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Psichiatri australiani ribadiscono il sostegno alla sigaretta elettronica

Commentando la Strategia nazionale sul tabacco 2022-30, l'associazione chiede una normativa che incoraggi a fumatori a passare al vaping.

Gli psichiatri australiani e neozelandesi tornano a esprimere il sostegno alla sigaretta elettronica tramite la loro associazione, il Royal Australian and New Zealand College of Psychiatrists (Ranzcp) che rappresenta 74 mila professionisti nei due Paesi. Già nel 2018, il Ranzcp si dichiarò favorevole alla legalizzazione e alla regolamentazione della vendita di liquidi con nicotina per sigaretta elettronica, nella convinzione che la riduzione del danno potesse giovare ai pazienti psichiatrici. Da allora, mentre la Nuova Zelanda si è aperta sempre più al vaping per sconfiggere il fumo, in Australia i liquidi con nicotina sono acquistabili con una complicata procedura solo dall’estero e dietro richiesta del medico.
L’associazione degli psichiatri con sede a Melbourne, però, fa sapere al governo australiano che non ha cambiato idea sulle e-cigarette. E lo fa in un documento inviato alla consultazione sulla bozza del National Tobacco Strategy 2022-2030, che dovrebbe stabilire le linee guida nazionali per ridurre il fumo. Pur essendo d’accordo su molti punti della bozza, il Ranczp è in disaccordo con il Ministero della salute sulla riduzione del danno. “Le strategie di riduzione del danno – si legge infatti nel commento degli psichiatri – dovrebbero riconoscere la difficoltà per le persone con malattie mentali di astenersi completamente dal fumare. Le sigarette elettroniche e i vaporizzatori, ad esempio, possono offrire un modo meno dannoso per fornire nicotina alle persone che fumano, riducendo così al minimo i danni associati al fumo di tabacco e riducendo alcune delle disparità di salute vissute dalle persone che vivono con malattie mentali”.
Il Collegio degli psichiatri chiede quindi la creazione di un quadro normativo che regolamenti le sigarette elettroniche in maniera proporzionata al loro rischio e consenta dunque un accesso allo strumento ad un costo ragionevole. La regolamentazione di questi prodotti, continuano gli psichiatri, dovrebbe puntare a disincentivare l’uso da parte di non fumatori e giovani e al contempo incoraggiare i fumatori a passare alle sigarette elettroniche per smettere di fumare. Per raggiungere questo obiettivo, il Ranzcp suggerisce al governo cinque obiettivi: il rispetto degli standard di sicurezza e qualità, compresa l’età minima per la vendita; l’uso di avvertenze sanitarie basate su evidenze scientifiche; una comunicazione rivolta al pubblico sulla nocività relativa di questi prodotti rispetto alle sigarette; restrizioni adeguate alla pubblicità e infine una tassazione molto bassa che incoraggi l’adozione di questi dispositivi rispetto ai prodotti del tabacco da fumo.
Nel suo position paper del 2018 il Royal Australian and New Zealand College of Psychiatrists affermava che la riduzione del danno da fumo era “componente essenziale di qualsiasi quadro politico che miri a migliorare la salute dei fumatori”, aggiungendo che le politiche basate esclusivamente sull’astinenza acuiscono le disparità sanitarie ed economiche, perpetuando la discriminazione che colpisce in particolare i pazienti psichiatrici. “È il fumo – affermava il Ranzcp – la causa principale del divario sanitario”. Oggi lo ribadisce.

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