, nonché quelli delle comunità emarginate all’interno dei Paesi a reddito più elevato. Politiche superate e sbagliate che costano vittime e pesano in maniera enorme sui bilanci sanitari degli Stati. Il rapporto della Commissione evidenzia come già oggi le spese legate alla cura di malattie legate al tabacco rappresentino circa il 6% di tutte le spese sanitarie globali ogni anno, circa mezzo trilione di dollari. Somma destinata a crescere nei prossimi anni e decenni se non si riuscirà a invertire la rotta. Il rapporto rileva infatti che se le tendenze attuali continueranno, il numero di decessi per sigarette e altre forme dannose di tabacco crescerà da 100 milioni di decessi correlati al tabacco nel 20° secolo a uno straziante miliardo di decessi nel 21° secolo.