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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 1 al 7 novembre

Con la seconda ondata pandemica di Covid-19 Italia, Francia e Germania ritengono il vaping un bene essenziale, il Regno Unito a sorpresa sceglie invece di chiudere i negozi. E intanto dagli Usa una ricerca a favore dei liquidi aromatizzati.

Gran BretagnaCovid e lockdown: vaping non essenziale, cade il mito del Paese modello
Con la seconda ondata della pandemia ripartono in vari paesi europei i lockdown, più o meno totali. E se in Italia, questa volta, il governo ha riconosciuto l’essenzialità della sigaretta elettronica e dei liquidi di ricarica, escludendo quindi i negozi specializzati da obblighi di chiusura, in Gran Bretagna la scelta è stata diversa. Sorprende tale decisione nel Paese all’avanguardia nel sostegno alla sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno, ma tant’è: il governo di Boris Johnson non ha riconosciuto ai rivenditori di ecig di esercitare una attività essenziale. Suscitando l’inevitabile critica da parte degli operatori del vaping e dei consumatori. “Dobbiamo evitare è che le persone siano tentate di tornare a fumare o non tentano di smettere a causa delle difficoltà di approvvigionamento di questo periodo“, ha detto John Dunne, presidente di Ukvia, l’associazione che tutela la filiera commerciale del vaping, e ha chiesto che il governo riveda la sua decisione e riconosca i negozi del vaping come asset essenziale. Analoghe proteste sono arrivate dal gruppo dei consumatori raccolti dietro la sigla We Vape. Secondo il suo direttore, Mark Oates, sono quasi 6 mila i fumatori che rischieranno di non poter smettere di fumare, perché i negozi di sigarette elettroniche resteranno chiusi causa lockdown.

Sigarette elettroniche e lockdown: bene essenziale in Italia, negozi chiusi in UK

 

FranciaCovid e lockdown: negozi di sigarette elettroniche essenziali e aperti
È la Francia a scippare alla Gran Bretagna il testimone di Paese modello, almeno per quel che riguarda l’attenzione al mondo del vaping durante il lockdown autunnale. Il governo di Parigi ha infatti attribuito ai negozi specializzati nella vendita delle sigarette elettroniche il grado di esercizi essenziali, riconoscendone dunque il diritto all’apertura. Esattamente come le farmacie, dove assieme ai tradizionali prodotti sanitari è possibile acquistare altri strumenti sostitutivi della nicotina. Strumenti essenziali per chi prova a smettere di fumare, esattamente come l’ecig. Essendo il tabacco una dipendenza, restano aperte anche le tabaccherie. Secondo i dati delle autorità sanitarie, durante il primo blocco in primavera non c’era stato alcun aumento nel numero di fumatori in Francia, anche se un quarto di loro aveva aumentato il consumo di sigarette a causa dello stress.

GermaniaCovid e lockdown: pragmatismo tedesco, e questa volta il vaping non chiude
Più pragmatico l’approccio tedesco in occasione della seconda ondata del Covid, che sta colpendo il Paese in maniera più intensa rispetto alla scorsa primavera. In Germania non è stato necessario aprire un dibattito sulla essenzialità del settore del vaping perché, semplicemente, i semi lockdown decisi dal governo e messi in atto dai Länder non riguardano gli esercizi commerciali, compresi quelli all’interno delle shopping mall. A differenza della scorsa primavera, i negozi resteranno aperti con l’obbligo di rispettare misure rafforzate di igiene e sicurezza. Le chiusure riguardano, al contrario, ristoranti, bar e alberghi e il settore artistico-culturale. Questa volta dunque da Berlino a Monaco i negozi di egcig resteranno aperti.

Usa/CanadaStudio: vietare liquidi aromatizzati può pregiudicare le battaglie antifumo
Gli ex fumatori adulti divenuti svapatori abituali utilizzano con soddisfazione sempre più liquidi aromatizzati, trascurando quelli al sapore di tabacco. È il motivo per cui bisognerebbe valutare con molta prudenza le proposte di vietare i liquidi aromatizzati, perchè tale divieto potrebbe avere gravi ripercussioni sul successo delle strategie antifumo. È il risultato cui giunge una ricerca condotta da un gruppo multidisciplinare formato da sedici ricercatori americani, canadesi e australiani, fra i quali spiccano i nomi di Michaele Cummings, David Hammond e Ron Boland. Lo studio trasversale ha coinvolto 1603 adulti canadesi e americani che svapavano almeno settimanalmente ed erano o fumatori (quindi utilizzatori duali di e-cig e sigaretta tradizionale) o ex fumatori (quindi vaper esclusivi). Dall’indagine è emerso che i vaper utilizzavano una vasta gamma di aromi e il 63,1% usava gusti non tabaccosi (al primo posto quelli alla frutta) ricavandone maggiore soddisfazione rispetto al fumo. Non poter più accedere ai liquidi preferiti, sostengono gli autori, potrebbe ricacciare molti ex fumatori nella spirale del fumo di tabacco. Il lavoro, intitolato “The association of e-cigarette flavors with satisfaction, enjoyment, and trying to quit or stay abstinent from smoking among regular adult vapers from Canada and the United States: findings from the 2018 ITC four country smoking and vaping survey”, è stato pubblicato su Nicotine & Tobacco Research.

Sigarette elettroniche, i vaper adulti preferiscono aromi fruttati e dolci

 

Gran BretagnaRapporto Gsthr: riduzione del danno svolta nella lotta al tabagismo
Se integrata nelle politiche di controllo del tabacco, la riduzione del danno può essere una svolta nella battaglia contro le malattie non trasmissibili”. È l’appello laciato alle istituzioni da Gerry Stimson, professore emerito all’Imperial College di Londra e direttore della fondazione britannica sanitaria Knowledge Action Chance, nel corso della presentazione online del rapporto intitolato “Burning issue: the Global state of tobacco harm reduction (Gsthr) 2020″. Riferendosi esplicitamente alla revisione della Direttiva europea sui prodotti del tabacco e alla prossima Conferenza delle parti della Convenzione quadro per il controllo del tabacco dell’Oms, Stimson ha invitato i responsabili a tenere conto delle evidenze scientifiche sull’efficacia delle politiche sulla riduzione del danno e ad adottare in tempi brevi “politiche tese a ridurre l’impatto globale di malattie e morti fumo-correlate”. I fumatori in tutto il mondo, rivela il rapporto britannico, sono ancora 1,1 miliardi, l’80% dei quali vive in Paesi a medio e basso reddito, cifra invariata negli ultimi vent’anni, nonostante l’enorme impegno finanziario profuso dall’Oms per il tobacco control. Occorre dunque una svolta nelle strategie, una svolta coraggiosa che abbandoni le resistenze verso i i safer nicotine products, la cui efficacia nelle politiche di riduzione o di cessazione del fumo è stata riconosciuta dalla ricerca scientifica e dall’esperienza empirica. Su Sigmagazine, che ha partecipato alla presentazione via web, un lungo approfondimento sul rapporto annuale.

La riduzione del danno da tabacco può essere la svolta nella lotta al fumo

 

SvizzeraVerso una tassa sul vaping, ma solo dal 2023
Il Consiglio nazionale elvetico ha adottato la scorsa settimana una mozione proposta dal Consiglio degli Stati per una tassa sul vaping. La decisione è stata presa con 126 voti favorevoli, 42 contrari e 5 astensioni. Tuttavia, il Consiglio nazionale ha inserito nel testo della mozione che per poter introdurre la tassa sul vaping è necessaria prima l’entrata in vigore della nuova legge sul tabacco. Molto dipenderà dal ritmo che prenderanno i lavori parlamentari, ma gli osservatori ritengono che essa non entrerà in vigore prima del 2023. Allo stato attuale, il testo non specifica l’aliquota fiscale che verrà applicata al vaping.

BelgioStudio europeo: l’80% di chi ha lasciato la sigaretta per l’ecig ha smesso di fumare
Oltre l’80% di coloro che sono passati dalla sigaretta di tabacco a quella elettronica hanno smesso di fumare. È il risultato di un’indagine su oltre 3.300 svapatori europei realizzata dalla Independent European Vape Alliance (Ieva), l’associazione che riunisce i produttori europei di prodotti per il vaping. Smettere di fumare era d’altronde l’obiettivo dichiarato da quasi il 70% di coloro che sono passati all’ecig, mentre per un 10% era sufficiente la possibilità di ridurre il consumo di tabacco. Un altro elemento interessante di questa indagine è l’indicazione che il 65% degli intervistati ha rivelato di utilizzare liquidi fruttati o dolci, dato da sottolineare in vista della revisione della Direttiva europea sui tabacchi. Altri dettagli sulla ricerca, riguardanti sia la composizione del campione che i risultati, in lettura nell’articolo di Sigmagazine.

Indagine Ieva su sigaretta elettronica: l’80% dei vaper ha smesso di fumare

 

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