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“La sigaretta elettronica eviterà una grande quantità di morti premature”

In un commento su Nature, quattro illustri e autorevoli scienziati sostengono le potenzialità del vaping come strumento per smettere di fumare.

Avendo condotto importanti ricerche sulla sigaretta elettronica, ciascuno degli autori di questo commento apprezza l’approccio adottato dai governi e dalle associazioni professionali dei medici inglesi e neozelandesi. Crediamo, inoltre che i governi, le associazioni mediche e i singoli operatori sanitari di Paesi come Stati Uniti, Canada e Australia debbano dare maggiore considerazione alle potenzialità della sigaretta elettronica come strumento per accelerare la cessazione del fumo”. Sono queste le conclusioni di un importante commento dal titolo “Nicotine e-cigarette as a tool for smoking cessation”, appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature.
Gli autori sono prestigiosi esponenti della ricerca scientifica internazionale in generale e sul vaping in particolare. Si tratta di Kenneth E. Warner della facoltà di Gestione e politica sanitaria presso la Scuola di salute pubblica della University of Michigan, Neal L. Benowitz della facoltà di Medicina presso la University of California di San Francisco, Ann McNeill del National addiction centre presso il King’s College di Londra (una dei due autori della revisione di Public Health England che stimò l’e-cig del 95% meno dannosa del fumo) e Nancy Rigotti della facoltà di Medicina della Harvard Medical School. Un parterre di accademici di tutto rispetto, che scrive per affermare che esistano ormai abbondanti evidenze che la sigaretta elettronica possa aiutare alcune persone a smettere di fumare e che quindi dovrebbe essere più diffusamente raccomandata come ausilio per la cessazione del fumo.
L’intervento opera prima una revisione della letteratura scientifica sull’efficacia dello strumento. Si cita la Systematic review di Cochrane, che recentemente ha valutato di “elevata certezza” le prove che le e-cigarette con nicotina aumentino i tassi di cessazione del fumo, per poi citare numerosi studi a livello di popolazione e l’accettazione di alcuni prodotti da parte della Food and drug administration americana. “Le analisi di simulazione – scrivono gli autori – generalmente concludono che, incrementando la cessazione del fumo, nel tempo il vaping eviterà una grande quantità di morti premature”. Non solo. Tanto i dati di mercato quanto gli studi degli economisti dimostrano che sigarette elettroniche e sigarette di tabacco sono sostituti. Infatti quando aumentano le vendite e l’uso delle prime, diminuiscono quelle delle seconde e viceversa.
Gli autori si soffermano poi sulle prove scientifiche indicano la notevole minore dannosità delle-cigarette rispetto alla controparte di tabacco. “Una comparazione fra il fumo e l’areosol della sigaretta elettronica aiuta a spiegare il perché – spiegano gli scienziati – Il fumo di sigaretta contiene oltre 7.000 sostanze chimiche, compresi 70 cancerogeni noti. Il numero di sostanze chimiche nell’aerosol di e-cig è inferiore di molti ordini di grandezza e le sostanze tossiche comuni ai due prodotti sono presenti in concentrazioni molto minori”. Nonostante questo, l’approccio dei diversi Paesi allo strumento di riduzione del danno varia enormemente. Si passa dal divieto totale di vendita in vigore in 39 Stati alla promozione da parte di governi e istituzioni sanitarie, come accade in Regno Unito e Nuova Zelanda. In mezzo ci sono tutta una serie di regolamentazioni e limitazioni come il divieto di aromi diversi dal tabacco nei liquidi, la necessità di autorizzazione o notifica prima della commercializzazione, il tetto al contenuto di nicotina, le tasse specifiche e così via.
La posizione che gli autori condividono è quella britannica e neozelandese perché, spiegano, “le sigarette elettroniche sono un’importante alternativa meno pericolosa per gli adulti già dipendenti dalle sigarette, il prodotto di consumo più letale mai inventato”. Questo, però, non può prescindere dalla necessità di preservare i minori dall’utilizzo di questo strumento. “Per arrivare all’accettazione e alla promozione delle sigarette elettroniche come strumento per smettere di fumare – conclude il commento – bisognerà continuare gli sforzi per ridurre l’accesso e l’uso da parte di giovani che non hanno mai fumato. I due obiettivi possono e devono coesistere”.

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