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E-cig, rapporto Wva: “Governi prendano esempio da Svezia, Nuova Zelanda e Regno Unito”

Nel World Cancer Day, l'associazione pubblica un rapporto con i risultati positivi delle nazioni che adottano la riduzione del danno da fumo come principale strategia sanitaria.

È stato pubblicato in occasione della Giornata mondiale contro il cancro dello scorso 4 febbraio il nuovo rapporto della rete internazionale di consumatori di sigarette elettroniche World Vapers’ Alliance (Wva), intitolato “Learning from te Best: a Tobacco Harm Reduction Primer”. Per prevenire le milioni di morti e malattie provocate dal fumo, l’associazione invita i governi a “imparare dai migliori”, cioè da quei Paesi che nell’ultimo decennio hanno ottenuto i maggiori cali dei tassi di fumatori. E che, dati alla mano, sono proprio quelli che hanno accolto e promosso nelle loro strategie sanitarie gli strumenti di riduzione del danno.
Stiamo parlando di Regno Unito, Svezia, Giappone e Nuova Zelanda che, pur puntando su device diversi, stanno dimostrando come si può vincere la guerra contro il tabacco combusto. “Per troppo tempo i governi hanno fatto affidamento su politiche antifumo infruttuose e hanno trascurato una rivoluzione della salute pubblica davanti ai loro occhi – commenta il direttore di Wva Michael Landl – L’invenzione dell’e-cigarette e di simili prodotti per la riduzione del danno ha già salvato milioni di vite”. Infatti il Regno Unito, spiega il rapporto, nell’ultimo decennio è riuscito a ridurre il tasso di fumo di oltre il 29%, grazie proprio alle sue politiche di forte sostegno alla sigaretta elettronica, come strumento per aiutare i fumatori nel difficile percorso di disassuefazione.
La Svezia è invece, ricorda Wva, il Paese che più di tutti si sta avvicinando all’obiettivo di diventare senza fumo, cioè di contenere il tasso dei fumatori sotto la soglia del 5%. Traguardo ormai vicino grazie soprattutto alla grande diffusione dello snus, prodotto vietato nell’Unione europea e consentito solo nel Paese scandinavo che chiese un’eccezione in fase di adesione all’Ue. Proprio l’abitudine al consumo di prodotti sostitutivi del tabacco combusto ha determinato un atteggiamento aperto verso la riduzione del danno da fumo e i suoi strumenti e ha impedito alle istituzioni di cedere alle lusinghe del proibizionismo. Come dimostrato dal Parlamento di Stoccolma che, lo scorso giugno, ha bocciato la proposta del governo di vietare gli aromi nei liquidi per sigaretta elettronica.
Ma gli esempi da seguire, secondo World Vapers’ Alliance, non sono solo in Europa. In Asia il caso scuola è quello del Giappone dove in cinque anni, fra il 2016 e il 2021, le vendite di sigarette si sono quasi dimezzate (- 43%) in seguito all’introduzione dei prodotti che riscaldano tabacco invece di bruciarlo. O ancora la Nuova Zelanda, citata come esempio di buona comunicazione istituzionale sul vaping, lo strumento su cui punta la sanità, tesa ad accompagnare i fumatori nel loro difficile percorso. Il riferimento va a Vaping Facts, il sito internet creato nel 2019 dal Ministero della salute neozelandese, fonte di informazioni accurate sulla sigaretta elettronica, di aiuti e sostegno per chiunque voglia smettere di fumare con l’e-cig.
Questi sono, secondo l’associazione internale dei consumatori, gli esempi che tutti i governi dovrebbero seguire, proprio alla luce dei risultati raggiunti. “I Paesi che combattono la sigaretta elettronica e i prodotti simili stanno perdendo la lotta contro il fumo perché si rifiutano di riconoscere prove scientifiche e fatti del mondo reale – conclude Landl – La Giornata mondiale contro il cancro dovrebbe essere una ragione sufficiente per cambiare queste politiche fallimentari. È tempo che i politici si uniscano alla rivoluzione del vaping, per il bene della salute pubblica e di milioni di fumatori in tutto il mondo”.

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