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Tassare la sigaretta elettronica fa aumentare il fumo fra i giovani

Secondo le conclusioni di uno studio americano, gli effetti nocivi della tassazione possono superare qualsiasi vantaggio per la salute pubblica.

Le tasse sulle sigarette elettroniche possono sortire effetti indesiderati, molto diversi dalla protezione della salute pubblica, che è lo scopo dichiarato di queste misure. E questo è vero soprattutto per i più giovani, la cui tutela è, almeno a parole, alla base di restrizioni e limitazioni anche e soprattutto fiscali. A suonare ancora una volta l’allarme è uno studio appena pubblicato sul Journal of Health Economics, intitolato “Intended and Unintended Effects of E-cigarette Taxes on Youth Tobacco Use”. L’autore principale, Michael Pesko della Georgia State University, ha coordinato un gruppo di otto ricercatori americani, fra cui c’è anche Abigail Friedman della Scuola di salute pubblica della Yale University, autrice di importanti lavori in questo campo.
Per valutare l’impatto che le tasse sui prodotti del vaping hanno sul consumo di tabacco da parte dei giovani, lo studio ha utilizzato i dati di due grandi indagini nazionali, Monitoring the Future e Youth Risk Behavior Surveillance System. I ricercatori hanno scoperto che queste imposizioni fiscali riducono effettivamente il consumo di prodotti del vaping fra i giovani. Tuttavia, sono stati rilevati anche considerevoli effetti sulle imposte incrociate sulle sigarette, suggerendo una sostituzione economica tra sigarette di tabacco ed elettroniche per i giovani. Questi effetti di sostituzione, specifica lo studio, sono particolarmente forti per i fumatori frequenti. In altre parole, spiega lo stesso Michael Pesko, “le tasse sulle sigarette elettroniche ne riducono il consumo fra gli adolescenti, aumentano quello di sigarette di tabacco, accrescono la percezione del rischio del vaping e spostano gli acquisti dalle rivendite alle cosiddette fonti sociali”. Cioè verso canali meno controllati dal punto di vista della sicurezza e della qualità.
Un risultato, quello di favorire il consumo del prodotto fortemente più dannoso a discapito di quello a rischio ridotto, difficilmente difendibile dal punto di vista sanitario. “Concludiamo – scrivono infatti gli autori dello studio – che gli effetti indesiderati della tassazione sulle sigarette elettroniche possono ridurre considerevolmente o addirittura superare qualsiasi vantaggio per la salute pubblica”.

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