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La maggioranza degli italiani sceglie la sigaretta elettronica per smettere di fumare

L'istituto Eurispes ha presentato a Roma i risultati della ricerca “Fumo: nuovi prodotti e riduzione del danno. L’evoluzione del fenomeno in Italia”.

L’istituto di ricerca Eurispes ha presentato alcuni dei risultati più importanti emersi nelle indagini del 2023 effettuate sul tema “Fumo: nuovi prodotti e riduzione del danno. L’evoluzione del fenomeno in Italia”. L’Istituto torna quindi a sondare le abitudini e le opinioni dei fumatori in relazione al fumo, al suo impatto sulla salute, allo sviluppo e diffusione dei prodotti alternativi a quelli tradizionali. Basti considerare che, stando ai dati dell’Istituto superiore di sanità, nel 2023 i fumatori in Italia sono 10,5 milioni (25,1% degli uomini e il 16,3% delle donne). Il risultato di questa attività di monitoraggio sono tre indagini distinte (la prima presso i fumatori “tradizionali”, la seconda presso gli utilizzatori di e-cig e, infine, la terza presso i fruitori di tabacco riscaldato) dalle quali emerge un quadro caratterizzato da differenze generazionali e di genere, condizioni che influiscono sulla scelta dei prodotti. La realizzazione delle indagini è stata possibile anche grazie al contributo di Philip Morris Italia.

Il fumo “tradizionale”

La maggioranza (68,6%) dei fumatori intervistati (1.018 fumatori “tradizionali”) dichiara di non aver mai provato a smettere di fumare, mentre il 31,4% afferma invece di averci provato. Sull’intenzione di smettere di fumare in un prossimo futuro, il campione interpellato si è così espresso: il 27,2% dichiara che dovrebbe smettere, ma non vuole; il 26,6% dovrebbe smettere ma crede di non riuscire a farlo; il 18,4% vorrebbe smettere, ma non in tempi brevi. Una percentuale del 15,5% afferma di non voler assolutamente smettere, il 12,2% dei rispondenti si propone di smettere di fumare entro sei mesi. Costante la percentuale di fumatori che dichiarano di voler smettere entro sei mesi rispetto al 2021. Ciò che risalta negli anni è la diversificazione dell’offerta che ha cambiato le abitudini dei fumatori: alla sigaretta tradizionale si affiancano in maniera importante prodotti come le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato, che negli ultimi 5 anni hanno visto una crescita evidente e costante. Spesso prodotti tradizionali e innovativi vengono utilizzati contemporaneamente, o per diminuire l’uso delle sigarette tradizionali.

Sigaretta elettronica

Per quanto riguarda i nuovi prodotti, i fumatori di e-cig intervistati (316 su tutto il territorio) hanno conosciuto la sigaretta elettronica soprattutto grazie al passaparola di amici e conoscenti che la usavano già (35,1%) o perché è stata loro regalata (20,9%). Il 18,7% ne è venuto a conoscenza grazie ad articoli e riviste, il 14,6% tramite Internet, l’8,2% tramite le rivendite del prodotto, il 2,5% grazie al consiglio di un operatore sanitario (2,5%). Rispetto all’indagine condotta nel 2021, si osserva che Internet e le rivendite contano meno, così come il consiglio degli operatori sanitari (-4,6% rispetto al 2021). Sono cresciuti, invece, il passaparola di amici e parenti (+6,1%) e gli articoli su riviste (+6,2%) come veicolo di conoscenza del prodotto. Più della metà del campione (57,3%) per svapare utilizza liquidi senza nicotina, mentre il 15,5% preferisce, invece, liquidi con nicotina, mentre il 27,2% dei rispondenti utilizza entrambi i tipi di liquidi. Per svapare, utilizzano liquidi con nicotina soprattutto gli over 64 (20%), seguiti dai fumatori compresi tra i 18 e i 34 anni, con percentuali intorno al 18%. Utilizzano, invece, liquidi senza nicotina maggiormente i rispondenti compresi tra i 35 e i 44 anni (61,5%) e la fascia d’età tra i 25 e i 34 anni (59,5%). Chi usa entrambi i liquidi, invece, si trova maggiormente tra gli over 64 (40%). La maggioranza del campione (58,2%) dichiara di non aver incontrato difficoltà nel reperire informazioni esaustive e attendibili sulle sigarette elettroniche (-6% rispetto al 2021). Al contrario, la quota di chi ha incontrato difficoltà nel reperire tali informazioni è del 41,8%, valore aumentato rispetto alle rilevazioni del 2021 (+6%).
Sul ruolo dello Stato rispetto a eventuali prodotti senza combustione ritenuti scientificamente meno dannosi rispetto a quelli tradizionali, l’82% dei rispondenti ritiene che debba essere permesso ai cittadini di essere informati. Il 52,8% ritiene che lo Stato debba promuovere campagne di informazione, il 56,6% sostiene la necessità di incentivi fiscali per tali prodotti, il 55,4% di incentivi regolamentari quali divieti e limitazioni.
Secondo il 62,7% degli interpellati, lo Stato dovrebbe incoraggiare l’utilizzo della sigaretta elettronica tra i fumatori che, altrimenti, continuerebbero a fumare in ogni caso. Del parere contrario il 37,3% del campione.

Tabacco riscaldato

L’indagine sul tabacco riscaldato ha invece coinvolto 3.145 utilizzatori. Il primo canale di conoscenza dei prodotti a tabacco riscaldato resta il passaparola di amici, conoscenti, parenti già consumatori (63,7%, in aumento rispetto al 2021, ma ancora in calo rispetto al 2020) e anche i punti vendita che espongono tali prodotti si confermano il secondo mezzo di conoscenza (15,8%, -7,3% dal 2021). Aumentano negli ultimi due anni, seppur di poco, i rispondenti che hanno ricevuto il prodotto in regalo (8,4%) tornando più o meno ai livelli del 2020 dopo la leggera flessione del 2021. Rispetto al 2021 diminuiscono i consumatori che hanno conosciuto i prodotti a tabacco riscaldato tramite Internet (8,2%; -1,1%) e da articoli/riviste (2,7%; -2,4%), ma tali percentuali restano più alte di quelle registrate nel 2020. È invece invariata e molto bassa la quota di intervistati alla quale tali prodotti sono stati presentati da un operatore sanitario (1,2%; nel 2020 era lo 0%). L’adozione dei dispositivi a tabacco riscaldato è riuscita ad avere un impatto positivo sulla riduzione del consumo di sigarette tradizionali. Il 79,5% del campione afferma di aver abbandonato le sigarette tradizionali dopo essere passati ai prodotti senza combustione. Prima di adottare i prodotti a tabacco riscaldato l’87% degli intervistati fumava sigarette tradizionali, l’8,8% la sigaretta elettronica, il 2,7% altri prodotti tradizionali del tabacco e solo l’1,5% non utilizzava alcun prodotto. Si evince dunque che quasi tutti i consumatori di tabacco riscaldato lo scelgono in alternativa o in aggiunta ad un prodotto da fumo usato in precedenza (98,5%), mentre sono pochissimi quelli che vi si accostano come primo approccio. Il 62,9% dei fumatori ha provato a smettere, mentre il 37,1% non ci ha mai provato. Risulta in aumento dal 2021 la percentuale di intervistati che affermano di non aver incontrato difficoltà nel reperire informazioni esaustive e attendibili sui prodotti con tabacco riscaldato (70,7%, +8,3%), ma per il 29,3% resta difficoltoso reperire tali informazioni. Interrogando il campione su quali comportamenti ritenga giusti che siano adottati dallo Stato nel caso in cui fosse scientificamente provata l’esistenza di prodotti senza combustione meno dannosi rispetto a quelli tradizionali, emerge che secondo il 91,9% lo Stato avrebbe il dovere di promuovere campagne di informazione ed è altrettanto alta la percentuale di quanti vorrebbero una riduzione della tassazione su prodotti certificati come meno dannosi (90,1%). Per il 71,6% sarebbe giusto anche incentivare tali prodotti sottoponendoli a meno divieti e limitazioni rispetto a quelli tradizionali, mentre solo una minoranza preferirebbe un atteggiamento neutrale attraverso l’applicazione delle stesse norme vigenti per i prodotti tradizionali (39,4%).

La netta maggioranza dei rispondenti (85%) si dichiara concorde con il fatto che Stato e Istituzioni sanitarie dovrebbero incoraggiare i fumatori che continuerebbero a fumare prodotti tradizionali a valutare il passaggio al tabacco riscaldato (45,9% “probabilmente sì” e 39,1% “assolutamente sì”). Un intervistato su dieci ritiene che probabilmente non sarebbe giusto che lo facessero (10,1%) e solo il 4,9% non è assolutamente d’accordo.

Codice di autoregolamentazione

I risultati delle nostre indagini – dichiara il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara – continuano a confermare tre aspetti: il primo che vi è un costante aumento di fumatori che dichiarano di non avere alcuna intenzione di smettere di fumare. Il secondo è legato ai prodotti senza combustione, la cui diffusione va di pari passo con una diminuzione delle sigarette tradizionali o con l’abbandono delle stesse. Il terzo aspetto riguarda la mancanza di informazione sui nuovi prodotti lamentata da quanti hanno partecipato negli anni alle indagini campionarie. Da qui la necessità, nella prospettiva di una più ampia diffusione, di dare indicazioni, che si aggiungono alle regole già individuate dal Legislatore, su come regolamentare alcuni aspetti della comunicazione e della vendita di tali prodotti in modo da coniugare la tutela dei minori e dei non fumatori e il diritto all’informazione. In quest’ottica si inserisce il Codice di autoregolamentazione per la comunicazione e la vendita dei prodotti senza combustione che l’Eurispes ha presentato a giugno del 2022. Il Codice – continua Fara – è stato elaborato da un Tavolo di lavoro di esperti e giuristi, vi hanno aderito in maniera volontaria alcuni tra i più importanti protagonisti del comparto e resta ancora aperto all’eventuale adesione da parte di altri soggetti interessati. Tra le attività poste in essere con la collaborazione degli enti sottoscrittori – Philip Morris Italia, Logista, Fit, Anafe e Uniecig – diamo il via, con la conferenza di oggi, ad una campagna di informazione capillare che raggiungerà i punti vendita di tabacco su tutto il territorio. Il logo del Codice e un QR code di rimando ad una lettura più approfondita dei contenuti del testo saranno apposti infatti in tutte le vetrine di quei negozi che vorranno aderire all’iniziativa. Contiamo in questa prima fase di raggiungere circa 44.000 tabaccai. Diamo il via ad una piccola rivoluzione verso una maggiore consapevolezza degli esercenti e, soprattutto, dei cittadini“.

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