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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dall’11 al 17 febbraio

Si chiude senza clamore la Cop10, mentre un importante studio svizzero conferma l'efficacia dell'e-cig per smettere di fumare. In Gran Bretagna industria e consumatori si organizzano contro le misure del governo e cercano di contrastare il mercato illegale.

SvizzeraStudio: l’e-cig si conferma strumento vincente per smettere di fumare
La sigaretta elettronica si conferma uno strumento vincente nelle terapie per smettere di fumare. Una ulteriore convalida arriva da uno studio svizzero finanziato dalla Swiss National Science Foundation e già accolto con grande favore dalla comunità scientifica internazionale e in particolare dagli scienziati britannici. Si tratta di uno studio clinico controllato, intitolato “Electronic Nicotine-Delivery Systems for Smoking Cessation” che è stato condotto da ventuno ricercatori, guidati dal professore Reto Auer dell’Institut für Hausarztmedizin di Berna. Lo scopo: valutare appunto l’efficacia e la sicurezza dei sistemi di vaporizzazione della nicotina usati da molti fumatori come aiuto per la cessazione del fumo. I ricercatori hanno suddiviso il campione in due gruppi supportati da consulenza standard per la cessazione, ma solo a uno erano state consegnate gratuitamente anche sigarette elettroniche e liquidi. E la percentuale di successo nel gruppo fornito di e-cig è risultata molto superiore: la quotadei partecipanti che a sei mesi dimostrava una astinenza continua dal fumo di tabacco era pari al 28,9%, rispetto al 16,3% del gruppo con sola consulenza. Risultati che dimostrano ancora una volta l’efficacia della sigaretta elettronica come sostegno alla cessazione. Ulteriori dettagli sullo studio e le reazioni della comunità scientifica nell’approfondimento di Sigmagazine.

Sigaretta elettronica strumento efficace per smettere di fumare

 

ScoziaFederazione commercianti accusa il governo: non ci ha consultato per le nuove misure sul vaping
La Scottish Grocers Federation (Sgf), l’associazione che rappresenta i commercianti al dettaglio scozzesi, ha criticato il comportamento del governo che non ha ritenuto di dover ascoltare l’opinione dei propri aderenti nella preparazione del pacchetto legislativo sulle sigarette elettroniche. I governi del Regno Unito e della Scozia hanno definito nei mesi scorsi misure come l’introduzione di un divieto generazionale sulla vendita di prodotti del tabacco e varie restrizioni sulla vendita di prodotti per lo svapo, compreso il divieto dei vaporizzatori monouso. La federazione dei commercianti ha lamentato di non essere stata consultata e ha lanciato l’allarme sulla probabile conseguenza di un esplosione del mercato di contrabbando dei prodotti vietati. “Avevamo proposto un approccio chiaro e costruttivo per affrontare lo svapo giovanile e le preoccupazioni ambientali”, ha detto l’amministratore delegato di Sgf Pete Cheema, “ed evidenziato le potenziali preoccupazioni sull’aumento del commercio illecito e sugli abusi e aggressioni nei negozi”.

Gran BretagnaL’industria del vaping si mobilita contro il piano Sunak
Chi l’avrebbe mai immaginato nel Paese modello delle politiche di harm reduction: il settore del vaping si prepara a contrastare con tutti i mezzi il piano restrittivo del premier Rishi Sunak sulla sigaretta elettronica. Nel mirino non tanto il bando dei vaporizzatori monouso, quanto la limitazione a quattro gusti per aromi nei liquidi (tabacco, menta, mentolo e frutta) e il divieto di esporre i prodotti nei punti vendita. Una campagna di crowdfunding sotto l’egida della Vape Protection Alliance è stata messa in piedi da Robert Sidebottom, amministratore delegato di Arcus Compliance Ltd, con l’obiettivo di ingaggiare un avvocato che sfidi il governo in sede legale. Gli organizzatori temono che le misure contenute nel pacchetto Sunak depotenzierebbero l’efficacia della sigaretta elettronica come aiuto per far smettere di fumare e darebbero al pubblico l’erronea impressione che svapo e fumo siano equivalenti. Parallelamente è stata lanciata anche una petizione al governo e al parlamento inglese, intitolata “Don’t ban flavoured e-liquids for e-cigarette” in cui si chiede di non vietare gli aromi nei liquidi per sigarette elettroniche, data la loro riconosciuta efficacia nelle terapie contro il fumo. Per l’industria del settore, che ora vive un’inattesa incertezza, sono anche in gioco l’esistenza di centinaia di aziende e la sopravvivenza di migliaia di posti di lavoro. Un quadro della mobilitazione del mondo imprenditoriale nell’articolo di approfondimento pubblicato su Sigmagazine.

Petizione e tribunale per salvare l’industria della sigaretta elettronica inglese

 

Gran BretagnaVendita a minori o spaccio di prodotti illegali, un’iniziativa di UKvia smaschera 136 rivenditori sospetti
Ben 136 commercianti sospettati di illecito nelle vendite di prodotti del vaping sono stati segnalati alle autorità nel quadro dell’iniziativa nazionale “Be Vape Vigilant”. Lo ha reso noto la UK Vaping Industry Association (UKvia) che ha dato vita a questa campagna contando sulla collaborazione della grande maggioranza dei rivenditori. Secondo le stesse dichiarazioni di UKvia, la campagna in corso, iniziata alla fine del 2023 e supportata da Trading Standards, dall’Associazione dei minimarket e dal settore della vendita al dettaglio in generale, è stata realizzata per incoraggiare le imprese legittime e il pubblico a contribuire a bloccare alla fonte le vendite di prodotti illegali e anche di quelli legali ai minorenni. Allo scopo è stata creata una nuova piattaforma online attraverso la quale è possibile denunciare i sospetti commercianti disonesti.

UsaVirginia, due progetti di legge propongono divieto degli aromi e introduzione di un elenco dei prodotti legali
La Virginia, a lungo epicentro dell’industria del tabacco, è ora sede di due progetti di legge che, se approvati, vieteranno i prodotti da svapo aromatizzati. Si tratta dei progetti di legge denominati “House Bill 1069” e “Senate Bill 550”, depositati presso l’Assemblea generale dello Stato, e prevedono una multa di 1.000 dollari al giorno per ogni prodotto venduto di cui la Food and Drug Administration non ha autorizzato la commercializzazione negli Stati Uniti. I promotori sostengono che che la Virginia deve intervenire laddove Washington è stata inefficace: e cioè nel bloccare le sigarette elettroniche aromatizzate non regolamentate come i dispositivi usa e getta. Il procuratore generale (Attorney General) manterrebbe un elenco dei prodotti legali, proprio come già accade in altri due Stati – Alabama e Louisiana – e i prodotti non presenti in quell’elenco non potranno essere venduti legalmente in Virginia. I due progetti di legge stabiliscono inoltre che i produttori certifichino al procuratore generale che il loro prodotto presenta un ordine di autorizzazione all’immissione in commercio della Food and Drug Administration o che ne è esente perché veniva venduto negli Stati Uniti prima già del 2016.

UcrainaSistema di tracciabilità per gli e-liquid e riforma della tassazione sul tabacco in linea con l’Ue
L’Ucraina riformerà le tasse sul tabacco e sul carburante, introducendo gradualmente accise minime per il mercato dell’Unione europea nei prossimi cinque anni. Lo riferisce l’agenzia di stampa Interfax. Il governo prevede che la misura genererà entrate aggiuntive tra l’1,5% e il 2,2% del Pil. L’Ucraina prevede inoltre di implementare un sistema di tracciabilità elettronica per i prodotti del tabacco e gli e-liquid. La strategia nazionale delle entrate 2024-2029 è uno dei parametri strutturali del programma di cooperazione con il Fondo monetario internazionale.

PanamaCop10, tanto rumore per nulla
La cosa più emozionante della Cop10 di Panama è stata il suo primo rinvio a causa delle proteste che lo scorso autunno avevano scosso il Paese suggerendo agli organizzatori di rimandare la conferenza al febbraio 2024. Per il resto nessuna grande decisione è arrivata dai lavori svoltisi di fatto a porte chiuse, a parte il generale clima di ostracismo nei confronti del vaping e delle politiche di riduzione del danno. In evidenza (ed è tutto dire) l’appello alle nazioni di tenere conto dell’impatto ambientale derivante dalla produzione e smaltimento dei prodotti del tabacco. Nel resoconto di Sigmagazine un sunto di quanto accaduto a Panama in una Cop10 che di certo non rimarrà alla storia.

Oms, la Cop10 si chiude senza sussulti ma è mistero sulla presenza italiana

 

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