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Giovani e sigarette elettroniche, contro il buonsenso vince l’allarmismo

Nonostante i nuovi dati diffusi negli Stati Uniti dimostrino un consumo sotto controllo, si continua a parlare di epidemia. E intanto l'Fda si scaglia contro i produttori di usa e getta.

I nuovi dati sull’uso della sigaretta elettronica fra i giovani americani parlano di un consumo ormai sotto controllo. Eppure, di fronte alle cifre del nuovo National Youth Tobacco Survey (Nyts) che segnalano un modesto aumento, i Centers for disease control (Cdc) e la Food and drug administration (Fda) hanno ridato fiato alla retorica dell’epidemia del vaping, peraltro mai abbandonata. Secondo i numeri diffusi ieri, infatti, l’uso corrente dell’e-cigarette fra gli allievi di scuola superiore e media è al 9,4%, più precisamente al 14,1% fra i primi e al 3,3% fra i secondi. Quello che l’indagine classifica con “uso corrente” è un qualsiasi utilizzo negli ultimi 30 giorni, quindi anche un solo tiro da sigaretta elettronica. I dati sono stati raccolti online fra gennaio e maggio 2022 e sembrano rappresentare una battuta d’arresto rispetto al 2021, quando a usare l’e-cig erano il 7,6% degli intervistati (11,3% alle superiori e il 3,8% alle medie). Ma sono comunque un enorme ridimensionamento rispetto al 20,8% del 2018, quando si iniziò a parlare di epidemia, o anche al 19,6 del 2020, quando l’uso ha iniziato a diminuire. Ma gli stessi Cdc avvisano che i numeri non sono paragonabili fra i diversi anni a causa di diverse metodologie applicate durante l’indagine.
Se dall’uso corrente si passa all’uso frequente (aver svapato in almeno 20 giorni su 30) i numeri si ridimensionano ancora. Fra i vaper correnti, gli utilizzatori frequenti sono il 42,3% (46% alle scuole superiori e 20,8% alle medie). Gli svapatori quotidiani, cioè che usano l’e-cigarette 30 giorni su 30, sono il 27,6% degli utilizzatori correnti (30,1% alle superiori e 11,7% alle medie). Qualche esperto si è preso la briga di ricavare le percentuali generali, scoprendo che a usare “frequentemente” l’e-cig è il 6,49% di tutti gli studenti delle scuole superiori e lo 0,69% di quelli delle medie. La percentuale dell’uso quotidiano è ovviamente ancora più bassa: 4,23% alle scuole superiori e 0,39% alle medie. Detti così, i numeri hanno un effetto molto meno drammatico.
Ma sembra che non fosse questo l’effetto desiderato. “Questo studio mostra che i giovani della nostra nazione continuano a essere attratti e conquistati da una varietà in espansione di marchi di sigarette elettroniche che forniscono nicotina aromatizzata”, ha dichiarato Deirdre Lawrence Kitter, direttore dell’Office on Smoking and health dei Cdc, a cui ha fatto subito eco Brian King, neo direttore del Center for tobacco product della Fda. “L’uso adolescenziale di sigarette elettroniche negli Stati Uniti – afferma King – rimane a livelli preoccupanti e rappresenta un serio rischio per la salute pubblica per i giovani della nostra nazione. Proteggere i giovani della nostra nazione dai pericoli dei prodotti del tabacco, comprese le sigarette elettroniche, rimane tra le massime priorità della Fda e ci impegniamo a combattere questo problema con tutti i mezzi della nostra autorità di regolamentazione”. Autorità che, ad oggi, ha portato l’agenzia a escludere dal mercato americano la stragrande maggioranza di prodotti per il vaping, ad esclusione di pochi device obsoleti, di scarsa diffusione e, tranne uno, prodotti dalle multinazionali del tabacco.
L’Fda non ha, infatti, perso tempo. Dai dati del Nyts risulta che i dispositivi preferiti fra gli studenti sono le e-cig usa e getta, in particolare Puff Bar e Hyde e, all’indomani della loro pubblicazione, l’agenzia ha non solo inviato una lettera di avvertimento a Puff Bar perché riceve e distribuisce i dispositivi senza l’autorizzazione per l’immissione sul mercato negli Usa, ma ha anche respinto la richiesta di autorizzazione per 32 dispositivi Hyde di Magellan Technology Inc.
Come prevedibile, non si sono fatte attendere le reazioni dei sostenitori della riduzione del danno da fumo e dell’industria del vaping. L’accusa ai Cdc e alla Fda non è solo quella di drammatizzare oltre misura i tassi di svapo fra i giovani, portando avanti una posizione ideologica e trascurando i benefici della sigaretta elettronica per i fumatori adulti, ma anche e soprattutto di non presentare i dati su vaping e giovani paragonandoli a quelli del fumo. In base alle rilevazioni dello scorso anno, infatti, il consumo di tabacco combusto, l’abitudine molto più dannosa, è quasi scomparso, attestandosi al suo minimo storico, l’1,5%. “I Cdc – ha commentato l’associazione American Vapour Manufacturers – nasconde aspetti importanti degli ultimi dati, soprattutto che l’utilizzo delle e-cig in età scolare è in calo di 50 punti percentuali dal suo picco nel 2019”. “Contro il vaping – conclude l’associazione – si conduce una campagna multimiliardaria che punta a un divieto che avrà un impatto negativo su oltre 12 milioni di adulti. Questi adulti, molti dei quali svapano per evitare le letali sigarette, sono stanchi di essere ignorati da Cdc e Fda”.

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