Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

I messaggi comparativi fumo-sigaretta elettronica sono più efficaci per i fumatori

Ricercatori inglesi hanno evidenziato che “le avvertenze previste dalla Tpd possono essere degli efficaci strumenti di prevenzione ma i messaggi comparativi sono più validi”.

Le avvertenze sanitarie imposte dalla Direttiva europea sui prodotti del tabacco (Tpd) sulle confezioni di prodotti per il vaping hanno l’effetto di disincentivare i fumatori a passare alla sigaretta elettronica, mentre l’uso alternativo di messaggi comparativi avrebbe l’effetto opposto. Di questo tema si era già occupato lo scorso anno un gruppo di ricercatori del Center for Addictive Behaviours della London South Bank University. Ora Catherine Kimber, Daniel Frings, Sharon Cox, Ian Albery e Lynne Dawkins ritornano sulla questione con uno studio più ampio, finanziato da Cancer Research UK, che sarà pubblicato sul numero di febbraio 2020 della rivista scientifica Addictive Behaviors.
Un campione di 2495 cittadini britannici – 1283 dei quali erano fumatori e 1212 non fumatori – hanno riportato le proprie impressioni dopo aver osservato delle immagini di sigarette elettroniche con impresse le avvertenze imposte dalla Tpd (“Questo prodotto contiene nicotina che è una sostanza che dà alta dipendenza”), poi con messaggi comparativi (“L’uso di questo prodotto è molto meno dannoso del fumo”), poi con entrambi e, infine senza nessun messaggio. Le impressioni rilevate riguardavano la percezione del danno, della dipendenza, dell’efficacia, l’accettabilità sociale, l’intenzione di acquistare e usare una e-cig e, solo per i fumatori, l’intenzione di smettere di fumare e utilizzare un’e-cig nel tentativo ci cessazione.
I non fumatori erano quelli con una maggiore percezione del danno e della dipendenza e una minore accettabilità sociale. In entrambi i gruppi, la percezione del danno e della dipendenza aumentava in presenza delle avvertenze previste dalla Tpd e diminuivano con i messaggi comparativi. Solo per i fumatori la percezione del danno diminuiva davanti ai messaggi comparativi anche rispetto ai prodotti senza avvertenze, mentre solo per i non fumatori essa aumentava per i prodotti con le avvertenze Tpd rispetto ai prodotti nudi. Non sono stati rilevati effetti sull’accettabilità sociale, l’efficacia o l’intenzione di usare il prodotto. E solo nei fumatori, l’intenzione di smettere di fumare e acquistare una sigaretta elettronica aumentava con l’esposizione a messaggi comparativi.
Le conclusioni che i ricercatori inglesi traggono è che “le avvertenze previste dalla Tpd possono essere degli efficaci strumenti di prevenzione del fumo, ma i messaggi comparativi sono più validi per ridurre la percezione del danno e far cresce l’intenzione di usare la sigaretta elettronica nei fumatori”. Un obiettivo che, per le autorità sanitarie britanniche, è assolutamente desiderabile. C’è di più. “I messaggi comparativi – continuano gli autori dello studio – non spingono i non fumatori verso l’e-cigarette e dunque il loro uso può agire come un efficace strumento di riduzione del danno, senza incrementare l’uso da parte dei non fumatori”.
Insomma, secondo l’equipe della London South Bank University, le avvertenze attualmente in uso scoraggiano i fumatori, mentre i messaggi sul rischio ridotto avrebbero il vantaggio di spronare i fumatori a passare al vaping, senza attirare i non fumatori. “In definitiva – commenta Lynn Dawkins che ha coordinato il lavoro – se sempre più fumatori passeranno alla sigaretta elettronica, vi saranno meno malattie e morti fumo-correlate”.

Articoli correlati