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Multinazionali del tabacco e industria della sigaretta elettronica a confronto

Non era mai successo in passato che le multinazionali del tabacco dibattessero pubblicamente - e a voce alta - con i rappresentanti della filiera del vaping.

Non era mai successo in passato che le multinazionali del tabacco dibattessero pubblicamente – e a voce alta – con i rappresentanti della filiera del vaping. La fiera Vapitaly è stata l’occasione per fare incontrre i big player del settore e farli confrontare a microfoni accesi sul futuro della sigaretta elettronica. Nonostante la diffidenza iniziale, il dibattito è stato caratterizzato da una sana discussione di prospettiva. Sul palco le tre multinazionali del tabacco che producono e distribuiscono anche sigarette elettroniche: Japan Tobacco International con Logic, British American Tobacco Italia con Vype, Imperial Brands con Blu. Con loro anche Juul, la multinazionale statutinense da due mesi presente anche in Italia, Anafe Confindustria in rappresentanza dei produttori di liquidi di ricarica e Vapitaly in rappresentanza del mercato. Univoco il messaggio che è arrivato dalle major: il mercato dell’e-cig è in crescita e, di conseguenza, le aziende vogliono investire in questo comparto e presidiarlo con prodotti nuovi che non contengono tabacco. Un cambio di prospettiva confermato anche dalla disponibilità dei colossi a sostenere la riforma della normativa europea necessaria per far uscire i prodotti del vaping dalla Direttiva che regola i tabacchi (Tpd). Una risposta implicita al vicepremier Salvini che, sempre da Vapitaly, aveva ribadito il sostegno al settore del vaping con una accelerazione sul fronte della riduzione del danno e della salute pubblica.
La nostra strategia è molto chiara – ha detto Luca Gentile, BAT – British American Tobacco Italia – noi stiano dando seguito alla ‘trasforming tabacco agenda’, ovvero il passaggio graduale dalla sigaretta tradizionale a prodotti a potenziale rischio ridotto. Dobbiamo lavorare tutti insieme per garantire ai consumatori prodotti di qualità e sicuri”. Per Enrico Ziino, Imperial Brands: “Già da molti anni Imperial Brands sta investendo in categorie di prodotti a rischio ridotto che possano superare la sigaretta tradizionale. I vaporizzatori sono al momento l’alternativa più affidabile, sicura e soddisfacente per i consumatori. Motivo per il quale i nostri investimenti sono da anni particolarmente alti nel vaping. Siamo fortemente convinti che esistono alternative al fumo tradizionale, sulle quali andrebbe fatta una corretta comunicazione e informazione”. Lorenzo Fronteddu, JTI – Japan Tobacco International: “Da tempo sosteniamo la convinzione che le e-cig non siano solo un modo per smettere di fumare ma uno strumento alternativo e con pari dignità del tabacco. Nei prossimi tre anni investiremo un miliardo di euro in studi scientifici che definiscano i parametri del rischio ridotto”. Gianluca Giorgetti (Anafe) ha così commentato: “Non temiamo l’ingresso nel settore delle major del tabacco perché rappresenta un’opportunità per tutto il comparto. La cosa più importante è l’obiettivo da raggiungere che è diminuire il danno da fumo e i costi per la salute pubblica”. Gabriele Mazzoletti (Juul) ha concluso: “Noi abbiamo l’obiettivo di eliminare le sigarette, offrendo ai fumatori una alternativa efficace. Per lo sviluppo del vaping è necessario concentrarsi su tre ambiti: la qualità dei prodotti, con controlli rigorosi; il divieto di accesso per la protezione dei minori; una più marcata differenziazione fiscale dei prodotti del vaping rispetto a quelli a combustione”.
Sono soddisfatto dell’incontro – ha commentato Mosè Giacomello, presidente Vapitaly – Un segnale di distensione ma anche di riconoscimento. La fiera di Verona serve, oltre a fare business, anche a creare occasioni di confronto, approfonsimento e dibattito. Cosa troppo spesso trascurata a favore della cosiddetta “navigazione a vista“.
Un primo mattone è stato posato. La speranza è che da ora in poi la trasparenza, il dibattito franco e il confronto possano essere le linee guida per delineare strategie di svilupppo comune, a partire dai messaggi volti alla riduzione del rischio.

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