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Il vapore inalato nei polmoni utilizzando la sigaretta elettronica non inibisce le normali funzioni del surfattante polmonare. Lo ha scoperto un team di ricerca della Ohio University guidato da Amir Farnoud, professore associato di Ingegneria chimica e biomolecolare presso il Russ College of Engineering and Technology. Lo studio è molto specifico, ma proviamo a capire di cosa si tratta. Il surfattante polmonare è un fluido tensioattivo composto da lipidi e proteine e secreto da alcune cellule degli alveoli. Il suo compito è molto importante per la funzionalità dei polmoni perché ne aumenta la compliance, cioè la capacità di variare il proprio volume quando viene applicata una determinata pressione. In pratica, il fluido impedisce il collasso degli alveoli più piccoli e l’espansione eccessiva di quelli più grandi. Non solo, il surfattante ha una importante funzione nel prevenire dell’accumulo di fluidi nel polmone e nel mantenere le vie aeree asciutte.
Lo studio di Farnoud ha esaminato gli effetti del vapore di ecig e del fumo di sigaretta sul surfattante polmonare e ha scoperto che l’aerosol di sigaretta elettronica non ne inibisce le proprietà, a prescindere dalla dose o dall’aromatizzazione dell’eliquid utilizzato. Al contrario, il fumo di sigaretta altera pesantemente le funzioni del surfattante e il danno è direttamente proporzionale alla dose. Cioè più si fuma, maggiore è il danno. L’elemento più dannoso è risultato essere il catrame, un prodotto della combustione che, naturalmente, è del tutto assente nel vapore di sigaretta elettronica.
“C’è molto interesse nel capire gli effetti delle sigarette elettroniche sulla salute polmonare – spiega Amir Farnoud – Ora sappiamo che non ci sono effetti negativi sul primo strato protettivo”. Un altro studio, questo della Ohio University, che si va ad aggiungere a numerosi altri che dimostrano come il vaping sia molto meno dannoso del fumo. In breve, uno strumento di riduzione del danno.