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Sentenza Consulta, Anafe-Fiesel: “Stop anche al 2015”

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, la parola non poteva non spettare ai massimi vertici istituzionali di categoria, Massimiliano Mancini, presidente di Anafe-Confindustria, e Massimiliano Federici, presidente di Fiesel-Confesercenti. “Proviamo grande soddisfazione e senso di giustizia per la decisione della Corte Costituzionale che – dando ragione a due anni di battaglie in difesa delle sigarette elettroniche - ha confermato che la tassazione sulle e-cig é spropositata e peggiorativa nel contenuto e addirittura rispetto al livello di tassazione del tabacco”.

La Corte Costituzionale così ha deciso: imposta di consumo illegittima

Ecco la sentenza della Corte Costituzionale nello stralcio relativo soltanto il giudizio: "La Corte Costituzionale riuniti i giudizi dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 62-quater del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504 (Testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative), nel testo originario, antecedente alle modifiche apportate dall’art. 1, comma 1, lettera f), del decreto legislativo 15 dicembre 2014, n. 188 (Disposizioni in materia di tassazione dei tabacchi lavorati, dei loro succedanei, nonché di fiammiferi, a norma dell’articolo 13 della legge 11 marzo 2014, n. 23), nella parte in cui 

In Texas la Competitive Vaping League. Ma non senza polemiche.

Hanno preso il via negli Stati Uniti competizioni tra vapers che premiano chi riesce a produrre più vapore con la loro sigaretta elettronica. Il vincitore è riuscito ad espirare una nuvola di vapore lunga circa due metri. I partecipanti si sono riuniti in un negozio di ecig del Texas. Le regole sono semplici: è sufficiente aspirare e poi rilasciare vapore per quanto più possibile.

Vape-cafè, quando anche in Italia?

In Italia non esistono ancora ma potrebbe essere la nuova frontiera dello svapo: i vape-bar. Negli Usa ne esistono alcuni già da tempo ma a Belfast ha aperto il primo locale europeo che può servire sia bevande che liquidi e aromi per e-cig. Si chiama E-cigaretteclub ed è nato per volontà di Jordan Steward, un imprenditore che ha visto nel connubio relax-svapo ampi margini di investimento (e di guadagno).

“L’Italia non è un paese per imprenditori”

Alessandro Chiolini, fondatore della Dks eliquid, abbandona l'Italia e trasferisce l'azienda in Germania. Un'altra eccellenza italiana che soccombe alla pressione fiscale e alla mancanza di regole certe ed uguali per tutti. Qui l'intervista a Chiolini che spiega tutti i motivi che lo hanno costretto alla scelta. Togliendosi anche qualche sassolino....

Bertacco (Real Farma): “Basta personalismi, pensiamo al bene comune”

Dieci impiegati tra collaboratori e dipendenti, due sedi che fungono da laboratorio e deposito fiscale: Real Farma è tra le principali aziende italiane nel settore di produzione degli e-liquid. Operativa sin dalla nascita delle sigarette elettroniche, Real ha puntato esclusivamente su materie prime italiane, tutte tracciate e certificate dall'Ente unico di accreditamento di qualità in Italia. Infatti la produzione non punta sulla quantità ma su una gamma selezionata di sapori che potrebbero definirsi "di base" perché non nascono da variegati cocktail ma sono essenzialmente puri. Fiore all'occhiello della produzione è la linea aromatica che ricorda il fumo della sigaretta, dando così origine ai liquidi cosiddetti sigarettosi. E' Paolo Bertacco, consulente della Real Farma, a spiegare i motivi di questa scelta strategica. Proprio il ragionare a medio-lungo termine ha determinato la scelta di orientare la nostra produzione nei “sigarettosi” e tabaccosi. Il mercato della e-cig si rivolge principalmente ai fumatori di sigarette tradizionali, questi per passare alla e-cig definitivamente devono sin da subito trovare un prodotto che riesca a far dimenticare la sigaretta tradizionale ma allo stesso tempo provare lo stesso gusto e sentire lo stesso profumo. Con i sigarettosi il cliente viene più facilmente fidelizzato, prova ne sia che la stragrande maggioranza dei nostri consumatori difficilmente abbandona i nostri liquidi. In pratica siamo riusciti a creare l'effetto dipendenza anche sugli e-liquid. Quante ore di studio e ricerca occorrono prima che un eliquid venga commercializzato? Più che parlare di ore parlerei di mesi. Probabilmente siamo l'azienda con la gamma di liquidi più ristretta al mondo. Ma è stata una scelta ponderata. Il nostro lavoro si basa principalmente sulla qualità, sulla differente scelta delle basi che compongono i nostri liquidi, sulla ricerca dei migliori aromi e sopratutto sulla certificazione della provenienza. Insomma, poniamo sempre la qualità al centro della nostra produzione. Le cito un esempio: prima di mettere in commercio il sigarettoso San Diego lo abbiamo lavorato per otto mesi, cambiando la formula per decine di volte, fatto testatre a decine di svapatori. Ma ne è valsa la pena, ora possiamo dire di aver ottenuto un liquido dalla resa aromatica perfetta della massima qualità. E questo è un iter che facciamo con tutti i nostri liquidi. Negli ultimi tre anni come sono cambiati i gusti degli svapatori? Il mercato dello svapo è molto variegato. Negli ultimi tre anni abbiamo assistito alla crescita dei cosiddetti hard vapers, gli svapatori estremi che provano tutto e sono aggiornati su tutto ma che cambiano gusti con una frequenza impressionante. Poi c'è una fetta che non ha ancora trovato il proprio gusto e un'altra che è stata fidelizzata e che difficilmente potrà cambiare. Il nostro lavoro punta al lungo periodo, vogliamo fidelizzare lo svapatore, guardiamo ai prossimi trent'anni quando il consumatore cercherà il liquido che lo accompagnerà per sempre. Ma negli ultimi tre anni a cambiare sono state anche le regole e le norme. Quanto hanno inciso su di voi queste restrizioni? Non possiamo negare che le restrizioni e l'incertezza di questi tre anni non ci abbiano condizionato, come del resto hanno condizionato tutti gli addetti del nostro settore. Eppure voi non siete tra gli ultraconservatori, i "duri e puri". Voi avete detto che la tassa la pagherete. Quindi non siete poi così contrari... Non siamo ultraconservatori. La tassa, come tutti, non la digeriamo però la paghiamo perchè purtroppo è legge e sappiamo che il mancato rispetto degli obblighi potrebbe avere delle conseguenze spiacevoli. Dietro al nome di un'azienda ci sono sempre delle persone, famiglie che grazie al lavoro possono vivere una vita normale e dignitosa.
Una precisazione però è dovuta, il non essere ultraconservatori non significa che non si lotti per il bene comune, che si accetti la tassa, anzi... Ecco perché la nostra azienda ha deciso anche di impegnarsi in prima persona: abbiamo aperto una pagina ufficiale su Facebook (polmoni liberi, ndr) che è tra le più critiche e per questo anche tra le più seguite dai diretti interessati, tra cui l'Aams, politici e giornalisti. Non usiamo la pagina per scopi personali e pubblicitari ma per informare quotidianamente gli operatori del settore sulle vicende che riguardano tutti. Ad esmepio, siamo stati recentemente promotori di tre interrogazioni in commissione; abbiamo incontrato e discusso con le forza politiche rappresentate in Parlamento; fatto presente le nostre ragioni ai massimi dirigenti delle maggiori testate d'informazione nazionali; contribuito a far porre la firma a tutti gli emendamenti e ordini del giorno che sono stati presentati dal giugno 2013 ad oggi. Purtroppo però ci scontriamo quotidianamente con poteri e interessi trasversali che forse scavalcano anche la politica. Mettetevi nei panni del legislatore. Come si può migliorare? Avrei fatto esattamente il contrario di quello che è stato fatto. Nella veste di legislatore avrei guardato con attenzione e un occhio di riguardo a questo settore, avrei colto i segnali importanti che da più parti parlano di una crescita esponenziale del prodotto, l'avrei incentivato cercando di favorire in maniera decisa il made in Italy, questo sopratutto attraverso una fiscalità di favore. Inoltre avrei agito sui media affinchè se ne parlasse in modo positivo, magari mettendo in evidenza tutti i "mali minori" della sigaretta elettronica rispetto il fumo tradizionale. Internet e shop on line: aiutano il settore o rappresentano un pericolo? Il progresso non si può arrestare. Esistono e continueranno ad esistere sia i negozi fisici che quelli online: ognuno però deve trovare una sua dimensione e convivere per lo sviluppo del settore, non per escludersi l'un con l'altro. Suggerimenti per l'immediato futuro? Maturare, rendersi conto che se non si fa squadra siamo destinati a soccombere; abbandonare i personalismi e cominciare a pensare per il bene comune; unire le forze per lanciare un messaggio forte al mercato. Mostrare i vantaggi del prodotto, in sintesi, formare e plasmare un'immagine positiva.

Francia, mezzo milione di fumatori in meno grazie alla e-cig

L'istituto francese di prevenzione e educazione alla salute (Inpes) ha condotto una ricerca per verificare le abitudini dei cittadini transalpini in materia di sigaretta elettronica. Il campione ha preso in esame 15mila persone di età compresa tra i 15 e i 75 anni. Emerge che "i rischi provocato dall'utilizzo della sigaretta elettronica sono più lievi rispetto quelli indotti dalle sigarette tradizionali".

Best e-liquid Usa, the winner is…

E' della Johnson Creek il liquido più apprezzato negli Stati Uniti: si tratta dello Spiced Apple Cider. La ricerca, condotta dalla rivista Vapor Lives Magazine, tra le più diffuse in materia di svapo, ha preso in esame tutti gli e-liquid prodotti e venduti sul mercato a stelle e strisce.