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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 30 aprile al 6 maggio

Le sigarette elettroniche monouso tengono banco nel dibattito europeo. Più nel male che nel bene.

Gran BretagnaI punti salienti del Greenprint for sustainable vaping di UKvia
Si precisano i contenuti del “Greenprint for sustainable vaping”, il nuovo piano d’azione presentato dall’associazione dei produttori di sigarette elettroniche del Regno Unito UKvia per rendere sostenibile sul piano ambientale le e-cigarette, in particolare quelle monouso, di cui avevamo dato una prima indicazione nella rubrica della scorsa settimana. Il progetto consiste in 22 punti che coinvolgono tutta la filiera: dai produttori ai consumatori, passando per gli esercenti e i politici. Si va dai consigli ai rivenditori, all’informazione e alle modalità delle campagne pubblicitarie dei prodotti, alle indicazioni per l’industria fino alle soluzioni per lo smaltimento dei rifiuti prodotti dagli strumenti del vaping. Un piano articolato e complesso che Sigmagazine ha analizzato in dettaglio, anche perché potrebbe costituire un ottimo spunto anche per analoghe iniziative in Italia.

E-cig monouso, il piano dei produttori inglesi per tutelare l’ambiente

AustraliaIl governo non impara dai fallimenti e annuncia ulteriori restrizioni al vaping
Il Ministero della Salute australiano ha annunciato un nuovo giro di vite sui prodotti del vaping, il cui punto centrale è la messa al bando delle sigarette elettroniche monouso. L’Australia ha già una delle leggi più restrittive in materia, entrata in vigore il 1° ottobre del 2021, secondo la quale i liquidi con nicotina, vietati nel paese, possono solo essere importati solo dietro prescrizione medica. Questa misura non ha riscontrato un grande successo, a causa della sua procedura eccessivamente macchinosa e della scarsa disponibilità mostrata dalla classe medica. Ma ha prodotto come effetto la nascita di un mercato illegale tanto pericoloso quanto torbido, come temuto da produttori e consumatori del vaping. Meno controlli sia sulla qualità di quel che viene venduto sottobanco, che sulla tutela dei minori, che in altri Paesi con regole meno draconiane viene assicurata dagli stessi rivenditori autorizzati. Ma compiuto un errore, il nuovo governo ha deciso di insistere e compierne altri. Le nuove e più restrittive misure prevedono il divieto di importazione senza ricetta medica anche dei liquidi per sigaretta elettronica senza nicotina, la limitazione di gusti, colori e altri ingredienti, l’omologazione delle confezioni dei prodotti a quelle dei farmaci e la riduzione della concentrazione di nicotina consentita. Verranno inoltre vietate tutte le e-cigarette monouso. Un’analisi dettagliata nell’articolo di Sigmagazine.

L’Australia è pronta a inasprire i divieti sulle sigarette elettroniche

 

Regno UnitoCritiche britanniche al giro di vite del governo di Canberra sul vaping
Le nuove misure annunciate in Australia tengono banco sulla stampa di settore britannica, che non lesina critiche alla generale politica sul vaping dei vari governi australiani. Il sito di informazione Planet of the Vapes fa i conti a dieci anni di misure proibizionistiche, rilevando che il tasso dei fumatori è sceso dal 15% del 2013 al 14,7% attuale. Un calo dello 0,3%, segno del fallimento completo del proibizionismo, soprattutto se rapportato a quanto avvenuto in altri Paesi, anche in quelli dove la sigaretta elettronica resta uno strumento controverso come gli Stati Uniti. Planet of the Vapes riporta i giudizi di uno degli esperti internazionali sul vaping, il dottor Colin Mendelsohn, che nel settembre dello scorso anno aveva prodotto i risultati del gruppo consultivo di esperti sulle linee guida per la cessazione del fumo del governo australiano. “I risultati hanno rilevato che la politica non ha raggiunto nessuno dei suoi obiettivi e ha solo peggiorato le cose”, aveva detto Mendelsohn, “ha creato un fiorente mercato nero, ha portato alle stelle lo svapo giovanile e ha reso molto più difficile per i fumatori adulti l’accesso a prodotti legali per lo svapo”.

AustraliaCaphra si stufa e sfodera gli artigli contro gli attacchi della stampa per le critiche alla politica anti-fumo del governo
Sfodera gli artigli, abbandonando la consueta abitudine diplomatica, la Coalition of Asia Pacific Tobacco Harm Reduction Advocates (Caphra). Al centro del confronto, questa volta, il rapporto con i media. Nancy Loucas, coordinatrice esecutiva di Caphra, ha denunciato senza giri di parole: “Ci sono alcuni media che stanno facendo del loro meglio per screditare il lavoro che svolgiamo. Dovrebbero invece indagare su chi c’è dietro i continui attacchi contro di noi e lo svapo”. Nello specifico, il contrasto questa volta riguarda le osservazioni che erano state presentate alla Therapeutic Goods Administration (Tga) australiana sulla sua recente consultazione sullo svapo. “Ogni anno oltre 20.000 australiani continuano a morire per malattie legate al fumo. Invece di cercare di risolverlo, i media colpiscono i sostenitori del fumo come me”, ha affermato Loucas, “sembrano alla disperata ricerca di un conflitto di interessi o di una pista di denaro che riconduca al male, ma non possono trovarne neanche una”. Sono parole dure e, come detto, inconsuete nei comunicati dell’associazione, che si è piuttosto distinta per un approccio costruttivo e diplomatico nei confronti delle difficili realtà della regione. “Invece di guardare agli enormi problemi relativi alla politica pubblica australiana sul fumo, attaccano coloro che lo mettono in dubbio”, ha proseguito Loucas, “è un oltraggio che siano così disposti a fare tutto il possibile per macchiare i nomi di coloro che non sono d’accordo con loro, il che non è professionale, etico o addirittura umano”. Non è certo la prima volta che la stampa prende di mira i sostenitori delle politiche di riduzione del danno, tanto da accrescere i sospetti che dietro penne e tastiere si muovano spesso, più che ignoranza, interessi di lobby concorrenti. E con le nuove restrizioni appena annunciate dal ministro della Salute, l’impressione è che il clima non sia certo destinato a rasserenarsi.

FranciaGoverno prende in considerazione il divieto delle sigarette elettroniche usa e getta
Il governo francese potrebbe vietare le sigarette elettroniche usa e getta entro la fine di quest’anno. È quanto dichiarato dal ministro della Salute François Braun. “Sono favorevole a un divieto“, ha detto Braun intervistato dall’emittente France Inter, aggiungendo che i dispositivi “inducono alcuni dei nostri giovani a usare il tabacco“. Un passo indietro rispetto a quanto fatto finora da precedenti governi francesi, che avevano aperto alle politiche di riduzione del danno, mentre il titolare attuale della Sanità crede alla ripetutamente smentita teoria dell’effetto gateway. Sebbene il governo del presidente Emmanuel Macron non abbia la maggioranza in Parlamento, i ministri “lavoreranno con i legislatori” per raggiungere un accordo su un divieto, ha poi affermato Braun, che si è detto fiducioso che il provvedimento possa essere emanato “entro la fine di quest’anno“. Il divieto potrebbe far parte di un nuovo piano antifumo su cui il ministero della salute sta lavorando per i prossimi cinque anni. Un approfondimento su quella che potrebbe rappresentare una vera svolta negativa nella politica francese sul vaping e sulle reazioni controverse alle mosse di Braun nel resoconto di Sigmagazine.

Francia, Ministro della salute contro le sigarette elettroniche monouso

 

OlandaFiltri delle sigarette a combustione, il governo pensa a un divieto totale che sia esteso anche a tutta l’Ue
Restando in tema di sigarette tradizionali, ma spostando l’attenzione proprio sui filtri che rendono il prodotto, oltre che dannoso per la salute dell’uomo anche altamente inquinante per l’ambiente, il Ministero delle Infrastrutture olandese sembra essere di parere totalmente opposto a quello degli esperti del Rivm. La sottosegretaria Vivianne Heijnen, in un incontro con i parlamentari, ha infatti sostenuto che un divieto sarebbe il modo migliore per prevenire l’abbandono dei filtri delle sigarette. Un divieto assoluto dei filtri è l’opzione più efficace per raggiungere l’obiettivo del governo di ridurre del 70% questo tipo di rifiuti, ha detto Heijnen, mentre l’attuale modello di scoraggiamento comporterà solo una riduzione del 15% entro il 2026. Interpellata sull’argomento da Deutch News, Heijnen ha poi aggiunto che il bando dovrebbe essere esteso a tutta l’Europa, perché un divieto unicamente olandese sarebbe in violazione dell’accordo europeo di libero scambio. Ha quindi suggerito di includere tale misura nel rinnovo 2026 delle linee guida europee sulla plastica monouso. Tra le altre proposte anti-fumo, Heijnen ha indicato più divieti locali di fumare sulle spiagge, negli spazi pubblici e durante i festival.

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