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Il vapore della sigaretta elettronica induce reazioni biologiche associate a malattie cardiovascolari e polmonari significativamente minori se paragonato al fumo di sigaretta. A dirlo è uno studio presentato ieri a Baltimora, nel Maryland, nel corso del cinquantottesimo congresso della Society of Toxicology, l’organizzazione professionale e accademica americana fondata nel 1961 che riunisce scienziati provenienti da università, governo e industria che si occupano di tossicologia. Lo studio in questione è stato condotto da Philip Morris International in collaborazione con Altria Group, la holding di cui fa parte Philip Morris Usa ed ha osservato gli effetti sui topi dei vapori di ecig con e senza nicotina e con e senza aromi.
Per sei mesi i topi da laboratorio sono stati esposti a aria, fumo di sigaretta o tre diverse formulazioni di sigaretta elettronica: la prima conteneva PG/VG e acqua; la seconda PG/VG e acqua e nicotina al 4%; la terza PG/VG e acqua, nicotina al 4% e aroma. L’esposizione durava 3 ore al giorno per 5 giorni a settimana per, appunto, sei mesi. Alla fine del periodo i ricercatori hanno misurato alcuni indicatori della malattia.
L’esposizione al vapore di ecig, rispetto al fumo di sigaretta, ha provocato livelli più bassi di infiammazione polmonare, minori danni strutturali e alterazioni molecolari nei polmoni, minore formazione di placche ateriosclerotiche e alterazioni molecolari nell’aorta e nel tessuto cardiaco. Nel caso di inalazione di vapore con nicotina, lo studio ha rivelato un aumento della velocità del battito cardiaco (un effetto atteso), ma sempre inferiore rispetto al fumo di sigaretta.
Insomma, nel complesso questo studio ha dimostrato che il vapore delle ecig riduce significativamente il danno da fumo. Dopo la presentazione al congresso della Society of Toxicology, lo studio verrà sottoposto a riviste specializzate peer-reviewed per chiederne la pubblicazione.