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L’eccessiva regolamentazione delle sigarette elettroniche nuoce alla salute

Un rapporto dell'americana Aci analizza le conseguenze negative di tassazioni onerose, divieti e limitazioni alle sigarette elettroniche.

Regolamentare in maniera eccessiva prodotti che comprovatamente riducono il danno ha gravi conseguenze sulla salute dei fumatori. Sono queste le conclusioni di un rapporto appena pubblicato da The American Consumer Institute Center for Citizen Research (Aci), un ente di ricerca no profit che si occupa di difendere i diritti dei consumatori americani. Il documento si intitola “How Regulations Endanger the Public Health, a review of the evidence on e-cigarette risks and benefits and policy missteps” (come la regolamentazione mette in pericolo la salute pubblica, una revisione delle evidenze su rischi e benefici delle sigarette elettroniche e i passi falsi della politica) e aggiorna quello dello scorso aprile. E, sebbene si concentri sulla situazione degli Stati Uniti, è di grande interesse anche per l’Europa, non immune da tentazioni di iper-regolamentazione.
Il rapporto, scritto da Liam Sigaud e Steve Pociask, parte da alcune evidenze scientifiche: le sigarette elettroniche riducono il danno del fumo del 95%, secondo le stime mai confutate di Public Health England, e sono due volte più efficaci per smettere di fumare degli altri metodi a base di nicotina (come dimostrato dagli studi di Peter Hajek). Nonostante questo, la diffusione dello strumento e la preoccupazione sull’uso dei minori hanno portato spesso i legislatori a sottoporle a tasse sproporzionate, divieti e limitazioni. Si è trattato sovente di decisioni prese sull’onda emotiva scatenata dalla disinformazione, a volte diffusa dagli stessi istituti pubblici deputati alla tutela della salute.
È successo, ricordano gli autori, alla fine del 2019 negli Usa con i casi di lesioni polmonari dovuti a liquidi illegali al tetraidrocannabinolo (Thc) contenenti vitamina E. Per troppi mesi i Centers for Disease Control hanno indugiato a dare la giusta informazione con il risultato che gran parte del pubblico ha creduto che a causare la malattia siano state le normali sigarette elettroniche con nicotina. Il rapporto critica anche la Food and Drug Administration e le sue lentezze: ad oggi, infatti, l’agenzia ha approvato la commercializzazione sul mercato americano di solo un prodotto per la vaporizzazione.
Il problema di tutto questo e della regolamentazione eccessiva dei prodotti del vaping, continua il documento, non è solo che si ignora la scienza sulle sigarette elettroniche, ma soprattutto che si scoraggiano i fumatori a passare ad alternative più sicure e si spingono gli svapatori a tornare al tabacco combusto. “Infatti – si legge nel documento – recenti indagini hanno rilevato che l’aumento delle tasse sulle sigarette elettroniche ha prodotto pessimi risultati, perché ha spinto i consumatori di sigarette elettroniche a tornare a fumare. Pertanto, l’eccessiva regolamentazione dei prodotti per la riduzione del danno sta avendo gravi conseguenze sanitarie per milioni di consumatori americani che fumano”.
Secondo Sigaud e Pociask, le sigarette elettroniche sono il più efficace strumento per aiutare i fumatori a smettere con la loro dannosa abitudine e non dovrebbero essere sottoposte a restrizioni onerose e irragionevoli. “Troppo spesso i responsabili politici – concludono gli autori – hanno agito senza valutare attentamente i costi e i benefici delle loro azioni. L’opposizione istintiva alle sigarette elettroniche, spesso alimentata da informazioni fuorvianti, ne frena l’uso come aiuto per smettere di fumare, penalizzando milioni di americani. È giunto il momento che i responsabili politici seguano la scienza e consentano ai consumatori adulti di accedere a questi prodotti salvavita”.

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