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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 17 al 23 ottobre

Cento esperti difendono l'e-cigarette in vista della Cop9 e le associazioni dei consumatori scrivono a politici e istituzioni. Hong Kong vieta import e vendita di sigarette elettroniche e Hajek confuta uno studio contro il vaping.

OlandaAppello di cento esperti in vista della Cop9: le politiche antifumo utilizzino la sigaretta elettronica
Si avvicina la data di inizio della nona Conferenza delle parti della Convenzione quadro per il controllo del tabacco (Fctc) dell’Oms, che si terrà a L’Aja, in Olanda, dal prossimo 8 novembre, e si moltiplicano le prese di posizione sull’approccio voluto dall’organizzazione dell’Onu. L’ultima in ordine di tempo è stata espressa in forma di lettera e porta la firma di cento esperti indipendenti in scienza e politica del tabacco e della nicotina. Si tratta di medici, specialisti, accademici e ricercatori che si appellano  direttamente alle parti per sollecitarle a “incoraggiare l’Organizzazione mondiale di sanità a sostenere e promuovere l’inclusione della riduzione del danno da tabacco nell’ambito dell’Fctc”. Adeguare le politiche alle innovazioni tecnologiche apparse sul mercato e inserire la sigaretta elettronica – ma anche snus e riscaldatori di tabacco – nelle politiche di contrasto al fumo, specie per i casi più difficili. A supporto l’ormai nutrita letteratura scientifica. “Esistono prove inconfutabili – si legge nella lettera – che i prodotti senza fumo siano molto meno dannosi delle sigarette e che possano sostituire il fumo a livello individuale e di popolazione”.

Cento esperti contro l’Oms: la sigaretta elettronica salva la vita dei fumatori

 

UeCop9: Ethra scrive ai partiti europei, Anpvu sollecita l’Istituto superiore di sanità italiano
Sono tornati a scrivere ai politici europei i rappresentanti di Ethra, la European Tobacco Harm Reduction Advocates che riunisce numerose associazioni dei consumatori europei. Più esattamente, la lettera composta è stata fatta recapitare ai capi delle delegazioni dei partiti europei della Convenzione quadro sul controllo del tabacco (Fctc), in vista della nona Conferenza delle parti (Cop9). “Chiediamo ai delegati di sollecitare l’Oms a modernizzare il suo approccio alla politica del tabacco e di includere la riduzione del danno da tabacco nella Fctc”, hanno scritto. Nell’iniziativa di Ethra è coinvolta anche Anpvu, l’associazione italiana dei vaper che a Ethra aderisce, e che da parte sua ha inoltrato un appello all’Istituto superiore di sanità: gli esperti che parteciperanno alla nona conferenza delle parti della Fctc dovrebbero tenere in considerazione anche le esperienze e le opinioni dei milioni di ex fumatori che sono riusciti a smettere grazie alla sigaretta elettronica, è il messaggio di Anpvu, che Sigmagazine racconta in maniera più ampia.

“Milioni di ex fumatori hanno smesso con la sigaretta elettronica”

CinaHong Kong, giro di vite sulle sigarette elettroniche
Lasciare l’ombrello britannico per entrare sotto quello cinese non è stato un buon affare per Hong Kong, neppure per quel che riguarda il vaping. Il Consiglio legislativo di Hong Kong ha infine approvato il divieto di importazione vendita e produzione di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato, un provvedimento che era in ballo da tre anni. Resta invece consentito l’uso personale. In più sono state estese a tutti i prodotti alternativi al tabacco le limitazioni pubblicitarie già in vigore per le sigarette a combustione. Finito in secondo piano per la crisi legata alle proteste anti-autoritarie giovanili e per l’emergenza pandemica, il provvedimento già in campo dal 2018 è stato ripreso nei mesi scorsi e condotto in porto nonostante le tante proteste di esperti e associazioni. Sigmagazine ricostruisce l’intera parabola della vicenda.

Hong Kong vieta import, vendita e produzione di sigarette elettroniche

 

CinaHong Kong, la protesta di Caphra: meglio regolare e non vietare i prodotti alternativi al tabacco
Ci hanno provato fino all’ultimo le organizzazioni a favore della riduzione del danno a scongiurare l’approvazione dei divieti sul vaping da parte delle autorità di Hong Kong. Ultima in ordine di tempo era stata la Caphra, la Coalition of Asia Pacific Tobacco Harm Reduction Advocates, associazione di esperti che promuove le politiche di riduzione del danno nella difficile regione dell’Asia-Pacifico. Gli esperti internazionali avevano voluto focalizzare il loro ultimo tentativo su uno dei motivi a sostegno della legge proibizionista: i timori legati allo svapo dei giovani. Ancora lo scorso agosto, il Council on Smoking and Health di Hong Kong aveva affermato che le statistiche del governo mostravano che gli adolescenti usavano i vaporizzatori più spesso degli adulti e che dunque si rendevano necessarie politiche conseguenti. In una lettera inviata al capo esecutivo della Regione amministrativa speciale di Hong Kong (che è il capo del potere esecutivo e rappresenta la regione ancor prima della Repubblica Popolare Cinese), la coordinatrice di Caphra Nancy Loucas aveva invitato le autorità a desistere dall’introdurre divieti sul vaping e optare piuttosto per regolamentazioni sensate che non penalizzassero le alternative al tabacco più sicure. È encomiabile che Hong Kong abbia fissato l’obiettivo di ridurre il tasso di fumatori dall’attuale 10,2% al 7,8% entro il 2025, aveva scritto Loucas, ma regolare i nuovi prodotti alternativi piuttosto che bandirli può favorire il raggiungimento dello scopo prefissato. Un appello caduto nel vuoto.

AustraliaMendelsohn: gli attacchi al vaping proseguiranno anche dopo la legge restrittiva
Chiunque creda che gli attacchi al vaping cesseranno dopo che l’Asutralia ha imboccato una strada più restrittiva in materia “resterà deluso”. Torna alla carica il dottor Colin Mendelsohn, 30 anni di impegno sul campo nella lotta al fumo e fondatore di Athra, l’associazione a sostegno dei prodotti a rischio ridotto. E annuncia che istituzioni come Quit, Heart Foundation, Lung Foundation Australia e Public Health Association Australia si accingono a pubblicare nuove prese di posizione in opposizione allo svapo. Una comunicazione che punta a fuorviare l’opinione pubblica: “Questa disinformazione corre il rischio reale di dissuadere i fumatori dallo svapo e può aumentare in maniera perversa le morti per fumo”, ha detto Mendelsohn, “gli australiani meritano di meglio dai principali organismi di sanità pubblica: un sostegno alle politiche di riduzione del danno da tabacco”. Dal primo ottobre i vaper, o chiunque voglia provare la sigaretta elettronica per smettere di fumare, dovranno avere una ricetta del proprio medico, che si potrà incaricare di importare i liquidi con nicotina dall’estero.

Regno UnitoSmentito studio americano che lega l’e-cig alle ricadute nel fumo
Arriva da Peter Hajek, professore e direttore della Tobacco Dependence Research Unit della Queen Mary University di Londra, l’autorevole smentita alle interpretazioni di uno studio americano, secondo cui la sigaretta elettronica non aiuta gli ex fumatori che la usano a non tornare a fumare. Si tratta della ricerca intitolata “Incidence of Cigarette Smoking Relapse Among Individuals Who Switched to e-Cigarettes or Other Tobacco Products”, condotta da tre ricercatori della University of California: Hohn P. Pierce, Ruifeng Chen e Sheila Kealey, che ha trovato una discreta eco sui media generalisti. Per Hajek già il comunicato stampa con cui sono stati pubblicizzati i risultati riporta male gli esiti dello studio: “Dice che ‘i fumatori che smettono sostituendo il fumo con il vaping hanno maggiori probabilità di ricadute’, ma questo studio di coorte non ha riscontrato tale effetto. I fumatori che hanno smesso da soli e quelli che avevano bisogno di sigarette elettroniche per aiutarli a smettere non differivano nei loro tassi di ricaduta!”. Al contrario, proprio questo studio suggerisce che la sigaretta elettronica “rimuove l’handicap della dipendenza dal tabacco”. L’articolo di Sigmagazine fa il punto sulla controversia e approfondisce la risposta di Hajek.

“Non è vero che la sigaretta elettronica aumenta le ricadute nel fumo”

 

Regno Unito“Smoking kills”, presto l’avvertimento su ogni singola sigaretta?
Arriva alla Camera dei comuni un vecchio pallino di Sir George Young, pari della Camera dei lord e già viceministro della salute: la richiesta di stampigliare la scritta “Smoking kills” non solo sui pacchetti ma su ogni singola sigaretta. Sir George avanzò la sua proposta negli anni Ottanta, quando era membro del governo Thatcher. Quarant’anni dopo i tempi sembrano maturi. L’iniziativa è questa volta partita dalla laburista Mary Kelly Foy con un emendamento all’Health and Care bill. Cui è immediatamente seguita un’iniziativa dello stesso Sir George, che ha introdotto una proposta analoga alla Camera dei lord sotto forma di iniziativa privata, un “private member bill”.

Regno Unito: presto la scritta “il fumo uccide” sulle singole sigarette?

 

FranciaVapExpo, bilancio positivo nonostante le restrizioni per la pandemia
È un bilancio sostanzialmente positivo quello tracciato dagli organizzatori di VapExpo, tornato nei locali fieristici parigini dopo le due sospensioni obbligate per la pandemia. Le restrizioni legate al Covid hanno ridotto la partecipazione degli espositori e anche dei visitatori rispetto alle edizioni passate, ma questo era messo nel conto. L’importante è stato ripartire, per quello che è stato il tredicesimo appuntamento per i “vapoteur” francesi: per loro finalmente l’opportunità di condividere di nuovo momenti di convivialità.

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