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Francia, è caos totale: figli e figliastri anche anche tra i negozi di e-cig

Dopo il decreto che chiude tutti gli esercizi commerciali non essenziali tra cui alcuni vape-shop, le associazioni di categoria chiedono che venga applicato il “modello Italia”.

Caos totale in Francia. Dopo il decreto governativo che chiude tutti gli esercizi commerciali non essenziali tra cui i vape-shop, le associazioni di categoria chiedono che venga applicato il “modello Italia”. Come già inizialmente anche in Italia, il governo transalpino ha previsto l’apertura delle tabaccherie ma non quella dei rivenditori di sigarette elettroniche. Unica eccezione: i negozi di ecig ospitati nelle gallerie commerciali, andando così a creare una disparità di trattamento – e una discriminazione inter pares – che ha scontentato tutti: operatori, consumatori e produttori. I rivenditori di sigarette elettroniche si stanno dunque organizzando per consentire ai loro clienti di rifornirsi attraverso spedizioni a distanza e consegne a domicilio.
Un gruppo di tabaccai francesi, iscritti alla pagina social Buralistes en colère (tabaccai incazzati, ndr) nella giornata di ieri ha attaccato pesantemente le associazioni del vaping: “Voi non siete tabaccai e non siete un prodotto di pubblica utilità. Quindi, sì dovete chiudere. Non preoccupatevi dei vostri clienti, i professionisti che noi siamo assicureranno il servizio”. Nelle prossime ore Macron potrebbe dire l’ultima parola anche solo per mettere a tacere questa guerra tra poveri e di cui, mai come in questo momento, appare inutile e fuori luogo.

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