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Sigarette elettroniche, Unis: “Più controlli contro l’illegalità non più vessazioni per chi lavora onestamente”

Il comparto delle sigarette elettroniche, dice il presidente Paciaroni, "è l’unico settore che in piena emergenza pandemica ha visto aumentare la pressione fiscale".

Le nuove disposizioni che riguardano la distribuzione e il commercio dei prodotti liquidi da inalazione per sigarette elettroniche non piacciono al gruppo di rivenditori riuniti sotto la sigla Unis, Unione negoziannti indipendenti svapo.
Le due determinazioni direttoriali dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, secondo il presidente Roberto Paciaroni, sembrerebbero “affliggere anziché regolare un settore fino a qualche anno fa in espansione e foriero di nuovi posti di lavoro e  piccole nuove imprese“. E “tanto più grave” è che “questo avviene in piena emergenza Covid Sars-19“.
Il comparto delle sigarette elettroniche – e tutta la filiera compreso il consumatore finale – “è l’unico settore che dal primo gennaio 2021, in piena emergenza pandemica, ha visto aumentare del 50 per cento la pressione fiscale sotto forma di imposta di consumo sui prodotti liquidi da inalazione. Invece di porre fine alle palesi situazioni di illegalità segnalate negli anni ad Adm, come l’acquisto personale transfrontaliero via internet in barba a tutte le normative imposte ai depositi fiscali italiani, e tutelare gli esercenti su strada al pari delle rivendite di tabacchi, il legislatore preferisce spremere là dove è più facile, a discapito della tutela della salute pubblica. Ad oggi, dopo anni di segnalazioni, non capiamo come sia possibile acquistare tramite internet, liquidi con nicotina in formato ben oltre i 10 millilitri imposti dalla Direttiva europei sui tabacchi, la Tpd. Parimenti non capiamo come sia possibile che improvvisati chimici possano vendere indisturbati sul web Pli in formati totalmente illegali ed autoprodotti. Mentre Paesi come il Regno Unito tramite la propria delegazione al Cop 9 dell’Fctc (nona Conferenza delle parti della Convenzione quadro per il controllo del tabacco), minacciano di tagliare i finanziamenti all’Oms in caso non si applichi alla sigaretta elettronica una regolamentazione proporzionata ai rischi e basata sulle evidenze scientifiche che ne dimostrano la minor tossicità – conclude Paciaroni – Adm, con il silenzio del Ministero della Salute e di tutta la classe politica, percorre la strada opposta. Se volete darci regole, fatelo, ma assicurateci tutele“.

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