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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 12 al 18 marzo

Sono sempre più numerosi gli studi che dimostrano l'efficacia degli aromi nei liquidi per sigarette elettroniche. Buone nuove, intanto, dalla Svezia: grazie all'harm reduction sarà il primo Paese al mondo raggiungere un tasso di fumatori del 5%.

UsaStudi: aromi dei liquidi importanti, limitarli pregiudica l’efficacia delle e-cig nella lotta contro il fumo
La campagna contro gli aromi diversi dal tabacco nei liquidi rischia di limitare una delle armi principali a disposizione dei fumatori che intendono abbandonare le sigarette a combustione per le assai meno dannose sigarette elettroniche. A confermarlo arrivano indirettamente i risultati di uno studio focalizzato sui consumatori statunitensi, che è ancora in versione preprint e quindi in fase di revisione da parte dell’Harm Reduction Journal. Si intitola “Patterns of flavored e-cigarette use among adults vapers in the United States: an online cross-sectional survey of 69,233 participants” ed è stato condotto da un pool di eccezione: sei accademici molto noti nella ricerca di settore. I nomi sono quelli di Konstantinos Farsalinos e Anastasia Barbouni dell’Università dell’Attica occidentale, Riccardo Polosa dell’Università di Catania, Christopher Russel di Russell Burnett Research & Consultancy e Konstantinos Poulas e George Lagoumintzis dell’Università di Patrasso. Partecipanti, persone dai 18 anni in su che avevano usato l’e-cig per un campione di quasi 70 mila consumatori, il che rende questa indagine la più ampia fra quelle finora realizzate. I risultati, il cui dettaglio ritrovate nell’approfondimento su Sigmagazine, hanno confermato che i gusti più ricercati sono quelli alla frutta o che richiamano dessert e prodotti di pasticceria. Le indicazioni che gli studiosi traggono sono che i gusti diversi dal tabacco rappresentano una componente fondamentale per il successo della sigaretta elettronica non solo nel lungo termine, per impedire ricadute, ma anche per smettere di fumare. E quindi limitarli o vietarli ne comprometterebbe seriamente l’efficacia.

Nuovo studio dimostra l’importanza degli aromi nelle sigarette elettroniche

 

Nuova ZelandaCaphra contro medicalizzazione dello svapo: non replichiamo gli errori australiani
Contro il rischio di uno scivolamento verso politiche sul vaping di stampo australiano interviene Caphra, la Coalition of Asia Pacific Tobacco Harm Reduction Advocates, associazione che promuove le strategie di riduzione del danno nell’area asiatica e del Pacifico. Sullo sfondo la richiesta del Royal New Zealand College of General Practitioners (un organismo professionale e un istituto di istruzione post-laurea che stabilisce gli standard per la medicina generale in Nuova Zelanda) di limitare la vendita dei vaporizzatori alle farmacie o di renderli disponibili tramite Quitline, speciali servizi per smettere di fumare, come accade per i cerotti alla nicotina. “Se medicalizziamo lo svapo, come ha fatto l’Australia, 5.000 cittadini neozelandesi continuerebbero a morire per malattie legate al fumo e non riusciremmo a raggiungere l’obiettivo prefissato di diventare paese libero dal fumo entro 2025”, ha detto Nancy Loucas, coordinatrice esecutiva di Caphra.  “Il Parlamento e il Ministero della Salute della Nuova Zelanda hanno letteralmente passato anni a studiare, e poi a legiferare e regolamentare lo svapo”, ha aggiunto Loucas, e ora “il Royal New Zealand College deve semplicemente aderire al programma che si chiama Smokefree Aotearoa 2025”.

 SveziaGli strumenti di riduzione del danno anticipano a quest’anno la “smoke-exit” di Stoccolma
Sarà il primo paese al mondo a raggiungere un tasso dei fumatori al 5%, la soglia indicata sia dalla European Network for Smoking and Tobacco Prevention che dall’Organizzazione mondiale di sanità per essere considerati “smoke free”, senza fumo. E la Svezia deve molto agli strumenti di riduzione del danno, che i governi del paese non hanno ostacolato nel corso degli ultimi decenni. È la previsione che emerge dal rapporto “The Swedish Experience – a roadmap to a smoke free society”, presentato nei giorni scorsi a Stoccolma, nel quale sono stati resi noti i dati delle ultime rilevazioni sul tasso di fumatori. Sono molto aggiornati, si riferiscono a pochi mesi fa, novembre 2022: i fumatori dai 16 anni in su erano pari al 5,6% della popolazione, quota che lascia ipotizzare il raggiungimento della fatidica soglia nel corso di quest’anno. Ben 17 anni prima di quanto richiede l’Unione Europea, che ha posto l’obiettivo smokefree per i suoi Stati membri per il 2040. Secondo gli esperti che hanno animato il dibattito sul rapporto, la chiave del successo della Svezia è stata coniugare rigide misure di controllo del tabacco con strategie di riduzione del danno da fumo. L’approfondimento nell’articolo di Sigmagazine.

La Svezia diventa smoke free grazie agli strumenti di riduzione del danno

 

GermaniaStöver: ecco i danni della tassa sulle sigarette elettroniche
C’era da aspettarselo, perché altre realtà che avevano conosciuto aumenti dei prezzi degli strumenti del vaping dopo l’introduzione (o l’aumento) di una tassa lo avevano già dimostrato. Ora è realtà anche in Germania e Heino Stöver, direttore del Centro di ricerca sulle dipendenze dell’Università di Francoforte e pioniere degli studi sugli effetti delle sigarette elettroniche lancia l’allarme attraverso il suo account Twitter. “Piccole e medie imprese che rischiano la bancarotta, un mercato nero in crescita ed ex fumatori che tornano alle sigarette di tabacco, abbandonando la meno dannosa sigaretta elettronica, per motivi economici. Questo è il risultato disastroso della tassa sui liquidi”, ha scritto Stöver, rilanciando con un hastag l’appello affinché i legislatori tedeschi abbandonino la piega ostruzionistica degli ultimi anni e abbraccino politiche per la riduzione del danno. Difficile però che accada in questa legislatura, dal momento che l’artefice della tassa siede sul banco più alto del governo: quello del cancelliere.

EuropaAppello di Ivea agli operatori sanitari: illustrate ai pazienti i vantaggi del passaggio alle e-cig
Un appello indirizzato agli operatori sanitari è stato rivolto da Dustin Dahlmann, direttore dell’associazione europea dei produttori di prodotti per il vaping Ieva. Obiettivo: sensibilizzarli alle strategie di riduzione del danno, affinché riconoscano e comunichino al pubblico dei fumatori i vantaggi di passare alla sigaretta elettronica. L’appello di Dahlmann si inserisce nel dibattito suscitato da un articolo apparso poche settimane fa sulla rivista Nursing Times a firma di Debbie Robson e Ann McNeill del King’s College di Londra e John Waldron della fondazione benefica Action on smoking and health (Ash) del Regno Unito, nel quale si sottolineava come le e-cigarette siano al momento lo strumento più popolare per smettere di fumare. Per Dahlmann le ricerche scientifiche però non bastano da sole a spingere politiche di riduzione del danno. Oltre al proselitismo verso i legislatori è necessaria un’operazione di verità e informazione nei confronti di coloro che sono quotidianamente a contatto con chi combatte con le conseguenze del fumo di sigaretta.

I medici devono dare informazioni corrette sulla sigaretta elettronica

 

GermaniaShahab (University College Londra): nocività e-cig ridotta del 70-90% rispetto alle sigarette tradizionali
È il processo di combustione è ciò che rende le sigarette così dannose. Anche le sigarette elettroniche non sono innocue, ma i biomarcatori che danno buone conclusioni sulla nocività sono ridotti dal 70 al 90%”. È quanto ha affermato Lion Shahab, professore di psicologia della salute presso l’University College di Londra e uno dei ricercatori più citati al mondo sulla riduzione del danno, aprendo la nona conferenza organizzata dalla rivista di settore tedesca eGarage che ha visto esperti e politici discutere a Berlino sui nuovi risultati di ricerca sugli effetti del vaping sulla salute e sulle soluzioni politiche da adottare. In termini di rischi, le ultime ricerche evidenziano addirittura come non vi siano differenze tra svapatori e non svapatori, ha aggiunto Shahab. tuttavia è corretto sottolineare che ci vorranno decenni per avere risposte definitive sugli effetti del vaping sulla salute. Allo stato dei progressi della ricerca si può tuttavia affermare che, se il fatto che le sigarette elettroniche non rappresentino un rischio sostanziale non sia stato definitivamente dimostrato, è possibile presumerlo. Un approccio positivo verso la sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno può far aumentare i tassi di abbandono del fumo, hanno sostenuto gli scienziati, mentre da parte dei politici partecipanti sono state sollevate soprattutto preoccupazioni sui rischi di attrazione per i giovani. Uno degli argomenti che rende schizofrenica e di fatto paralizzata un’efficace politica anti-fumo da parte del legislatore tedesco, che non è riuscito finora a trovare equilibri normativi per combinare tutela dei minori e necessità sanitarie.

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