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Nel Regno Unito il fumo si combatte anche con la sigaretta elettronica

Operatori sanitari e medici di famiglia chiamati a raccolta per evitare che lo stress da covid-19 faccia aumentare i fumatori. L'e-cig è "lo strumento più sicuro per ottenere nicotina e per smettere di fumare”.

La parola d’ordine in questi giorni per chi si occupa di controllo del tabacco nel Regno Unito è “evitare che si verifichi una calamità sanitaria”. Così la Royal Society for Public Health – la charity indipendente fondata nel 1856 che organizza campagne educative per migliorare e proteggere la salute – definisce un pericolo piuttosto concreto: che gli ex fumatori ricadano nel tabacco per placare l’ansia e lo stress dell’isolamento deciso per fermare la diffusione della pandemia di covid-19. “Il clima di incertezza sulla salute e sull’economia – scrive sul sito di Rsph la dottoressa Pooja Patwardhan, direttore clinico del Centre for Health Research and Education – rende le persone ansiose e stressate. Sappiamo già che lo stress e la noia sono fra i fattori che spingono al fumo. Ci sono maggiori probabilità che si facciano scelte dannose per la salute per combattere lo stress, che si possono tradurre in un aumento del fumo. Questo è valido ora e nel futuro, almeno fino a quando l’impatto sociale e finanziario della pandemia non si sarà stabilizzato”.
Le autorità sanitarie e le associazioni per la salute del Regno Unito hanno fatto quadrato in periodo di covid-19, sfruttando anche questa emergenza per convincere i fumatori a smettere. Tanto che i recenti studi che, citando il basso numero dei fumatori ospedalizzati per coronavirus, ipotizzano un ruolo protettivo della nicotina, hanno trovato reazioni insolitamente tiepide fra i sostenitori della riduzione del danno da fumo Oltremanica. Il pericolo che queste teorie finiscano involontariamente per “riabilitare” il fumo è stato evidente giudicato troppo grande e gli stessi esponenti di Public Health England preferiscono insistere sulla necessità assoluta di smettere, sottolineando come le malattie fumo-correlate aumentino senza dubbio il rischio di conseguenze gravi per chi si ammala.
E, in tempi in cui il Servizio sanitario nazionale è concentrato sulla pandemia, Patwardhan chiama a raccolta tutti gli operatori sanitari, perché offrano sostegno alla cessazione dal fumo, assumendosi “la responsabilità di questa importante area della medicina preventiva”. A questo scopo il Centre for Health Research and Education mette a disposizione degli operatori due semplici infografiche da scaricare. La prima – Help ypur patients quit during covid – è dedicata soprattutto ai medici di medicina generale, alle infermiere e agli operatori delle strutture di assistenza secondaria ed è una sorta di guida su come affrontare la questione fumo con i pazienti durante il covid-19. Schematizza gli aspetti da enfatizzare, quali sono i sintomi dell’astinenza e quali strumenti consigliare al fumatore. Insieme a gomme, cerotti e medicine e terapia comportamentale c’è sempre la sigaretta elettronica, il cui uso deve essere “sostenuto come aiuto per smettere di fumare”.
La seconda infografica – Quit during covid – è stata, invece, pensata come un volantino da stampare e distribuire direttamente ai fumatori e agli ex fumatori. Mette, infatti, in guardia i primi contro il pericolo di fumare di più e i secondi contro quello di ricadere nell’abitudine tabagica durante la pandemia. Ai motivi già noti per smettere, si aggiungono le maggiori complicazioni in caso di covid-19 e la necessità di “risparmiare in questi tempi di incertezza”. Anche ai pazienti, insieme ai metodi tradizionali per smettere di fumare, è consigliata la sigaretta elettronica: “uno strumento più sicuro per ottenere nicotina – si legge sull’infografica – per smettere di fumare”.

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