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La verità sulle sigarette elettroniche distorta da scienza di bassa qualità

Riccardo Polosa e Konstantinos Farsalinos puntano il dito contro il processo di peer reviewing di gran parte delle riviste scientifiche.

Stiamo assistendo a una proliferazione di narrativa anti sigaretta elettronica di stampo ideologico basata su scienza di bassa qualità ed è per questo che la posizione degli esperti rimane divisa e promuove lo status quo nella salute pubblica. Di questo stato di cose sono da ritenersi responsabili i direttori di importanti riviste scientifiche. È una vergogna. È in gioco la credibilità dei ricercatori di sanità pubblica!”. Così il professore catanese Riccardo Polosa, fondatore del Coehar, presenta il commento firmato insieme al cardiologo greco Konstantinos Farsalinos dell’Università dell’Attica occidentale e appena pubblicato su Internal and Emergency Medicine. Il lavoro si intitola “A tale of flawed e-cigarette research undetected by defective peer review process” e punta il dito, appunto, sui processi di peer review – revisione – delle principali riviste scientifiche, che finiscono per diffondere studi sul vaping di scarsa qualità.
A farne le spese è non solo la verità scientifica che viene distorta, ma anche la salute pubblica. I due scienziati spiegano che sempre più ricerche non tengono conto della rilevanza della tempistica dell’evento, che è fondamentale per stabilire relazioni di causa ed effetto. Studi trasversali sulla popolazione, ad esempio, non riportano informazioni sull’età in cui i partecipanti hanno iniziato a usare la sigaretta elettronica e sul consumo di sigarette combustibili. È quindi impossibile farvi affidamento per trarre conclusioni sulle associazioni potenzialmente causali con le tipiche malattie legate al fumo. Quel che è peggio, secondo gli autori, è che nessuno nelle redazioni di note riviste scientifiche sembra fare attenzione a questo fondamentale dettaglio.
I due autori citano precisi esempi di studi che, omettendo informazioni fondamentali, giungono a conclusioni sull’uso della sigaretta elettronica che non possono ritenersi affidabili. “Molte ricerche pubblicate sulle riviste scientifiche più autorevoli – aggiunge Farsalinos – non analizzano e non considerano la precedente storia di fumatori dei pazienti né forniscono alcuna informazione di inizio esposizione o diagnosi. Invece di fidarci del processo scientifico, stiamo basando le scelte di salute pubblica sul passaparola, sulla scelta arbitraria dei dati e sulle esagerazioni”.
Il serio pericolo, secondo gli autori, è che la diffusione di informazioni errate sulle alternative senza fumo da parte delle riviste scientifiche e, successivamente, dei media contribuisca allo scetticismo e all’incertezza del pubblico, in particolare tra i fumatori, che di conseguenza sono scoraggiati dall’adottare stili di vita a rischio ridotto. “Abbiamo bisogno – concludono Polosa e Farsalinos – di giornalisti e ricercatori informati che contribuiscano a diffondere dati corretti, comprendendo un semplice assioma: l’associazione non sempre può essere interpretata come un rapporto di causa-effetto”.

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