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Lotta al fumo: le politiche proibizioniste non hanno mai funzionato

Uno studio presentato in Senato dalla Fondazione Einaudi ha analizzato i risultati ottenuti dai Paesi che applicano approcci normativi differenti.

Presentato al Senato lo studio “Prodotti innovativi del tabacco e della nicotina: approcci normativi a confronto” della Fondazione Luigi Einaudi in collaborazione con Euromedia Research, che ha condotto l’Indagine demoscopica realizzata su un campione di cittadini italiani sui prodotti senza combustione, con il contributo di Philip Morris Italia. La maggioranza dei rispondenti – fumatori e utilizzatori di prodotti senza combustione, quali tabacco riscaldato e sigarette elettroniche – condivide l’adozione, da parte delle istituzioni italiane, di misure che favoriscano l’abbandono delle sigarette tradizionali anche attraverso l’uso di prodotti innovativi. Orientamento questo confermato da oltre il 67% di coloro che utilizzano prodotti a tabacco riscaldato e sigarette elettroniche.

Sergio Boccadutri

Il sondaggio pone inoltre l’accento sulla necessità, da parte dei cittadini, di ricevere un’informazione più consapevole: quasi il 75% degli intervistati ritiene che a fronte di evidenze scientifiche che indicherebbero i prodotti senza combustione quale valida alternativa alle sigarette, in una logica di potenziale riduzione del rischio, i fumatori dovrebbero avere il diritto di ricevere informazioni accurate in merito. La maggioranza degli intervistati, inoltre, è favorevole a una regolamentazione e una fiscalità differenziata tra prodotti da fumo tradizionali e prodotti innovativi. I risultati dell’indagine, presentati da Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, sono parte dello studio della Fondazione Einaudi. Lo studio effettua una ricognizione sulla regolamentazione dei prodotti innovativi del tabacco e della nicotina, messa in atto in diversi paesi, con particolare riferimento ai prodotti senza combustione.
La cultura liberale, di cui la Fondazione Luigi Einaudi è custode, guarda con scetticismo all’efficacia dei divieti”, ha affermato il segretario generale, Andrea Cangini, introducendo l’incontro. “Anche in materia di prodotti innovativi del tabacco e della nicotina, alla logica proibizionista preferiamo la logica, assai più efficace, dello stimolo all’innovazione. Fa piacere constatare che sia questo l’approccio scelto dall’Italia”. Lo studio presentato da Sergio Boccadutri, membro del Cda della Fondazione Einaudi, ha analizzato l’approccio normativo di Italia, Francia, Regno Unito, Messico, Nuova Zelanda, Grecia e Repubblica Ceca. Si ricavano sostanzialmente due differenti tipologie di approccio in merito alla regolamentazione dei prodotti innovativi: uno proibizionista, con l’adozione di un quadro regolatorio e fiscale che tende a ridurre o annullare le differenze, pur esistenti, tra i prodotti tradizionali da fumo e i prodotti innovativi del tabacco, e un approccio maggiormente pragmatico basato sul riconoscimento, normativo e fiscale, delle differenze esistenti tra i diversi prodotti da fumo. Utilizzano il primo approccio la Francia e il Messico, con risultati pochi efficaci, se si considera che, guardando al tabacco tradizionale, ad esempio in Francia una sigaretta su tre risulta essere di contrabbando.
In tal senso, l’Italia, primo produttore di tabacco tra i paesi dell’Unione europea, nonché leader mondiale nella produzione su larga scala di prodotti del tabacco riscaldato, è pioniere nelle politiche di regolazione sui prodotti innovativi, avendo adottato da tempo un framework normativo fatto proprio – nel corso degli anni – da molti paesi in Europa e nel mondo. Nel settore del tabacco, della nicotina e dei prodotti correlati, si legge nel paper, “si dovrebbe cercare di fissare una regolamentazione e una tassazione che tengano chiaramente conto delle differenze esistenti tra i prodotti da fumo e quelli privi di combustione, motivando così, anche sul piano economico, i fumatori che altrimenti continuerebbero a fumare a passare ai prodotti alternativi“.

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