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Australia, pubblicato il budget con le misure anti sigaretta elettronica

In sei giurisdizioni il possesso di e-cig con nicotina è sanzionato più pesantemente di quello di eroina, metanfetamine e cannabis.

È stato appena pubblicato il budget 2023-24 del governo australiano, contenente le misure contro la sigaretta elettronica di cui si è molto parlato nei giorni scorsi. Il documento non aggiunge molto a quanto dichiarato una settimana fa dal Ministro della salute Mark Butler. Secondo il riassunto diffuso dal suo dicastero, “il governo collaborerà con gli Stati e i territori per eliminare il crescente mercato nero di prodotti per il vaping illegali anche per: fermare l’importazione di sigarette elettroniche senza prescrizione; aumentare gli standard qualitativi minimi delle e-cigarette anche limitando gli aromi, i colori e altri ingredienti; esigere confezioni di tipo farmaceutico; ridurre le concentrazioni e i volumi di nicotina consentiti; vietare tutti i dispositivi monouso”. Sono inoltre previste campagne informative per “scoraggiare l’adozione del fumo e del vaping, supportare i tentativi di cessazione del fumo e del vaping, denormalizzare il fumo e il vaping e ridurre le probabilità che i fumatori sostituiscano il fumo con lo svapo (e viceversa) invece di smettere”. La tassa sul tabacco aumenterà del 5% per tre anni e tutti i prodotti del tabacco saranno tassati allo stesso modo.
Un inasprimento delle norme che segue l’entrata in vigore, nell’ottobre 2021, di una legislazione già altamente proibitiva, che prevede che l’importazione dei liquidi per sigaretta elettronica con nicotina (vietati nel Paese) possa avvenire solo con ricetta del medico di base e attraverso il sito della Therapeutucs Goods Administration, l’ente regolatore del farmaco. La complessità del sistema e la scarsa disponibilità dei medici hanno creato, come temuto da molti, un fiorente mercato illegale di prodotti che nessuno controlla e senza alcuna limitazione, nemmeno quella di età. Ma invece di pensare di legalizzare e regolamentare il prodotto di riduzione del danno, il governo di Anthony Albanese ha deciso di aumentare i divieti.
In pratica, la sigaretta elettronica è trattata alla stregua di quella tradizionale, tranne che per un particolare non trascurabile: non serve nessuna ricetta del medico per comprare un pacchetto di sigarette a tabacco combusto. “Ora per smettere di fumare bisogna superare un percorso a ostacoli. Ma se si vuole comprare una sigaretta tradizionale, non c’è bisogno di una prescrizione del medico”, commenta, infatti, il titolare di un vape shop di Coburg al quotidiano The Age. I negozi specializzati saranno fra le prime vittime di queste nuove misure, visto che a quanto pare che la vendita delle sigarette elettroniche sarà consentita solo nelle farmacie. In 500 si sono riuniti nella neonata associazione The Vaping Association of Australia e cercano di dare battaglia, anche perché il governo federale ha confermato di non prevedere nessuna compensazione economica per chi sarà costretto a chiudere la propria attività.
Non se la passeranno bene nemmeno i consumatori. Come rilevato dalla stampa locale, in sei giurisdizioni le sigarette elettroniche con nicotina sono classificate in una categoria (schedule 4), che prevede sanzioni più alte per il possesso illegale dell’eroina, le metanfetamine e la cannabis. Nel Territorio della Capitale Australiana dove si trova Canberra, per esempio, avere una e-cig senza prescrizione può costare 32 mila dollari australiani (poco più di 19.550 euro) o due anni di prigione o entrambi. Le autorità locali hanno cercato di rassicurare, spiegando che non applicheranno queste sanzioni al consumo personale, ma la legge esiste in tutta la sua sproporzione. E dice che usare una e-cig con nicotina è più grave che consumare eroina.
Ancora non sono noti i tempi dell’entrata in vigore di queste nuove norme, ma è difficile immaginare che il governo possa tornare sui suoi passi. Staremo a vedere se in questo modo l’Australia riuscirà nel suo intento di tenere tutto sotto controllo o se questi nuovi divieti forniranno una nuova occasione al mercato illegale per espandersi in maniera incontrollata, come molti critici temono. Una cosa è certa: per i fumatori l’accesso allo strumento di riduzione del danno più diffuso al mondo sarà sempre più complicato e disincentivato. “Chi esce vincitore dall’annuncio delle misure su fumo e vaping previste nel budget 2023-24 sono le aziende del tabacco, le bande criminali e il Tesoro”, commenta il dottor Colin Mendelsohn, acceso sotenitore della riduzione del danno da fumo. “A perdere – conclude – sono invece i fumatori, gli svapatori, la sanità pubblica e i negozi di sigarette elettroniche”. E questo non sembra un passo nella giusta direzione.

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