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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 30 agosto al 5 settembre

Mentre divampa la polemica contro la European Respiratory Society per aver diffuso una dubbia ricerca della Duke University, l'Olanda fa dietrofront sul divieto di vendita degli aromi per sigarette elettroniche.

OlandaContrordine vapers: niente divieto di aromi, si lavora al packaging neutro
Sembrava ormai questione di settimane la decisione del parlamento olandese a favore del divieto dei liquidi aromatizzati. E invece non se ne farà nulla. L’assemblea de L’Aja si sta invece orientando verso la scelta di packaging neutro, sulle orme dei pacchetti neutri di sigarette, che oscurano il marchio del prodotto così come immagini seducenti, ammettendo semmai immagini shock, che nel caso del vaping sarà difficile trovare. È esattamente questo l’obiettivo cui sta lavorando il ministero della Salute sotto la guida del segretario di Stato Paul Blokhuis. I tempi sono tuttavia molto stretti e non è certo che il processo legislativo giunga in porto prima delle prossime elezioni, fissate per il marzo 2021. Tra stesura della bozza, discussioni parlamentari, emendamenti, votazione, entrata in vigore e implementazione delle nuove regole passerà probabilmente ancora un po’ di tempo, ma la direzione imbioccata sembra ormai questa.

Usa – Studio: sostanze tossiche nei vapori, ma la comunità scientifica avanza dubbi
Una ricerca condotta da Sven-Eric Jordt, docente associato di anestesiologia, farmacologia e biologia del cancro presso la Duke University, e Hanno Erythropel, chimico della Yale University, ha acceso un dibattito con molte critiche nella comunità scientifica prima ancora di essere ufficialmente presentata (lo sarà al prossimo congresso della European Respiratory Society, che si terrà in forma virtuale dal 7 al 9 settembre prossimi). La ricerca, condotta attraverso esperimenti di laboratorio, è giunta alla conclusione che gli aromi presenti nei liquidi per sigarette elettroniche, quando si combinano con i diluenti (cioè il glicole propilenico e la glicerina vegetale), danno origine a nuove sostanze chimiche tossiche irritanti. I risultati sono però accolti con scetticismo dalla comunità scientifica. Per Jacob George, docente di Medicina e terapia cardiovascolare all’Università di Dundee, sussistono dubbi metodologici, legati al fatto che le conclusioni tratte riguardano il lavoro sulle cellule in vitro e non gli studi clinici sull’uomo. Il dibattito è complesso e articolato. Sigmagazine offre molti spunti di riflessione sulla ricerca (e su un ulteriore studio parallelo) e sulle critiche nell’articolo di approfondimento.

Usa – Chi c’è dietro il centro di ricerca dell’Università di Duke
Il dietro le quinte del centro di ricerca della Duke University, creato con finanziamento di Philip Morris Usa. Sigmagazine mette in luce finanziatori e scopi dell’istituzione cui si deve la ricerca che suppone sostanze tossiche nei vapori, di cui abbiamo parlato qui sopra. A capo della struttura il docente, consulente della multinazionale, che brevettò “la nuova tecnologia che impiega un metodo unico per erogare un aerosol contenente nicotina”. Se fosse coerente con il proprio statuto, sostiene l’articolo di Sigmagazine, la European Respiratory Society dovrebbe stralciare e dichiarare inammissibili tutti gli studi provenienti dalla Duke University.

Usa – California, il governatore controfirma il bando degli aromi, mentolo compreso
Il governatore della California Gavin Newsom ha controfirmato il disegno di legge che mette al bando gli aromi, compreso quello al mentolo in tutti i prodotti del tabacco, con esclusione di narghilè, tabacco sfuso e sigari premium. Il ddl era stato approvato la settimana scorsa con una mossa a sorpresa dall’assemblea dello Stato della California ha approvato con 50 voti a favore su 50 votanti. Il divieto entrerà in vigore tra quattro mesi, il 1° gennaio del prossimo anno.

GermaniaAssociazione commercianti vaping contro l’aumento della tassa sui liquidi
L’aumento della tassa sui liquidi accresce il rischio che sempre meno fumatori decidano di compiere il salto verso la sigaretta elettronica, minando l’efficacia di uno degli strumenti più utili nelle strategie di riduzione del danno. È quanto afferma l’associazione dei commercianti di sigarette elettroniche tedesca Vdeh (Verband des eZigarettenhandels) in un documento di poco più di trenta pagine presentato all’opinione pubblica e al mondo politico, che di questa ipotesi si appresta a discutere. Il dossier richiama i risultati dei principali studi scientifici mondiali che certificano il minor danno della sigaretta elettronica rispetto al tabacco e fa il punto della situazione in Germania. Il recente sondaggio di Debra ha rivelato che il 99,7% degli svapatori tedeschi è costituito da ex fumatori, mentre le leggi a tutela dei minori fanno sì che il fenomeno del vaping giovanile, a differenza degli Usa, sia praticamente irrilevante: il 98% di utilizzatori di ecig è maggiorenne. Tuttavia, si osserva nel documento, la percezione dell’opinione pubblica continua a non coincidere con quella degli studi scientifici e molti ritengono l’ecig ugualmente o più dannosa della sigaretta tradizionale. È il motivo per cui un aumento della tassa sui liquidi diminuirebbe il potenziale di attrazione dell’ecig per gli ex fumatori.

Germania – A metà settembre il voto della seconda camera su pubblicità di fumo e vaping
Il nuovo giro di vite sulla pubblicità di prodotti del tabacco e vaping in Germania, approvato prima della pausa estiva dal Bundestag, giungerà il 18 settembre sul tavolo del Bundesrat, la camera delle regioni. L’approvazione del Bundesrat, scontata, è necessaria affinché la nuova legge entri in vigore. Prevede ulteriori restrizioni alla pubblicità di sigarette ed ecig, che scatteranno in maniera graduale. Per quanto riguarda il vaping, il divieto partirà nel 2024.

AustraliaSale a oltre 30 euro il costo di un pacchetto di sigarette tradizionali
Mai così caro il pacchetto di sigarette di tabacco per i fumatori australiani. Il nuovo aumento, del 12,5%, è entrato in vigore il 1° settembre. Il costo medio di un pacchetto è l’equivalente di 30 euro, mentre per acquistare un prodotto di fascia alta, come ad esempio le Marlboro, bisogna spendere fino a 35 euro. Il continuo aumento del prezzo dal 2010, parte della politica antifumo dei vari governi che si sono succeduti, ha portato il costo di un pacchetto di sigarette venduto in Australia a essere il più alto del mondo. Negli ultimi tre anni i fumatori australiani sono diminuiti di tre punti percentuali, passando dal 17 al 14 per cento della popolazione di età superiore ai 14 anni.

Sigarette da record in Australia: 35 euro per un pacchetto

 

ButhanRevocato il divieto di vendere tabacco per la durata della pandemia
Nello primo Stato al mondo a essere diventato smoking-free, e in cui si crede che la pianta del tabacco sia cresciuta dal sangue di un demone, il governo ha deciso la temporanea sospensione del divieto di vendita di prodotti del tabacco per l’intera durata della pandemia. La chiusura del confine con l’India, a causa dell’esplosione dei contagi nel paese confinante, ha accentuato la già presente piaga del contrabbando. Nel piccolo Stato himalayano esistono da oltre un decennio rigide disposizioni contro il fumo: proibita la vendita di prodotti del tabacco, divieto di fumo ovunque tranne che nella propria abitazione, limiti al consumo anche per i turisti (è possibile portare una sola stecca di sigarette per consumo personale ed è vietatissimo venderle). Nonostante tali leggi siano in vigore dal 2004 (il Buthan fu il primo Stato al mondo a vietare totalmente la vendita) il contrabbando di sigarette ai propri confini è diventata l’attività illegale più redditizia nel paese, con una media di 30 arresti al giorno negli ultimi tempi. Complice, oltre alla pandemia, anche il meccanismo della legge, che lascia alcune zone grigie: proibisce la vendita ma non l’importazione. Per mitigare la domanda di sigarette di contrabbando e, in teoria, ridurre il rischio di contagio transfrontaliero, il governo ha così deciso di sospendere il divieto di vendita. Ai fumatori sarà consentito acquistare prodotti del tabacco da negozi duty-free statali per tutta la durata della pandemia.

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